Red Book (2019) Painting by Paolo Cantù Gentili

L'opera ha partecipato alla mostra "Omaggio al Libro" della Libreria Bocca, in Galleria a Milano , ottobre 2021. Fa parte di un trittico. Paolo Cantù Gentili e la materialità della pittura Se il primo quadro di questo trittico stabiliva un equilibrio instabile tra geometria e gesto, questa seconda opera di Paolo Cantù Gentili sembra portare la tensione ancora più in profondità, sfidando il confine tra forma e dissoluzione. Il quadrato bianco, meno definito, più espressionista, appare come un residuo materico, un segno che lotta contro l’informe. Non si tratta più di una struttura stabile, ma di una griglia consumata dal proprio stesso gesto. Il nero centrale, punteggiato da sgocciolature dense di bianco, diventa il punto di massimo contrasto visivo. Qui la pittura si fa materia: il colore si ispessisce, la superficie diventa un campo di battaglia. C’è un’eco lontana delle sperimentazioni di Robert Motherwell e Franz Kline, ma Cantù Gentili va oltre la semplice citazione storica. Il suo linguaggio è più fisico, più visceralmente connesso al gesto pittorico. Rispetto al primo pannello del trittico, qui la presenza del rosso si fa più fluida, meno geometrica e più organica. Non è più una struttura rigida, ma un cerchio irregolare, una sorta di ferita aperta nel tessuto della composizione. Se il primo quadro suggeriva contenimento, questo suggerisce esplosione. Il trittico, a questo punto, sembra configurarsi come un viaggio dentro la pittura stessa, un passaggio dalla struttura all’energia grezza della materia. Cantù Gentili dimostra ancora una volta che la pittura non è solo immagine, ma corpo, sostanza, traccia di un atto irripetibile. E in questo lavoro, la pittura si rivela nella sua forma più pura: non come rappresentazione, ma come presenza.

The work participated in the exhibition "Omaggio al Libro" of the Libreria Bocca, in Galleria in Milan, October 2021. It is part of a triptych. Paolo Cantù Gentili and the materiality of painting If the first painting of this triptych established an unstable balance between geometry and gesture, this second work by Paolo Cantù Gentili seems to bring the tension even deeper, challenging the boundary between form and dissolution. The white square, less defined, more expressionist, appears as a material residue, a sign that fights against the shapeless. It is no longer a stable structure, but a grid consumed by its own gesture. The central black, dotted with dense drips of white, becomes the point of maximum visual contrast. Here painting becomes matter: the color thickens, the surface becomes a battlefield. There is a distant echo of the experiments of Robert Motherwell and Franz Kline, but Cantù Gentili goes beyond the simple historical citation. His language is more physical, more viscerally connected to the pictorial gesture. Compared to the first panel of the triptych, here the presence of red becomes more fluid, less geometric and more organic. It is no longer a rigid structure, but an irregular circle, a sort of open wound in the fabric of the composition. If the first painting suggested containment, this one suggests explosion. The triptych, at this point, seems to be configured as a journey inside painting itself, a passage from the structure to the raw energy of matter. Cantù Gentili demonstrates once again that painting is not just an image, but body, substance, trace of an unrepeatable act. And in this work, painting reveals itself in its purest form: not as representation, but as presence.