Aggiunto il 9 apr 2023
La ricerca non inibita
Nelle opere di Marcello Aprea c'e' puro pensiero nella ricerca non inibita del colore. Traslare la luce, filtrarla, piegarla a infiniti giochi, senza per questo temere il fuoco di orizzonti
sconosciuti.
Ricerche che plasmate in tempera danno spazi metafisici ad oggetti delquotidiano. La natura nelle spaziose rinascite arcobaleni,non porta tracce di tempesta. Solo stupore di fronte all'eterno divenire, alla metamorfosi che dilaga. Senza fatica l'artista si muove nelle linee estetizzanti, negando la storia per plasmarle sonnacchiosa, irriverente, dolce, inafferrabile.
Coinvolge la luce, ed e' regina di ironici sberleffi, nei colori forti e decisi di chi e' svegliato dal sole.
Il colore, mitologico ricordo, di un'eta' dell'oro e' il padrone assoluto, le linee architettoniche hanno una funzione pratica, servono a incorniciare, a fermare, cio' che l'artista col suo occhio ha visto, prima del pennello. Le evanescenze spaziali sono abbracciate da linee danzanti, fluide, non esistono chiaro-scuri e le geometrie scardinanti, sono una danza di elfi.
Carmen Moscariello, gennaio 2006
Una realtà onirica
Dopo aver esaminato i tanti pezzi della Mostra (alla Galleria della Corte Comunale di Formia
del gennaio 2006, ndr) ho tratto le debite considerazioni che qui di seguito riassumo.
Quella di Marcello Aprea non è nè Pittura nè Scultura ma, al tempo stesso, l'Una e l'Altra.
A convincere di più sono le composizioni tamburate, colorate, piuttosto che quelle piane...assai, epperò, interessanti per le suggestioni cromatiche di cui sono intessute e che evocano fino a farne partecipe dell'ideazione e della realizzazzione chi le guarda. Le une e le altre riflettono una realtà onirica che si modula sulla memoria inconscia di tempi fuori del tempo, allo stesso tempo passati e futuri, che fa fatica a misurarsi con il presente forse perchè Marcello Aprea lo vive rimuovendolo convinto che esso è senza Storia. La plasticità, commista al colore, è quello che connota la produzione artistica del grande Informaticologo.
Non so perchè, vedendo le sue opere sono riandato alle statue romane da cui il tempo ha
cancellato i colori restituendoli alla fredda pietra. Non è che Egli voglia ridotare la plasticità della policromia che forse le manca ?! Se cosi fosse, come temo e spero, allora siamo in presenza di una grande intuizione cui va data ancor più forma e colore. Temo, perchè si tratta di una via erta e arta, difficile da calcare fino in fondo. Spero, perchè, percorrendola tutta, può riportare l'arte alla dispersa agognata meta.
Mario Piccolino, gennaio 2006
Entrare in un caleidoscopio
Guardare i tuoi quadri è come entrare in un caleidoscopio e farne parte.I protagonisti: colore e linea, si muovono negli spazi componendosi e scomponendosi all'infinito suscitando continue e nuove emozioni. Il colore ti coinvolge con la magia delle mille sfaccettature e permette alla fantasia di spaziare, interpretare, ricercare l'essenza del tuo pensiero che si esprime con la massima libertà. E questa libertà è preziosa nella pittura come in tutte le manifestazioni artistiche nelle quali l'artista si misura con se stesso lontano da mode e luoghi comuni. "In bocca al lupo” Marcello ! e di cuore tanti auguri per la tua carriera artistica.
Con affetto.
Ilaria Liberace , Formia 5.01.2006