Home Sweet Home (2004) Installation by Gianfranco Pulitano

Foto Digitale della installazione urbana
Tecnica: Stampa Digitale su Poliplat
Il mondo della periferia urbana e della “società anonima” che ci vive, mi ha sempre affascinato, una società nascosta che vive parallelamente a quella convenzionale e che spesso si riflette nell’arte, ma in un’arte che non è quella delle gallerie fatta da ricchi collezionisti, da avidi mercanti, da artisti spesso motivati più dal denaro che da un vero bisogno espressivo… un’arte libera e soprattutto “indesiderata” dalla classe sociale predominante, dai cittadini ! Il Graffitismo metropolitano prima è l’Urban Art adesso, sono espressioni artistiche lontane da tutto il resto, estranee, che come dicevo prima riflettono una società nascosta, anonima ma desiderosa di esprimersi… fra le tante forme di espressione che possiamo vedere camminando per le strade delle nostre città quella degli “sticker” è quella che mi intriga maggiormente; Soprattutto le “disordinazioni segnaletiche”, che riutilizzando un linguaggio convenzionale di massa, riescono a mimetizzarsi fra i tanti messaggi urbani che ci bombardano quotidianamente, lasciando al fruitore un senso di smarrimento e di confusione… ottenendo così, l’obiettivo di divulgare globalmente dei messaggi di tipo subliminale. Una delle immagini che sempre ho in mente e quella del barbone che dorme ai bordi del marciapiede, sdraiato con la sua bottiglia di vino e il suo cartone che lo ripara dal freddo… sembra che vada a dormire in dei luoghi prestabiliti, non scelti a caso! Tutti i barboni di una determinata città vanno a dormire in dei luoghi specifici… perché non segnalare questa realtà questo bisogno urbano.
Un intento di questo genere, tendente non soltanto alla semplice disordinazione, ma anche a una acquisizione di conoscenze, sembra essere alla base dell’affissione di alcuni dei miei pannelli esplicativi intitolati “TRAMPS DORMITORY”, simili a quelli destinati ai cittadini, ai turisti, in cui però, invece di fornire spiegazioni su piazze, parcheggi e monumenti, si raccontano vicende legate piuttosto alla marginalità urbana. Si tratta anche in questo caso di disordinazioni segnaletiche, tranne che qui il contenuto della segnaletica è vero, anche se l’informazione su una realtà marginale contrasta con la forma ufficiale dell’indicazione urbana, stradale o turistica. Tutto questo contrasta con i soliti messaggi convenzionali a cui tutti sono abituati, diventando agli occhi del cittadino uno scherzo una sorta di “candid camera” , un gioco ironico dietro cui si nasconde la cruda verità.
...BY GFP/ART.