Purgatorio Canto XXVII Tablo Luigi Cavalieri tarafından

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  • Orijinal sanat (One Of A Kind) Tablo, Tuval tarihinde Zamklı boya
  • boyutlar Yükseklik 9,8in, Genişlik 7,9in
  • Çerçeveleme Bu sanat çerçeveli (Floating Frame)
  • Kategoriler Resimler $500'nun altında Soyut sanat
ENGLISH Purgatory, Canto XXVII is a testimony to the painter’s love and cultural enthusiasm for Dante Alighieri. In this Canto, Dante starts his ascent of the staircase that leads to the Earthly Paradise, which is hewn into the rock and faces eastwards. As night descends, the poet lays down exhausted on a step, as also his companions.[...]
ENGLISH
Purgatory, Canto XXVII is a testimony to the painter’s love and cultural enthusiasm for Dante Alighieri.
In this Canto, Dante starts his ascent of the staircase that leads to the Earthly Paradise, which is hewn into the rock and faces eastwards.
As night descends, the poet lays down exhausted on a step, as also his companions. To describe his predicament, Dante liken himself to a goat who feeds on the mountains and ruminates peacefully in the shade during the day, whist during the night it is looked after by the shepherd who takes care of his animals and protects them from wild beasts.
Dante is unable to see much of what surrounds him because of the high wall of the staircase above him, but he can, nevertheless, see starts in the sky and these seem to him even brighter and bigger. In the end he is overcome by his weariness and falls asleep.
The painting decomposes the long afternoon mixing the warm shapes of day with the blackness of night, roughly intermingled, as if to depict the confusion and effort experience by a tired Dante.
The goat appears in the foreground from the window of the poet’s own imagination, expanding into the whole painting and thus joining the real with the metaphorical.
The stars in the sky are big and bright, just as Dante describes them, signified by the curved shape in the background and by white paint that appears set apart, as little flickers of light.

DIMENSIONS
The dimensions indicate the size of the canvas. It is possible to buy the work with or without its frame. The frame is little more big than the canvas itself.

ITALIANO
Purgatorio, Canto XXVII riflette l'amore e la passione culturale che l'autore aveva per il Sommo Poeta.
Nel Canto XXII, Dante inizia la salita della scala che conduce al Paradiso Terrestre, scavata entro la roccia e rivolta ad oriente.
Mentre si fa notte il Poeta si sdraia, insieme ai suoi accompagnatori, sopra un gradino, sfinito dalla fatica. Ispirandosi a queste sue condizioni, Dante si paragona ad una capra che durante il giorno pascola sulle montagne e rumina placida all'ombra, mentre di notte viene sorvegliata dal guardiano che cura le sue bestie e le protegge dalle fiere selvagge.
Dante non può vedere molto a causa dell'alto muro della scala che lo sovrasta, ma riesce comunque a scorgere le stelle in cielo che gli sembrano più grandi e luminose. Alla fine, vinto dalla stanchezza, si addormenta.

Il quadro scompone il lungo pomeriggio mischiando le forme calde del giorno con la nera notte, confusamente intermezzate, come a rappresentare lo sforzo e la confusione che la fatica crea in Dante.
La Capra appare in primo piano dalla finestra dell'immaginazione del poeta, allargandosi a tutto il dipinto e unificando così la realtà con la metafora.
Le stelle nel cielo sono grandi e luminose, come il Poeta stesso le descrive, rappresentate dalle forme curve dello sfondo e dal bianco che appare isolato, in piccoli barlumi.

Dimensioni
La tela è circondata da una semplice cornice nera che non varia di molto le dimensioni reali dell'opera.

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Luigi Cavalieri nacque da famiglia marchigiana il 28 settembre 1919 a Parma, dove il padre, Achille Cavalieri, impiegato delle Ferrovie, si trovava per lavoro. La madre, Emilia, era[...]

Luigi Cavalieri nacque da famiglia marchigiana il 28 settembre 1919 a Parma, dove il padre, Achille Cavalieri, impiegato delle Ferrovie, si trovava per lavoro.
La madre, Emilia, era figlia dei coniugi Giambattista Perugini e Livia Valentini, possidenti terrieri legati soprattutto al Borgo Stazione di Serra Sanquirico, ma con possedimenti in territori limitrofi, tra i quali Rotorscio e Castelletta. La famiglia è ben nota a chi vive al Borgo Stazione per le molte donazioni fatte al santuario eretto in quel luogo, la cui costruzione fu largamente sostenuta soprattutto dai due zii di Luigi, Giacomo (detto Nino) e Giulio Perugini. La famiglia paterna, di origini modeste, era invece di Serra Sanquirico paese.

 Dopo un'infanzia passata in Toscana, in particolare a Siena, Luigi Cavalieri si trasferì con la famiglia a Roma nel 1934, dove il padre era stato promosso a capo del personale viaggiante delle Ferrovie dello Stato. Qui seguì gli studi classici al liceo Umberto I (oggi P. Albertelli), nel quale doveva ritornare poi come membro del corpo insegnante negli anni '70, fungendo anche per qualche anno da vice preside. Entusiasmatosi per la poesia medioevale, in particolare Dante e Poliziano, intraprese gli studi classici conseguendo con lode la Laurea in Lettere all'Università della Sapienza di Roma. Divenne in seguito professore di ruolo al liceo nelle materie Italiano e Latino.

 Nel periodo universitario conseguì anche il diploma di Paleografia e Diplomatica presso la pontificia Scuola dell'Archivio Segreto Vaticano, nel 1946 ottenendo il permesso di accedere per motivi di studio anche a documenti ai quali era stato negato l'Imprimatur conservati nell'archivio stesso. Tale dimestichezza con l'Archivio Vaticano si rivelò più tardi molto utile per le sue ricerche sulla storia e costumi di Serra Sanquirico.
Nei tardi anni 1980, vinto il concorso statale per la carica di Preside, concluse la sua carriera a capo dell'Istituto Magistrale Maria Mazzini di Roma.
Il suo servizio allo Stato in qualità di docente e preside è stato riconosciuto con l'onoreficenza di Cavaliere Ufficiale della Repubblica.

 Nel suo lungo periodo di pensione, conclusosi recentemente con la sua morte avvenuta il 7 marzo 2018 all'età di 98 anni, Luigi Cavalieri si è potuto dedicare ancora più all'arte, passione che lo ha accompagnato tutta la vita, facendo emergere tutta la sua natura intellettuale e culturale tramite la pittura, preferendo sopratutto la tecnica a tempera su tela.
Notevoli anche i suoi bozzetti eseguiti a penna e le opere ad inchiostro.
Da citare il lavoro enorme di studio e di stretta relazione con gli scritti del Sommo Poeta. Durante la sua vita ha eseguito numerosi bozzetti e opere riguardanti la Divina Commedia.

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Tuval tarihinde Zamklı boya | 17,7x13,8 in
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