Guerre stellari (2023) Dijital Sanat Silvio Motta tarafından

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  • Orijinal sanat Dijital Sanat, Dijital baskı / 2D Dijital Çalışma
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  • Sanat eserinin durumu Eser mükemmel durumda
  • Kategoriler Gerçeküstücülük Bilimkurgu
retro-stampa a getto d'inchiostro su plexiglas. "La Vecchia Repubblica era la Repubblica del Mito, gran­de più dello spazio e del tempo. Non occorre dire dove si trovava né da dove veniva, basti sapere che era La Re­pubblica. Sotto il saggio governo del Senato e salvaguardata dai Cavalieri[...]
retro-stampa a getto d'inchiostro su plexiglas.

"La Vecchia Repubblica era la Repubblica del Mito, gran­de più dello spazio e del tempo. Non occorre dire dove si trovava né da dove veniva, basti sapere che era La Re­pubblica.
Sotto il saggio governo del Senato e salvaguardata dai Cavalieri di Jedi la Repubblica prosperava. Ma spesso, quando il benessere e la potenza raggiungono l’eccesso, si fanno avanti le forze del male e con esse la cupidigia.
Così avvenne quando la Repubblica era al culmine della sua magnificenza. Come certi alberi in apparenza forti che hanno resistito a tutte le intemperie, la Repubblica si stava sgretolando dall’interno marcendo senza alcun segno esteriore del suo decadimento.
Con la complicità di elementi del governo assetati di pote­
re e di gruppi d’interesse del mondo degli affari l’ambizioso senatore Palpatine riuscì a farsi nominare presidente della Repubblica. Aveva promesso di porre fine alle lotte intesti­ne e di riportare la Repubblica alla sua antica grandezza.
Ma non appena fu insediato si proclamò Imperatore ed eresse un muro invisibile fra sé e il popolo. Falsi consiglie­ri e lacchè cui egli aveva conferito alte cariche fecero in modo che il grido di giustizia degli umili non giungesse mai alle sue orecchie.
Eliminati con il tradimento e la calunnia i Cavalieri di Jedi, garanti della giustizia nella galassia, i luogotenenti e burocrati imperiali avevano ormai via libera per instaura­re un regime di terrore contro cui le altre forze della galassia erano impotenti o non se la sentivano di intervenire."

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Silvio Motta, nato a Heidelberg in Germania, si laurea nel 1988 in progettazione architettonica presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Parallelamente agli studi di architettura, ha frequentato[...]

Silvio Motta, nato a Heidelberg in Germania, si laurea nel 1988 in progettazione architettonica presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Parallelamente agli studi di architettura, ha frequentato dall’età di 16 anni il Teatro dell’Acqua di Gargnano condotto dai fratelli Lievi quale assistente alla scenografia di Daniele Lievi, esperienza culminata nel 1984 con il premio UBU per il miglior spettacolo di avanguardia per “Barbablù” di G.Trackl,  Biennale di Venezia. Dopo la laurea inizia una collaborazione con lo scenografo Tobia Ercolino presso il Teatro Rifredi di Firenze conclusasi con il premio UBU per la miglior scenografia nel 1991 per “Improvvisamente l’estate scorsa” di T.Williams, regia di Cherif, Teatro Testoni di Bologna. Nel 1994 si trasferisce in Germania dove alterna collaborazioni presso studi associati di architettura (Prof. Nestler, BDP a Monaco), al lavoro di scenografo costumista per numerose produzioni teatrali nei paesi di lingua tedesca. Nel 2021 ottiene il Premio alla carriera per il lavoro di scenografo al Film Festival di Afragola, Napoli. La produzione artistica prosegue parallelamente alle altre attività e insegue un’ispirazione intima in cui realtà e fantasia tendono a sovrapporsi alla ricerca di una mappa di sopravvivenza come già nella sua prima personale presso la Galleria Multimedia di Romana Loda a Brescia nel 1991.A partire da metà degli anni ’90 l’utilizzo sempre più frequente del video quale forma di “quinta dinamica” ereditato dalla pratica teatrale condurrà ad una serie di installazioni multimediali “site specific”: tra gli altri l’installazione video "29MUC7 - la croce e il quadrato”, mandala psichedelico (Festival Emmas, Olbia 2004)  i cui singoli frame video sono altrettanti light boxes; “Adamello il cuore trasparente” (MUSIL di Cedegolo, 2011), video girato riprendendo i sette torrenti dell’ Adamello e la sua sorgente sul ghiacciaio alla ricerca dell’essenza “spirituale” di ciascuna valle evidenziato infine da un codice colorato a barre ricavato dai colori riflessi nelle differenti acque; “Sospensioni cromatiche” (Tagliata del Ponale, 2007) dove la proiezione di immagini ispirate dalle poesie di H.Michaux contrastano con la superficie corrugata delle caverne del forte austriaco scavato nel cuore della montagna; “Chi cerca l’uomo trova l’homo pubblicitarius” (Galleria Inga Pin, Milano 2007) in collaborazione con Gianfranco Milanesi . Negli anni 2000 la dimensione digitale acquista una nuova dimensione narrativa con il lavoro presentato nella collettiva “Being Human, Haitsma’s way” (Spazio Contemporanea a Brescia, 2013), in parte esposto oggi presso lo Spazio Milesi; scrive a proposito Giampietro Guiotto: “La collettiva “Being Human, Haitsma’s way” si presenta come una riflessione sull’incerta identità umana nell’età contemporanea e sulle difficoltà del pensiero filosofico ed estetico di alleviarne la tragicità del vivere… "

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