Liliana Lamanna
LILIANA LAMANNA
Liliana Lamanna è nata a Crotone, dove vive e lavora. Nutre sin da bambina una fortissima passione per l’arte ed in particolare per la pittura. Si è laureata nel 1984 in Lingue Straniere con la tesi “I Preraffaelliti tra Arte e Letteratura” supportata dal Prof. Girolamo De Vanna americanista e critico d’arte della Fondazione “Museo de Vanna” di Bitonto (Puglia) e dal Prof. Corrado Gizzi dantista del Castello “La casa di Dante” a Torre De’ Passeri (Pescara) grazie al quale è entrata in contatto con i curatori della Tate Gallery di Londra. Ha iniziato i propri studi superiori, presso il Liceo Artistico di Catanzaro che ha frequentato solo per un anno passando in seguito al Liceo Classico “Pitagora” di Crotone. Nel 1979 ha frequentato per un anno la “University of Dayton” , Ohio USA in cui ha superato il corso: “Principles of design” con il Prof. Weber; si è successivamente specializzata nell’insegnamento dell’inglese presso il “Marble Arch Institute” di Londra. Dal 2002 si dedica sia alla pittura, sotto la guida dell’architetto Luigi Tamanini di Firenze formatosi alla scuola di Nerina Simi, sia allo studio della storia dell’arte. Nel 2010 ha collaborato alla realizzazione del Calendario per il settore Pari Opportunità della Provincia di Crotone esponendo il suo dipinto “Novembre” presso il Castello di Santa Severina e quindi presso la “Lega Navale” sezione di Crotone insieme ad altre undici artiste. Ha partecipato alla collettiva promossa dall’associazione “Fare Insieme” in Piazza Mercato, (Crotone)con le opere: “La Signora dei Sassi”, “Il mio cucciolo” e “Delirio rosa: profumi” e a una serie di eventi al MACK (Museo Arte Contemporanea Krotone)con i dipinti "Scelte" e "L'uccello della notte" e a molti altri ancora su tutto il territorio nazionale.Visita ogni anno, molte mostre e musei in Italia e all’estero. Cura la rubrica "Incontri in una marea d'arte" per la rivista KAIROS.
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Biography
LILIANA LAMANNA
Liliana Lamanna è nata a Crotone, dove vive e lavora. Nutre sin da bambina una fortissima passione per l’arte ed in particolare per la pittura. Si è laureata nel 1984 in Lingue Straniere con la tesi “I Preraffaelliti tra Arte e Letteratura” supportata dal Prof. Girolamo De Vanna americanista e critico d’arte della Fondazione “Museo de Vanna” di Bitonto (Puglia) e dal Prof. Corrado Gizzi dantista del Castello “La casa di Dante” a Torre De’ Passeri (Pescara) grazie al quale è entrata in contatto con i curatori della Tate Gallery di Londra. Ha iniziato i propri studi superiori, presso il Liceo Artistico di Catanzaro che ha frequentato solo per un anno passando in seguito al Liceo Classico “Pitagora” di Crotone. Nel 1979 ha frequentato per un anno la “University of Dayton” , Ohio USA in cui ha superato il corso: “Principles of design” con il Prof. Weber; si è successivamente specializzata nell’insegnamento dell’inglese presso il “Marble Arch Institute” di Londra. Dal 2002 si dedica sia alla pittura, sotto la guida dell’architetto Luigi Tamanini di Firenze formatosi alla scuola di Nerina Simi, sia allo studio della storia dell’arte. Nel 2010 ha collaborato alla realizzazione del Calendario per il settore Pari Opportunità della Provincia di Crotone esponendo il suo dipinto “Novembre” presso il Castello di Santa Severina e quindi presso la “Lega Navale” sezione di Crotone insieme ad altre undici artiste. Ha partecipato alla collettiva promossa dall’associazione “Fare Insieme” in Piazza Mercato, (Crotone)con le opere: “La Signora dei Sassi”, “Il mio cucciolo” e “Delirio rosa: profumi” e a una serie di eventi al MACK (Museo Arte Contemporanea Krotone)con i dipinti "Scelte" e "L'uccello della notte" e a molti altri ancora su tutto il territorio nazionale.Visita ogni anno, molte mostre e musei in Italia e all’estero. Cura la rubrica "Incontri in una marea d'arte" per la rivista KAIROS.
- Nationality: ITALY
- Date of birth : unknown date
- Artistic domains:
- Groups: Contemporary Italian Artists
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Education
Artist value certified
Achievements
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progettare è una costante della mia esistenza
LILIANA LAMANNA
Liliana Lamanna è nata a Crotone, dove vive e lavora. Nutre sin da bambina una fortissima passione per l’arte ed in particolare per la pittura. Si è laureata nel 1984 in Lingue Straniere con la tesi “I Preraffaelliti tra Arte e Letteratura” supportata dal Prof. Girolamo De Vanna americanista e critico d’arte della Fondazione “Museo de Vanna” di Bitonto (Puglia) e dal Prof. Corrado Gizzi dantista del Castello “La casa di Dante” a Torre De’ Passeri (Pescara) grazie al quale è entrata in contatto con i curatori della Tate Gallery di Londra. Ha iniziato i propri studi superiori, presso il Liceo Artistico di Catanzaro che ha frequentato solo per un anno passando in seguito al Liceo Classico “Pitagora” di Crotone. Nel 1979 ha frequentato per un anno la “University of Dayton” , Ohio USA in cui ha superato il corso: “Principles of design” con il Prof. Weber; si è successivamente specializzata nell’insegnamento dell’inglese presso il “Marble Arch Institute” di Londra. Dal 2002 si dedica sia alla pittura, sotto la guida dell’architetto Luigi Tamanini di Firenze formatosi alla scuola di Nerina Simi, sia allo studio della storia dell’arte. Nel 2010 ha collaborato alla realizzazione del Calendario per il settore Pari Opportunità della Provincia di Crotone esponendo il suo dipinto “Novembre” presso il Castello di Santa Severina e quindi presso la “Lega Navale” sezione di Crotone insieme ad altre undici artiste. Ha partecipato alla collettiva promossa dall’associazione “Fare Insieme” in Piazza Mercato, (Crotone)con le opere: “La Signora dei Sassi”, “Il mio cucciolo” e “Delirio rosa: profumi” e a una serie di eventi al MACK (Museo Arte Contemporanea Krotone)con i dipinti "Scelte" e "L'uccello della notte" e a molti altri ancora su tutto il territorio nazionale.Visita ogni anno, molte mostre e musei in Italia e all’estero. Cura la rubrica "Incontri in una marea d'arte" per la rivista KAIROS.
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Pensieri sulla pittura
L’arte si presenta come una dialettica di scelte continue. E’ importante che l’artista rappresenti se stesso, i propri gusti, i propri punti di vista, il proprio stile. In questa direzione l’arte è uno degli esercizi più complessi. Quanto più è attento e sensibile l’artista tanto più terribile sarà ciò che gli si porrà davanti nell’atto iniziale della creazione. In definitiva l’arte è un processo. Per esempio, gli autori di Lescaux e di Altamira, Jackson Pollock, Piet Mondrian e Rothko hanno comunque seguito un percorso di elaborazioni complesse in un contesto di simultaneità d’esperienza. Da sempre l’artista si è posto dinanzi al problema dell’interpretazione storica suo malgrado, sia pure soltanto nell’accettazione paradossale della sua stessa negazione. Gli egizi o in certa parte i cinesi non erano chiamati ad elaborare con originalità ciò che per se stessi era puro esercizio di stile; ciò non di meno attraverso le loro opere l’umanità potè comprendere molto sugli orientamenti e sugli aspetti fondanti della loro antiche civiltà. Nel tempo l’artista cede quella parte di sé raccordata all’artigianato e si rende sempre più conscio del suo linguaggio che è anche qualcos’ altro. Tale processo stravolge il suo compito e consente una traslazione interpretativa della storia che attraverso la sua evoluzione lo conduce al ventunesimo secolo carico di una responsabilità enorme. Probabilmente né il ruolo delle chiese o quello di certi sistemi politici, costituisce oggi un nucleo d’indirizzi cui fare riferimento come invece accade per l’arte che diviene interpretazione filosofica in grado di trascendere addirittura le potenzialità delle tecnologie e della scienza. L’impianto della storia dell’arte poggia su fondamenti magici che elargiscono l’opportunità di intuiti insperati i quali, non sono prerogativa di altro se non dell’arte per se stessa poiché il presupposto di fondo sta, come da ormai molto tempo si va sostenendo, nel fatto che l’arte è morta. Ci si dovrebbe dunque continuare a domandare cosa sia l’arte e se mai a questo interrogativo sia stata data una risposta convincente. Questo è quanto mi domando. A chi, allora, tocca guardare oltre il bosone di Higgs per poter pensare al senso del nostro tutto? Sarà poi davvero corretto scaricare nei complessi ambiti etici delle religioni rivelate con i camuffamenti degli stemmi, inni e bandiere, quelle retoriche e confortanti risposte di un bene al quale disperatamente si anela sia pure con orrenda sistematica disinvoltura in favore di meccanismi altrettanto noti, se poi ci si calano le braghe per offrire ad esso il nostro untuoso compiacimento? Il problema di dio è una tale noia! Ho il sospetto che l’arte, pur non avendo poteri taumaturgici palesi, appartenga all’unica forma d’espressione umana che non ha nulla da perdere (tant’è che possiamo sopportare il fatto che sia morta! L’uomo si pone questo rischio?) e nulla da dimostrare e che stigmatizzi un potere ancestrale ed invulnerabile: la vitalità; l’arte in fondo non è scienza. Essa, da zingara, oltraggia il decoro e le convenzioni e non necessita di rango, di perbenismo intellettuale. Non importa se sia delizioso aroma o puzza disgustosa. Essa non può mai tacere, è forza inarrestabile ed è pronta a non dover fare i conti con dio. E’ per questo che la vita di un artista può diventare un inferno. Vi sono artisti che riescono ad ammettere la contraddizione, il loro è un viaggio di scoperta non sempre sedotto dai paradigmi di risultati come risposta attesa dal dato fornito. Ciò li rende unici. La loro naturale inclinazione divinatoria li pone nella perfetta linea di mezzo tra il razionale e ciò che razionale non è. Qui vi è una logica. L’artista dunque accetta la trasversalità ma rifiuta il comodo riparo di qualsiasi sentenza e la spietatezza della propria logica contrasta con la voracità inconscia di quella parte della persona che inevitabilmente tende al solo soddisfacimento del proprio bisogno di suzione, oppure al riflesso condizionato. Egli si muove nell’alveo dell’effimero, non riconosce la moneta come premio. Il coinvolgimento nei processi della conoscenza non porta l’artista ad additare la clonazione come spunto d’interesse. La questione aperta rimane lo spazio immacolato: è gravido. Non è più possibile sostenere che in arte non si abbia un senso. Mente il pittore che afferma di non voler dare alcun significato alla propria iconografia. Tutto si esplica e tutto produce dei significati. E’ una matematica. Vi è un ‘unica opera capace ancora di non comunicare: è l’opera non fatta. Vogliamo ammetterla come tesi dell’opera perfetta? L’uomo ancora non la conosce. Il punto non è il nulla, ma il mistero, è questo non è troppo per molti pittori.