Processione dei Condannati (2025) Arte digitale da Neo Immortals

In un corridoio interminabile, scavato in una struttura orbitale decadente, una fila di figure umane e sintetiche avanza incatenata. Alcuni hanno corpi in carne, volti segnati da disperazione; altri sono cyborg dismessi, con arti spezzati e occhi LED spenti. Sullo sfondo, due torri torreggianti – forse torrette di sorveglianza AI – proiettano fasci di luce tagliente sulle teste piegate.

In alto, uno squarcio nel soffitto mostra un cielo cibernetico percorso da droni silenziosi. L’intera scena è attraversata da un alone elettrico opaco: è come se l’aria stessa fosse caricata di lutto digitale.

Palette cromatica
Grigio ferro / nero ossidato – tono dominante: claustrofobia e rassegnazione

Blu spento / verde tossico – atmosfera distorta, decadente

Ocra pallido / carne cianotica – per i volti umani, consumati

Luce bianca acida – proiettori, occhi dei droni, scariche elettriche

Tecnica pittorica
Stile goyesco cupo, ma con materiali futuristici: olio digitale con pennellata scura, bagnata, profondità atmosferica e contrasto marcato tra luce innaturale e ombra muraria. Il tratto è sporco, granulare, come se i pixel stessi fossero contaminati.

Lettura critica
Un chiaro omaggio a opere come El dos de mayo o El garrote vil, ma trasposto in un’epoca dove la punizione non è più inflitta da uomini, ma da sistemi automatici.
Processione dei Condannati parla del futuro come prolungamento distorto del passato: la giustizia è algoritmica, la colpa è irreversibile, e l’uomo – o quel che ne resta – non può che piegarsi in silenzio sotto occhi che non dormono mai.

Nel mondo di Goya 3000, la tragedia non ha tempo: continua a camminare, in fila, verso l’oblio.

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