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Isotype Revolution (Digital Project) • 7 opere
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Isotype (International System of Typographic Picture Education), questo il nome del primo sistema di [...]
Isotype (International System of Typographic Picture Education), questo il nome del primo sistema di pittogrammi universale concepito negli anni trenta dal filosofo, economista politico e sociologo tedesco Otto Neurath. Con la comparsa di questo sistema globale di comunicazione visiva, l’uomo è riuscito a creare una sorta di linguaggio universale (con le immagini) racchiudendo in se tutte le abitudini del genere umano e tutti i suoi bisogni. Ne sono un esempio la segnaletica stradale e tutti i cartelli dei luoghi pubblici. Camminando fra le strade delle nostre metropoli troviamo dei cartelli informativi che ci aiutano a trovare parcheggi aree pubbliche, piazze, ristoranti, ecc… tutto quello che è convenzionale per la società viene rappresentato attraverso un cartello informativo… ma l’uomo nasconde sempre dei segreti e tutto quello che riguarda la sua vita non è sempre convenzionale. La strada ad esempio è fatta di un mondo “Nascosto” che tutti conoscono ma di cui nessuno parla, facendo finta che non esista. Ed è proprio sugli spazi urbani determinati che si svolge la mia ricerca artistica e sociologica, indagando la vita di un uomo sempre diverso che vive in luoghi e si muove in spazi determinati dalla propria classe sociale.
Gli interventi di Urban Art, sono innumerevoli fra le mura delle metropoli, sorgono ai margini di un sistema di comunicazione e di rappresentazione che è insieme esclusivo e onnipresente, e non sembra lasciare spazi liberi. Essi possono soltanto occupare quegli “spazi provvisoriamente trascurati” dal sistema dei mezzi di comunicazione di massa, insinuandosi fra un messaggio e l’altro, riadattando canali di comunicazione già esistenti o inventandone di nuovi. Sono molti gli artisti che hanno inventato, attraverso un “mix logo-iconico”, dei nuovi messaggi urbani estranei a quelli che abitualmente vediamo e che spesso utilizzano un linguaggio personale o ispirato al mondo dei fumetti. Il mio lavoro evidenzia quegli interventi grafici in cui le stesse immagini iconiche convenzionali vengono rielaborate, alterate al fine di creare un senso di incertezza al fruitore. Questo sistema viene detto “Disordinazione” o avanguardia subliminale di massa ed a prima vista sembra caratterizzato dalla affissione di Stikers, ma in realtà i materiali utilizzati sono di vario genere e provenienza. I miei interventi urbani rielaborano, come ho specificato, un linguaggio “iconico convenzionale esistente” che tutti leggono quotidianamente fra le mura delle città: quello di isotype! Ma lo stravolge rivoluzionandolo, da qui la dicitura “ISOTYPE REVOLUTION”. Evidenziare attraverso questo linguaggio degli spazi pubblici non convenzionali, ma esistenti in aree pubbliche suburbane diventa lo scopo del mio lavoro. I miei cartelli simili ai cartelli della segnaletica stradale, nei materiali e nel linguaggio grafico, fungono una volta installati nei luoghi pubblici da “evidenziatore” all’occhi del fruitore che smarrito, in un primo momento non riesce a capire se si tratta di uno scherzo o della realtà… in seguito data l’assurdità della segnalazione la interpreta come uno scherzo! Questa ironia è alla base del mio lavoro, poiché attraverso questo gioco ironico posso evidenziare quel mondo segreto che fa parte della vita sociale umana e di cui lo stato, il governo ne rifiuta la presenza.
...BY GFP/ART.
Gli interventi di Urban Art, sono innumerevoli fra le mura delle metropoli, sorgono ai margini di un sistema di comunicazione e di rappresentazione che è insieme esclusivo e onnipresente, e non sembra lasciare spazi liberi. Essi possono soltanto occupare quegli “spazi provvisoriamente trascurati” dal sistema dei mezzi di comunicazione di massa, insinuandosi fra un messaggio e l’altro, riadattando canali di comunicazione già esistenti o inventandone di nuovi. Sono molti gli artisti che hanno inventato, attraverso un “mix logo-iconico”, dei nuovi messaggi urbani estranei a quelli che abitualmente vediamo e che spesso utilizzano un linguaggio personale o ispirato al mondo dei fumetti. Il mio lavoro evidenzia quegli interventi grafici in cui le stesse immagini iconiche convenzionali vengono rielaborate, alterate al fine di creare un senso di incertezza al fruitore. Questo sistema viene detto “Disordinazione” o avanguardia subliminale di massa ed a prima vista sembra caratterizzato dalla affissione di Stikers, ma in realtà i materiali utilizzati sono di vario genere e provenienza. I miei interventi urbani rielaborano, come ho specificato, un linguaggio “iconico convenzionale esistente” che tutti leggono quotidianamente fra le mura delle città: quello di isotype! Ma lo stravolge rivoluzionandolo, da qui la dicitura “ISOTYPE REVOLUTION”. Evidenziare attraverso questo linguaggio degli spazi pubblici non convenzionali, ma esistenti in aree pubbliche suburbane diventa lo scopo del mio lavoro. I miei cartelli simili ai cartelli della segnaletica stradale, nei materiali e nel linguaggio grafico, fungono una volta installati nei luoghi pubblici da “evidenziatore” all’occhi del fruitore che smarrito, in un primo momento non riesce a capire se si tratta di uno scherzo o della realtà… in seguito data l’assurdità della segnalazione la interpreta come uno scherzo! Questa ironia è alla base del mio lavoro, poiché attraverso questo gioco ironico posso evidenziare quel mondo segreto che fa parte della vita sociale umana e di cui lo stato, il governo ne rifiuta la presenza.
...BY GFP/ART.
Spatial Concept (Incisions) • 12 opere
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POCHI SEGNI RACCONTANO LA VITA Camminando per la città incontriamo continuamente dei segnali, dei simboli [...]
POCHI SEGNI RACCONTANO LA VITA
Camminando per la città incontriamo continuamente dei segnali, dei simboli come ad esempio: cartelli segnaletici, segnali stradali e tanti altri elementi che testimoniano la presenza dell’uomo.
In questi ultimi anni con la nascita della rete, anche navigando su internet o semplicemente utilizzando il computer incontriamo dei simboli grafici che racchiudono nella loro essenzialità, un significato e una funzione. Osservando con un pizzico di attenzione questi simboli grafici, tutti noi pensiamo che siano il frutto di una società moderna, dettati dal crescente bisogno di regole e ordine che una metropoli sempre più richiede.
In realtà questo bisogno è insito nell’uomo da quando esso ha scoperto la consapevolezza di sé che è all’origine della religione e della giustizia, delle arti liberali e delle scienze, insomma del nostro essere umani. Sappiamo infatti che segni geometrici e astratti ( simboli grafici ) compaiono anche nelle pitture e nelle incisioni neolitiche (10 000-7000 a.C.).
Uomini e animali sono rappresentati in modo schematico: pochi segni essenziali infatti sono sufficienti al loro riconoscimento.
Mentre in precedenza l’arte paleolitica (40 000 anni fa) rappresenta esseri viventi in movimento, limitandosi ad una mimesi, una imitazione della natura come appare ai suoi occhi. Nell’ arte neolitica le immagini raccontano episodi di vita quotidiana dove l’uomo è protagonista assoluto conscio della sua consapevolezza.
Disegni schematici molto semplificati, come i graffiti della Valcamonica, vicino a Brescia, sono caratteristici di un’arte che non imita la natura, ma racconta con pochi segni la vita quotidiana.
Nessuno può dire con certezza da quale motivo fossero spinti questi uomini, nostri lontani antenati, che scendevano in fondo alla grotta per lasciarci queste prodigiose testimonianze della loro esistenza.
Il bisogno di rappresentare attraverso un simbolo grafico la propria esistenza è fondamentale, considerando anche il fatto che quel simbolo deve essere letto da un ipotetico fruitore. Questi segni grafici diventano così la più grande invenzione, superiore a quella della pietra sgrezzata e della conservazione del fuoco, una tappa fondamentale del cammino dell’uomo che ne determinerà lo sviluppo verso la civiltà che tutti conosciamo.
Parallelamente all’evoluzione umana anche i segni e i simboli si evolvono, come ad esempio i Geroglifici Egizi che diventano un mezzo di comunicazione sempre più elaborato, tanto da diventare una vero e proprio alfabeto per immagini.
La nascita della scrittura fece accantonare per molti anni questa forma di comunicazione.
Ma, fu con lo sviluppo delle moderne metropoli e con l’inizio della globalizzazione, che si sente il bisogno di un linguaggio universale comprensibile a tutti in tutte le parti del mondo civilizzato.
Questo avvenne molto tempo dopo intorno agli anni 30 con l’avvento di un filosofo economista di nome Neurath che elaborò un rivoluzionari sistema di comunicazione visiva dell’informazione.
ISOTYPE, LA PAROLA DISEGNATA
Come dicevamo prima la nostra esistenza è costellata di simboli, anzi di pittogrammi: l"omino verde sul semaforo, il cestino sulla scrivania del computer, la croce del pronto soccorso. Quotidianamente ci affidiamo a un alfabeto di segni che ci indicano l"uscita, il ristorante, la toilette delle signore. Che ci permettono di individuare, anche in un paese straniero di cui non conosciamo la lingua, la strada verso l"aeroporto, l"ufficio postale o l"ufficio di cambio.
Senza lettere e senza parole ci forniscono in modo immediato e intuitivo, ma al tempo stesso pregnante, informazioni di ogni genere. Al posto delle lettere e delle loro sequenze, a significare sono dei segni, o meglio un sistema di segni, una scrittura pittorica educativa.
A inventarla, a partire dalla seconda metà degli anni Venti, è stato Otto Neurath, filosofo, economista, politico e sociologo austriaco (1882-1924), tra i fondatori del Circolo di Vienna - con la collaborazione del grafico Gerd Arntz. Lo spirito dell"iniziativa è tipicamente neopositivista: si vuole creare una lingua universale, internazionale, che possa informare ed educare il maggior numero di persone attraverso un sistema di immagini dotate di senso; in altre parole, una scrittura ideografica che tuttavia sia molto di più di un linguaggio figurativo, ma una categoria di interpretazione degli eventi, umani e sociali; uno strumento per suggerire all"uomo nuove e più chiare direzioni del ragionamento. Isotype (International System of Typographic Picture Education, questo il nome del sistema di pittogrammi concepito da Neurath) non esaurisce la sua funzione nella pur rilevante utilità pratica; è anche, e soprattutto, la base per costruire un avvicinamento tra i popoli del mondo, tra le diverse nazionalità, e fornisce lo stimolo per risolvere i problemi dell"educazione internazionale. «Le immagini hanno un effetto maggiore e un"esistenza più lunga rispetto alle frasi. Le parole dividono, le immagini uniscono»: è sulla base di tali assunti che Neurath fissa le regole base della nuova sintassi per immagini e che Arntz ne realizza i primi esempi. I segni di Isotype devono essere simboli "vivi": chiaramente leggibili, ben differenziati l"uno dall"altro, semplici e tali da potere essere
allineati, proprio come le lettere in una frase, facilmente memorizzabili e con un significato evidente. Per evitare la confusione, sette sono i colori fondamentali utilizzati nell"elaborazione dei pittogrammi: bianco, blu, verde, giallo, rosso, marrone, nero.
Se la lettera è il termine ultimo di un processo di stilizzazione, cioè di una semplificazione delle immagini, con Isotype si cerca di compiere il percorso inverso rispetto a quello dell"invenzione dell"alfabeto, recuperando il passaggio intermedio rappresentato dal pittogramma: l"immagine dotata di un valore di senso icastico. Una serie di immagini di questo genere, in grado di ritrarre la realtà, costituisce la lingua elementare e figurativa voluta da Neurath, la cui applicazione interessa oggi gli ambiti più svariati: dalla segnaletica stradale all"infografica dei quotidiani, dalle icone dei personal computer alle cartine meteorologiche. Gli esempi sono infiniti, così come le rielaborazioni di Isotype.
SEGNALI INQUIETI
Dalla invenzione di Neurath in poi avviene una metamorfosi della metropoli che trasforma le nostre città riempiendole di segnali e cartelli per tutti i nostri bisogni.
Ambiente urbano, segnaletica, cultura di massa conducono a una riflessione sugli anni che hanno visto la nascita e il consolidamento di una società che necessita e che ha originato l’insieme di questo sistema di scrittura industriale collettiva, di questo codice logo-iconico a lettura immediata e universale.
Sono gli anni sessanta quelli del benessere, del boom economico che registrano il distacco dagli anni cinquanta, ancora segnati dai traumi emotivi causati dal secondo conflitto mondiale.
In tutti i paesi di cultura occidentale la ripresa postbellica è ormai in pieno sviluppo, il contesto metropolitano assume declinazioni e potenzialità in rapida evoluzione; le realtà massmediali e tecnologiche e nuove forme di comunicazione sempre più veloci e assordanti condizionano gli equilibri e ritmi del tempo e dello spazio, mutano il volto e la struttura dell’ambiente urbano, influenzano la qualità della vita, i rapporti sociali, le aspettative individuali.
La città appare coloratissima, accattivante e contraddittoria nel proporre un numero infinito di simboli visivi; affiches pubblicitarie dalla grafica più diversa, annunci di vendita e di commercio, passi transitabili e simboli direzionali della segnaletica stradale.
A questa nuova condizione massificata, industrializzata e sempre più rispondente a canoni standardizzati, gli Artisti rispondono con la propria esperienza e con il proprio bagaglio culturale.
UN NUOVO ECOSISTEMA
Dopo questa piccola introduzione storica che ci ha permesso di capire l’origine di tutto questo sistema di comunicazione, possiamo introdurre la mia personale ricerca artistica e sociologica.
Il mio sviluppo, la mia crescita, è stata costellata da questo sistema di comunicazione che mi tormentato fin da piccolo. Quotidianamente anche per respirare abbiamo bisogno di un piccolo cartello che ci indichi se l’aria è respirabile o inquinata… ne siamo così dipendenti che li diamo per scontati un po’ come il sole la luna, gli alberi, il mare, pensiamo facciano parte del nostro ecosistema…Diciamo che etichettare tutto è la cosa che a noi uomini riesce meglio.
Detto questo penso sia facile capire che gli elementi grafici che ho utilizzato nelle mie incisioni, riescano bene ad esprimere un significato che và ben oltre il significato che assumono fra le mura delle nostre città.
Come molti artisti dopo gli anni sessanta (influenzati da tutti i mezzi di comunicazione di massa), la mia ricerca parte dal bombardamento visivo che quotidianamente tutti noi siamo costretti a subire.
Le prime incisioni da me realizzate erano molto simili a pagine pubblicitarie ma inseguito i simboli iconici che io introducevo diventano il soggetto, sostituendosi totalmente.
MY SELF
La continua ricerca concettuale, mi ha spinto ad indagare me stesso, come essere vivente facente parte della società contemporanea. Tutto questo trasforma “me stesso” o la “mia personalità” in un prodotto o in un consumatore e come tale etichettato imballato, riconosciuto soltanto attraverso un numero un codice (codice fiscale) dalla società.
Su questo tema ho realizzato diverse incisioni che diventano un autoritratto intitolato “My self” raffigurante il mio codice fiscale che diventa un codice a barre tipico dei prodotti di rapido consumo.
...BY GFP/ART.
Camminando per la città incontriamo continuamente dei segnali, dei simboli come ad esempio: cartelli segnaletici, segnali stradali e tanti altri elementi che testimoniano la presenza dell’uomo.
In questi ultimi anni con la nascita della rete, anche navigando su internet o semplicemente utilizzando il computer incontriamo dei simboli grafici che racchiudono nella loro essenzialità, un significato e una funzione. Osservando con un pizzico di attenzione questi simboli grafici, tutti noi pensiamo che siano il frutto di una società moderna, dettati dal crescente bisogno di regole e ordine che una metropoli sempre più richiede.
In realtà questo bisogno è insito nell’uomo da quando esso ha scoperto la consapevolezza di sé che è all’origine della religione e della giustizia, delle arti liberali e delle scienze, insomma del nostro essere umani. Sappiamo infatti che segni geometrici e astratti ( simboli grafici ) compaiono anche nelle pitture e nelle incisioni neolitiche (10 000-7000 a.C.).
Uomini e animali sono rappresentati in modo schematico: pochi segni essenziali infatti sono sufficienti al loro riconoscimento.
Mentre in precedenza l’arte paleolitica (40 000 anni fa) rappresenta esseri viventi in movimento, limitandosi ad una mimesi, una imitazione della natura come appare ai suoi occhi. Nell’ arte neolitica le immagini raccontano episodi di vita quotidiana dove l’uomo è protagonista assoluto conscio della sua consapevolezza.
Disegni schematici molto semplificati, come i graffiti della Valcamonica, vicino a Brescia, sono caratteristici di un’arte che non imita la natura, ma racconta con pochi segni la vita quotidiana.
Nessuno può dire con certezza da quale motivo fossero spinti questi uomini, nostri lontani antenati, che scendevano in fondo alla grotta per lasciarci queste prodigiose testimonianze della loro esistenza.
Il bisogno di rappresentare attraverso un simbolo grafico la propria esistenza è fondamentale, considerando anche il fatto che quel simbolo deve essere letto da un ipotetico fruitore. Questi segni grafici diventano così la più grande invenzione, superiore a quella della pietra sgrezzata e della conservazione del fuoco, una tappa fondamentale del cammino dell’uomo che ne determinerà lo sviluppo verso la civiltà che tutti conosciamo.
Parallelamente all’evoluzione umana anche i segni e i simboli si evolvono, come ad esempio i Geroglifici Egizi che diventano un mezzo di comunicazione sempre più elaborato, tanto da diventare una vero e proprio alfabeto per immagini.
La nascita della scrittura fece accantonare per molti anni questa forma di comunicazione.
Ma, fu con lo sviluppo delle moderne metropoli e con l’inizio della globalizzazione, che si sente il bisogno di un linguaggio universale comprensibile a tutti in tutte le parti del mondo civilizzato.
Questo avvenne molto tempo dopo intorno agli anni 30 con l’avvento di un filosofo economista di nome Neurath che elaborò un rivoluzionari sistema di comunicazione visiva dell’informazione.
ISOTYPE, LA PAROLA DISEGNATA
Come dicevamo prima la nostra esistenza è costellata di simboli, anzi di pittogrammi: l"omino verde sul semaforo, il cestino sulla scrivania del computer, la croce del pronto soccorso. Quotidianamente ci affidiamo a un alfabeto di segni che ci indicano l"uscita, il ristorante, la toilette delle signore. Che ci permettono di individuare, anche in un paese straniero di cui non conosciamo la lingua, la strada verso l"aeroporto, l"ufficio postale o l"ufficio di cambio.
Senza lettere e senza parole ci forniscono in modo immediato e intuitivo, ma al tempo stesso pregnante, informazioni di ogni genere. Al posto delle lettere e delle loro sequenze, a significare sono dei segni, o meglio un sistema di segni, una scrittura pittorica educativa.
A inventarla, a partire dalla seconda metà degli anni Venti, è stato Otto Neurath, filosofo, economista, politico e sociologo austriaco (1882-1924), tra i fondatori del Circolo di Vienna - con la collaborazione del grafico Gerd Arntz. Lo spirito dell"iniziativa è tipicamente neopositivista: si vuole creare una lingua universale, internazionale, che possa informare ed educare il maggior numero di persone attraverso un sistema di immagini dotate di senso; in altre parole, una scrittura ideografica che tuttavia sia molto di più di un linguaggio figurativo, ma una categoria di interpretazione degli eventi, umani e sociali; uno strumento per suggerire all"uomo nuove e più chiare direzioni del ragionamento. Isotype (International System of Typographic Picture Education, questo il nome del sistema di pittogrammi concepito da Neurath) non esaurisce la sua funzione nella pur rilevante utilità pratica; è anche, e soprattutto, la base per costruire un avvicinamento tra i popoli del mondo, tra le diverse nazionalità, e fornisce lo stimolo per risolvere i problemi dell"educazione internazionale. «Le immagini hanno un effetto maggiore e un"esistenza più lunga rispetto alle frasi. Le parole dividono, le immagini uniscono»: è sulla base di tali assunti che Neurath fissa le regole base della nuova sintassi per immagini e che Arntz ne realizza i primi esempi. I segni di Isotype devono essere simboli "vivi": chiaramente leggibili, ben differenziati l"uno dall"altro, semplici e tali da potere essere
allineati, proprio come le lettere in una frase, facilmente memorizzabili e con un significato evidente. Per evitare la confusione, sette sono i colori fondamentali utilizzati nell"elaborazione dei pittogrammi: bianco, blu, verde, giallo, rosso, marrone, nero.
Se la lettera è il termine ultimo di un processo di stilizzazione, cioè di una semplificazione delle immagini, con Isotype si cerca di compiere il percorso inverso rispetto a quello dell"invenzione dell"alfabeto, recuperando il passaggio intermedio rappresentato dal pittogramma: l"immagine dotata di un valore di senso icastico. Una serie di immagini di questo genere, in grado di ritrarre la realtà, costituisce la lingua elementare e figurativa voluta da Neurath, la cui applicazione interessa oggi gli ambiti più svariati: dalla segnaletica stradale all"infografica dei quotidiani, dalle icone dei personal computer alle cartine meteorologiche. Gli esempi sono infiniti, così come le rielaborazioni di Isotype.
SEGNALI INQUIETI
Dalla invenzione di Neurath in poi avviene una metamorfosi della metropoli che trasforma le nostre città riempiendole di segnali e cartelli per tutti i nostri bisogni.
Ambiente urbano, segnaletica, cultura di massa conducono a una riflessione sugli anni che hanno visto la nascita e il consolidamento di una società che necessita e che ha originato l’insieme di questo sistema di scrittura industriale collettiva, di questo codice logo-iconico a lettura immediata e universale.
Sono gli anni sessanta quelli del benessere, del boom economico che registrano il distacco dagli anni cinquanta, ancora segnati dai traumi emotivi causati dal secondo conflitto mondiale.
In tutti i paesi di cultura occidentale la ripresa postbellica è ormai in pieno sviluppo, il contesto metropolitano assume declinazioni e potenzialità in rapida evoluzione; le realtà massmediali e tecnologiche e nuove forme di comunicazione sempre più veloci e assordanti condizionano gli equilibri e ritmi del tempo e dello spazio, mutano il volto e la struttura dell’ambiente urbano, influenzano la qualità della vita, i rapporti sociali, le aspettative individuali.
La città appare coloratissima, accattivante e contraddittoria nel proporre un numero infinito di simboli visivi; affiches pubblicitarie dalla grafica più diversa, annunci di vendita e di commercio, passi transitabili e simboli direzionali della segnaletica stradale.
A questa nuova condizione massificata, industrializzata e sempre più rispondente a canoni standardizzati, gli Artisti rispondono con la propria esperienza e con il proprio bagaglio culturale.
UN NUOVO ECOSISTEMA
Dopo questa piccola introduzione storica che ci ha permesso di capire l’origine di tutto questo sistema di comunicazione, possiamo introdurre la mia personale ricerca artistica e sociologica.
Il mio sviluppo, la mia crescita, è stata costellata da questo sistema di comunicazione che mi tormentato fin da piccolo. Quotidianamente anche per respirare abbiamo bisogno di un piccolo cartello che ci indichi se l’aria è respirabile o inquinata… ne siamo così dipendenti che li diamo per scontati un po’ come il sole la luna, gli alberi, il mare, pensiamo facciano parte del nostro ecosistema…Diciamo che etichettare tutto è la cosa che a noi uomini riesce meglio.
Detto questo penso sia facile capire che gli elementi grafici che ho utilizzato nelle mie incisioni, riescano bene ad esprimere un significato che và ben oltre il significato che assumono fra le mura delle nostre città.
Come molti artisti dopo gli anni sessanta (influenzati da tutti i mezzi di comunicazione di massa), la mia ricerca parte dal bombardamento visivo che quotidianamente tutti noi siamo costretti a subire.
Le prime incisioni da me realizzate erano molto simili a pagine pubblicitarie ma inseguito i simboli iconici che io introducevo diventano il soggetto, sostituendosi totalmente.
MY SELF
La continua ricerca concettuale, mi ha spinto ad indagare me stesso, come essere vivente facente parte della società contemporanea. Tutto questo trasforma “me stesso” o la “mia personalità” in un prodotto o in un consumatore e come tale etichettato imballato, riconosciuto soltanto attraverso un numero un codice (codice fiscale) dalla società.
Su questo tema ho realizzato diverse incisioni che diventano un autoritratto intitolato “My self” raffigurante il mio codice fiscale che diventa un codice a barre tipico dei prodotti di rapido consumo.
...BY GFP/ART.
Street (installation) • 24 opere
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Isotype (International System of Typographic Picture Education), questo il nome del primo sistema di [...]
Isotype (International System of Typographic Picture Education), questo il nome del primo sistema di pittogrammi universale concepito negli anni trenta dal filosofo, economista politico e sociologo tedesco Otto Neurath. Con la comparsa di questo sistema globale di comunicazione visiva, l’uomo è riuscito a creare una sorta di linguaggio universale (con le immagini) racchiudendo in se tutte le abitudini del genere umano e tutti i suoi bisogni. Ne sono un esempio la segnaletica stradale e tutti i cartelli dei luoghi pubblici. Camminando fra le strade delle nostre metropoli troviamo dei cartelli informativi che ci aiutano a trovare parcheggi aree pubbliche, piazze, ristoranti, ecc… tutto quello che è convenzionale per la società viene rappresentato attraverso un cartello informativo… ma l’uomo nasconde sempre dei segreti e tutto quello che riguarda la sua vita non è sempre convenzionale. La strada ad esempio è fatta di un mondo “Nascosto” che tutti conoscono ma di cui nessuno parla, facendo finta che non esista. Ed è proprio sugli spazi urbani determinati che si svolge la mia ricerca artistica e sociologica, indagando la vita di un uomo sempre diverso che vive in luoghi e si muove in spazi determinati dalla propria classe sociale.
Gli interventi di Urban Art, sono innumerevoli fra le mura delle metropoli, sorgono ai margini di un sistema di comunicazione e di rappresentazione che è insieme esclusivo e onnipresente, e non sembra lasciare spazi liberi. Essi possono soltanto occupare quegli “spazi provvisoriamente trascurati” dal sistema dei mezzi di comunicazione di massa, insinuandosi fra un messaggio e l’altro, riadattando canali di comunicazione già esistenti o inventandone di nuovi. Sono molti gli artisti che hanno inventato, attraverso un “mix logo-iconico”, dei nuovi messaggi urbani estranei a quelli che abitualmente vediamo e che spesso utilizzano un linguaggio personale o ispirato al mondo dei fumetti. Il mio lavoro evidenzia quegli interventi grafici in cui le stesse immagini iconiche convenzionali vengono rielaborate, alterate al fine di creare un senso di incertezza al fruitore. Questo sistema viene detto “Disordinazione” o avanguardia subliminale di massa ed a prima vista sembra caratterizzato dalla affissione di Stikers, ma in realtà i materiali utilizzati sono di vario genere e provenienza. I miei interventi urbani rielaborano, come ho specificato, un linguaggio “iconico convenzionale esistente” che tutti leggono quotidianamente fra le mura delle città: quello di isotype! Ma lo stravolge rivoluzionandolo, da qui la dicitura “ISOTYPE REVOLUTION”. Evidenziare attraverso questo linguaggio degli spazi pubblici non convenzionali, ma esistenti in aree pubbliche suburbane diventa lo scopo del mio lavoro. I miei cartelli simili ai cartelli della segnaletica stradale, nei materiali e nel linguaggio grafico, fungono una volta installati nei luoghi pubblici da “evidenziatore” all’occhi del fruitore che smarrito, in un primo momento non riesce a capire se si tratta di uno scherzo o della realtà… in seguito data l’assurdità della segnalazione la interpreta come uno scherzo! Questa ironia è alla base del mio lavoro, poiché attraverso questo gioco ironico posso evidenziare quel mondo segreto che fa parte della vita sociale umana e di cui lo stato, il governo ne rifiuta la presenza.
...BY GFP/ART.
Gli interventi di Urban Art, sono innumerevoli fra le mura delle metropoli, sorgono ai margini di un sistema di comunicazione e di rappresentazione che è insieme esclusivo e onnipresente, e non sembra lasciare spazi liberi. Essi possono soltanto occupare quegli “spazi provvisoriamente trascurati” dal sistema dei mezzi di comunicazione di massa, insinuandosi fra un messaggio e l’altro, riadattando canali di comunicazione già esistenti o inventandone di nuovi. Sono molti gli artisti che hanno inventato, attraverso un “mix logo-iconico”, dei nuovi messaggi urbani estranei a quelli che abitualmente vediamo e che spesso utilizzano un linguaggio personale o ispirato al mondo dei fumetti. Il mio lavoro evidenzia quegli interventi grafici in cui le stesse immagini iconiche convenzionali vengono rielaborate, alterate al fine di creare un senso di incertezza al fruitore. Questo sistema viene detto “Disordinazione” o avanguardia subliminale di massa ed a prima vista sembra caratterizzato dalla affissione di Stikers, ma in realtà i materiali utilizzati sono di vario genere e provenienza. I miei interventi urbani rielaborano, come ho specificato, un linguaggio “iconico convenzionale esistente” che tutti leggono quotidianamente fra le mura delle città: quello di isotype! Ma lo stravolge rivoluzionandolo, da qui la dicitura “ISOTYPE REVOLUTION”. Evidenziare attraverso questo linguaggio degli spazi pubblici non convenzionali, ma esistenti in aree pubbliche suburbane diventa lo scopo del mio lavoro. I miei cartelli simili ai cartelli della segnaletica stradale, nei materiali e nel linguaggio grafico, fungono una volta installati nei luoghi pubblici da “evidenziatore” all’occhi del fruitore che smarrito, in un primo momento non riesce a capire se si tratta di uno scherzo o della realtà… in seguito data l’assurdità della segnalazione la interpreta come uno scherzo! Questa ironia è alla base del mio lavoro, poiché attraverso questo gioco ironico posso evidenziare quel mondo segreto che fa parte della vita sociale umana e di cui lo stato, il governo ne rifiuta la presenza.
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