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Marco Maiorano

Back to list Added Dec 13, 2005

DIPINGeremo 2006 - dal Blog di MichelaPibiri ()

21 AGOSTO 2006
DipingEREMO e dintorni: l'estate Celestiniana di Sulmona vista da dentro (e col cuore)


Dal 17 al 19 Agosto, la città di Sulmona (patria di Ovidio e dei celeberimi confetti) ha ospitato la prima edizione di un festival che nasce dall'esigenza di far riemergere il messaggio di pace e perdono universale di Celestino V, che, prima ancora che Papa capace di rifiutare il soglio pontificio in vista di valori trascendenti, fu principalmente uomo semplice e umilissimo che, votatosi alla solitudine e alla riflessione, trascorse in armonia con la natura e con gli uomini buona parte della propria esistenza di frate eremita sul Monte Morrone, ai cui piedi Sulmona si stende.
Il valore di un tale messaggio va oltre qualunque questione inerente a credo e confessioni religiose, e si amplifica alla luce dei fatti che attualmente continuano ad insanguinare il Medio Oriente e altre zone della terra che di norma non compaiono in cima alle classifiche della cronaca.
Sul numero agostano di ZAC si legge:
Anno Domini 2006: è ancora tempo di guerra. Mentre le bombe continuano a piovere nel cielo del Medio Oriente, sulla montagna sacra, sul monte Morrone, lì dove Celestino V si rifugiò in preghiera e meditazione, un gruppo spontaneo di operatori culturali si stringe intorno al messaggio di pace di Pietro (nome secolare di Celestino V, nda). Meditazione e azione sull'Eremo di Sant'Onofrio (colui che costruì il rifugio di Celestino V), meditazione e arte. Questa sarà l'"Estate Celestiniana" a Sulmona: tre giorni, dal 17 al 19 Agosto, all'insegna del "fare la pace". Farla con i quadri, con il dialogo, con la storia e la storia dell'arte, con il cinema, con il teatro, con l'enogastronomia, con i bambini. Un programma ricco e intenso per tornare a vivere i luoghi delle riflessione: quello fisico sul monte Morrone e quello immaginario dell'anima.


Non è difficile intuire, per chi legge, il senso ecumenico di una tale iniziativa. Ecumenico sul piano umano come su quello culturale: si è convolta ogni fascia di età ed ogni forma di espressione artistica, ricercando in essa il valore prettamente antropologico e sociale del coinvolgimento e della condivisione. Più difficile è per me descrivere cosa tutto questo abbia rappresentato al di là di ogni definizione programmatica e di ogni retorica. Si fa tanto parlare di pace e solidarietà, ma non sempre si riesce a scendere in campo o sentirsi veramente parte di chi ci ci circonda.
Stavolta, l'esperienza è stata totalizzante.
Ho avuto la rara occasione di partecipare all'Estate Celestiniana in qualità di membro della giuria del concorso di pittura estemporanea DipingEREMO, che nasce da un'idea di Marco Maiorano, membro del gruppo Corpo Scenico attivo principalmente a Bologna. Marco ha pensato di invitare ventuno giovani artisti a realizzare, nell'arco di una giornata, un'opera pittorica liberamente ispirata al tema "Luoghi di pace: visioni dal sentiero di Celestino V". Gli artisti hanno lavorato en plain air, sistemandosi su diverse tappe del lungo e scosceso cammino (praticabile solo a piedi o a dorso d'asino) che porta all'Eremo di Sant'Onofrio al Morrone e all'interno dell'Eremo stesso. Un chiaro percorso di ascesa spirituale ed interiore: teatro ideale per la realizzazione concreta di una riflessione.
La giuria era presieduta da Doron Elia, artista di fama internazionale che vive e lavora ad Haifa, dove insegna storia dell'arte in una delle poche università miste (etnicamente parlando) d'Israele; la giornata del 18 agosto, occupata completamente dall'estemporanea, si è aperta proprio con l'inaugurazione di una sua bellissima personale all'interno dell'Eremo.

Con me in giuria, c'erano, oltre a Marco Maiorano, Serena Dell'Aira, storico dell'arte e direttrice dell'associazione culturale Micro di Roma, e il critico letterario Massimo Sannelli.

A questo punto, mi ci vorrebbero pagine e pagine (altro che blog!) per rendere giustizia all'intensità dell'esperienza, all'empatia creatasi con gli artisti, i membri della giuria e gli organizzatori dell'evento. Ammesso che se ne possa parlare, non riuscirei in nessun modo a descrivere il clima creatosi, la straordinaria confluenza di energie intorno al medesimo luogo, il valore del dialogo e della condivisione costante, del coesistere pacifico di diverse istanze ed interpretazioni del medesimo tema. Tutto è stato vissuto nel totale appagamento di sensi e spirito.

La professionalità richiesta dal ruolo di giurata, ha, oltretutto, prosciugato per un po' la mia vena strettamente critica ed analitica. Il nostro lavoro è stato incredibilmente impegnativo, un po' per via di punti di vista spesso molto discrepanti (per cui il confronto è stato sempre vivace e stimolantissimo), un po' per via del livello generalmente altissimo delle opere realizzate. Gli artisti ( i cui nomi riporto qui di seguito in ordine alfabetico, e, ragazzi, perdonatemi per l'arido elenco: Alessandra Abbruzzese, Barbara Agreste, Maurizio Carriero, Francesca Casolani, Valentina Colella , Alexandra Comas Hugas, Francesco Cuna, Ivan D'Antonio, Roberto Di Rocco, Rossella Fava, Tommaso Garavini, Chiara Lera, Lorenzo Lucci, Mirco Marcacci, Giovanna Noia, Massimiliano William Santoleri, Ariel Schneier, Rafael Schneier, Fabrizio Sebastiani, Tina Sgrò e Alessandro Vitale) hanno lavorato in piena autonomia, ciascuno seguendo il proprio percorso personale pur nell'adesione al tema proposto: i risultati sono stati sorprendenti per qualità e varietà di interpretazioni.

E'stato talmente difficile classificare tassativamente i lavori, di cui abbiamo seguito per tutto il giorno la genesi e l'iter formativo, interagendo costantemente con gli artisti (a rischio di dar loro fastidio con le nostre domande!), che non abbiamo potuto fare altro che assegnare ben due premi (il primo e il secondo) ex aequo. Ma non sembra che gli artisti si siano risentiti, per questo...

Il parziale resoconto che riesco a fornire è coadiuvato dalle immagini che mi sono divertita a scattare durante l'estemporanea e durante la serata conclusiva del festival, nella quale, tra le altre cose e dopo la premiazione, si sono esibiti i Baobab,accompagnando con le loro percussioni e danze africane l'iniziativa di Corpo Scenico che ha coinvolto tutti gli artisti in una performance di pittura che, dapprima improntata sulla pittura di figure in controluce/trasparenza su teli di nylon posizionati verticalmente (come accade di consueto nella poetica del gruppo), è poi sfociata in una catartica manifestazione di action painting collettiva.


Che dire di più? Si sono spese parole a fiumi sull'ottima riuscita della manifestazione e sulla massiccia partecipazine del pubblico. Si è espressa anche la speranza di poter riproporre la manifestazione nel corso degli anni, al fine di portare a galla nelle coscienze i temi della pace, del dialogo tra i popoli e l'insegnamento di un grande (che si sia credenti oppure no non ha importanza) padre spirituale, ma anche di valorizzare le risorse locali di una "città che dorme", come recita più avanti il sopracitato articolo di ZAC.
Per me, non sulmonese, non cattolica, pacifista ma non sempre pacifica, l'Estate Celestiniana ha rappresentato una porta spalancata all'improvviso su altre possibilità di esistenza. Sarà il luogo straordinario, o la splendida gente che ho conosciuto, o l'incontro fortuito con amici di vecchia data; ciò che so è che quest'esperienza rimane limpida e pulita, nella mia vita, come una bolla sospesa tra cielo e terra ma, in un certo senso, ancorata a entrambi.


Michela Pibiri

Artmajeur

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