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Kunst Bilddatenbank-
Diese Arbeit ist eine "Open Edition"
Fotografie,
Giclée / Digitaldruck
- Masse Verschiedene Grössen erhältlich
- Mehrere Möglichkeiten (Kunstdruckpapier, Drucke auf Metall, Leinwand)
- Rahmen Rahmung zur Verfügung (Schwebender Rahmen verglast, Rahmen mit Acrylglas)
- Kategorien Fotografien unter 500 $
Attraverso una scelta molto libera di tecniche - dal bianco e nero al colore, ai viraggi, dall’uso del mosso e dello sfuocato, alla ricerca di texture formate da pavimentazioni, particolari architettonici o giochi d’acqua e di ombre –questo lavoro si compone di immagini singole o giustapposte in dittici e trittici di grande energia espressiva. Figure umane riprese quasi sempre di spalle e comunque incuranti, o forse ignare, dello sguardo del fotografo, intente ad incamminarsi con determinata indolenza verso destinazioni ignote, avvolte nelle brume notturne, esposte ai tagli di luce del giorno pieno, confrontate ai chiariscuri di percorsi segnati da un’impressione di quotidianità sottilmente desolante.
Ed è proprio la solitudine a caratterizzare questi personaggi, che anche quando si manifestano insieme altri esseri umani (Tentazioni di esistere, Old Friends) esprimono la propria essenza di individui singoli, non per questo infelici, ma sempre insidiati da un vago senso di inquietudine. Nell’ultima immagine del trittico Or May not be, la reiterazione seriale della coppia, due persone letteralmente aggrappate l’uno all’altra, aggiunge al quadro una sensazione di vertigine.
L’atto di incamminarsi di queste figure misteriose è quasi ovunque inserito entro i confini di architetture particolari, come mura di calli veneziane, scalinate, portici e sottoportici, palazzi storici. In I was a ship, la coppia di vecchie navi, come palazzi galleggianti, non sfugge a questa funzione nella costruzione dell’immagine. Molto più che servire soltanto da semplice sfondo o inquadratura, in effetti, questi elementi architettonici conferiscono forza alla composizione fotografica e danno un senso all’andare dei nostri personaggi. Perché il destino non è altro che la forza che ci muove, nello spazio e nel tempo, verso destinazioni già decise.
Ma dove vanno veramente i personaggi rubati di Alfio Catania? Qual è il loro destino?
L’intreccio di destino e destinazione rappresenta la vera fascinazione di questo lavoro fotografico. Ogni opera nasconde e mostra una zona d’ombra, intensa e feconda, in cui gli avvenimenti precedenti e successivi allo scatto del fotografo si connettono tra loro, in una danza di biforcazioni dove i personaggi appaiono liberi di scegliere il proprio destino. Nei dittici e nei trittici, la felice intuizione di non riproporre inquadrature identiche determina l’effetto di un leggero cambiamento del punto di osservazione e della prospettiva, in un gioco di slittamento di spazio e di tempo che alimenta la sensazione di una libertà di fondo.
In questa dimensione caotica e armoniosa, la destinazione di ognuno incrocia un grande disegno universale, dove i concetti culturalmente distanti e divergenti di Provvidenza, Sincronicità, Kharma e Dharma, sono invece prossimi e si arricchiscono reciprocamente.
In conclusione, i personaggi di Destination, solitari ed inquieti, indolenti, determinati ma mai in affanno, visibilmente appesantiti dal proprio fagotto di pensieri, sono liberi di scegliere tra ombre e luci, tra sostare e partire, o, anche, tra le cento stanze affacciate su uno stretto, elegante corridoio.
Eppure questa entità, il destino, aleggia sopra di loro, e anche sopra di noi, ricordandoci che non tutto è coincidenza e che certe mappe le portiamo tatuate sotto pelle
Stefania Monica Muti