0158 (2021) Collages da Morgan Merrheim

Venduto da Morgan Merrheim

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Venduto da Morgan Merrheim

Lavoro singolo
Opera firmata dall'artista
Certificato di autenticità incluso
  • Opera d'arte originale (One Of A Kind) Collages, Olio / Pastello / Collages su Carta
  • Dimensioni Altezza 11,8in, Larghezza 7,9in
  • Condizioni dell'opera d'arte L'opera è in ottime condizioni
  • Incorniciatura Questa opera d'arte non è incorniciata
  • Categorie Collage sotto i 500 USD Outsider Art
"L'arte non viene a dormire nei letti che le sono stati fatti; essa scappa appena viene pronunciato il suo nome: quello che gli piace è incognito. I suoi momenti migliori sono quando dimentica come farlo si chiama." Jean Dubuffet1 Volendo riportare la produzione e la pratica di Morgan Merrheim nella sfera[...]
"L'arte non viene a dormire nei letti che le sono stati fatti; essa
scappa appena viene pronunciato il suo nome: quello che gli piace è
incognito. I suoi momenti migliori sono quando dimentica come farlo
si chiama."
Jean Dubuffet1
Volendo riportare la produzione e la pratica di Morgan Merrheim nella sfera del
l’arte outsider sarebbe ingiustamente riduttiva. Anche se aderisce, esplicitamente o implicitamente-
mento, ad alcuni dei suoi principi fondanti, come Dubuffet li formalizzò,
il nostro artista è troppo curioso e immerso nella storia dell'arte per essere assimilato
a queste persone prive di cultura artistica che costituiscono lo zoccolo duro delle arti-
brutalisti. Ha ovviamente studiato, tra gli antichi maestri, le tecniche dell'arte
vetrate, prospettiva e trasparenza, metodi per suggerire la pro-
fonditore e la stesura dei piani, guardò le opere di Basquiat e Miró e dovette
confessare un debito verso i pittori di CoBrA… Pur accogliendo questi con-
nascite ed esperienze in uno spirito dei tempi intriso di squat, luoghi e circuiti
prendono vita alternative, pratiche collettive e ricerca di una libertà plastica
dura prova da parte di un onnipresente oppressivo benpensante plastico.
Nel suo lavoro procede per accumulazione, per stratificazione di più elementi
strati pittorici, spesso su supporto esso stesso prestampato, in particolare
tavole hentai. Assicura, tuttavia, che ciascuno degli strati successivi rimanga
evidente, leggibile, per incoraggiare i suoi spettatori, in un processo nella direzione opposta a
i suoi, per decifrarli, per penetrarli. Questo approccio alla scoperta dello strato fondamentale
mentale, il primo, riporta inevitabilmente alla mente quanto scriveva Cesare Pavese: “Il
la vita non è ricerca di esperienze ma di sé stessi. Una volta che abbiamo scoperto
verde il suo strato fondamentale, ci rendiamo conto che corrisponde al suo stesso destino e
troviamo la pace.2” Ma se il primo strato, quello inferiore, è ben sostenuto,
vento identificabile, senza dubbio possibile, gli altri si prestano a letture che non lo sono
non immutabile. Possiamo quindi tracciare un parallelo con le parole di Proust: “Il nostro
me è costituito dalla sovrapposizione dei nostri stati successivi. Ma questa sovrapposizione non è immutabile come la stratificazione di una montagna. Perennemente
i sollevamenti portano in superficie vecchi strati.3 »
Al termine di questo esercizio di introspezione, nel senso etimologico della parola – guarda –
der in, dentro –, applicato, cosa troviamo? Molto spesso un substrato
di natura erotica o sessuale, ma raramente apertamente pornografica. A
al fondo di questa immersione mentale, è il sé dello spettatore o quello dell'artista
scopriamo? Lun? L'altro ? Le due ? Narcisismo e/o sessualità? In tutto
In questi casi, la lezione di Freud è molto presente: “La psicoanalisi non ha mai dimenticato
che c'è qualcosa di non-sessuale. Ha persino costruito il suo intero edificio secondo il principio della separazione.
rapporto tra due tendenze: pulsioni sessuali e pulsioni narcisistiche che si relazionano
provaci.4 »
L'artista spiega la pratica della stratificazione nelle sue opere attraverso la sua abitudine
cambiare luoghi di lavoro e scoprirne di nuovi, carichi di tracce lasciate
seduti dai loro precedenti occupanti. Riconosce anche il suo debito nei confronti dei mu-tag
raux e arte di strada. A modo suo, sfruttando, produrrebbe delle sorta di palinsesti
materiali preesistenti di cui si approprierebbe, per ricoprirli, lasciandoli
evidenti alcune delle loro caratteristiche.
In alcuni dei suoi lavori il suo approccio sembra apparentemente diverso,
o anche il contrario... Sulle stampe fotografiche, in formato cartoline, ri-
risultanti da montaggi, assemblaggi, collage e sovrapposizioni di immagini di nudo
merico, graffia, con una punta acuminata, la superficie sensibilizzata poi rivelata
incidere le linee dei suoi disegni. Sembra così sostituirsi allo spettatore
l'esercizio di penetrare la complessità degli strati successivi. Non è così,
visto però che la linea resta disperatamente bianca e non evidenzia nulla
che costituisce la complessità di questo sfondo che è ora in primo piano.
E resta ancora da decifrare...
Un'altra delle caratteristiche essenziali delle produzioni di Morgan Merrheim
è la velocità di esecuzione. Questo è il motivo per cui le sue opere sono solo ra-
remento di grande formato, che richiederebbe tempi di esecuzione troppo lunghi.
Considera questo bisogno di velocità come una forma di dipendenza, un'emergenza per
lotta contro l'atrofia cerebrale, per paura della noia... Preferisce una forma di
precarietà e nomadismo intellettuale con le certezze di una stabilità ormai consolidata
routine e ripetizione. Si sposta quindi costantemente da una tecnica all'altra, varia
sostiene, sperimenta e testa nuove idee, inventa ricette... Lui
non esita a dichiarare: “Che nessuna mattina la dimensione è la stessa, quella
non porta né le comodità di ieri, né il desiderio di domani.5”
Ciò che risalta anche nei disegni di Morgan Merrheim è la presenza
quasi sistematico di personaggi la cui morfologia rimane sempre la stessa
qualunque siano le circostanze delle loro apparizioni. Sono, da soli o in tribù, simili a quelli delle produzioni plastiche per bambini, rivolti verso lo spettatore
perché, come sottolinea Marcel Bergeron, nei disegni dei bambini: “Il buon-
L'uomo girino è disegnato di fronte, mentre gli animali sono immediatamente disegnati di fronte.
profilo.6"
Ad un esame più attento, tuttavia, questi esseri non sono buoni uomini-
girini, sono più complessi e potrebbero corrispondere ad uno stadio più avanzato
dell'evoluzione del disegno infantile. Henri Wallon e Liliane Lurçat lo descrivono: “At
questa fase del girino è seguita in anticipo da figure in cui la massa del
il corpo è indicato da un ovoide al quale è sovrapposto un altro ovoide più piccolo
rispondendo alla testa. A volte i due ovoidi sono semplicemente separati da a
strangolamento. La tipologia dell'ovoide evolverà e assumerà un significato diverso
man mano che il bambino diventa consapevole della struttura più complessa e segmentata del
corpo. Si tratta innanzitutto di un semplice punto di appoggio per gli arti, le braccia e le gambe che
si inseriscono in esso in modo radiale come gli spilli in un puntaspilli; è semplice
schematismo un po' enumerativo c'è la pancia qui, le braccia e le gambe là. Poi
le gambe e le braccia sono differenziate; il loro punto di inserimento rimane sempre estremo
decisamente capriccioso; o meglio, risponde spesso a convenienze geografiche.
metrismo elementare, molto spesso inserendosi al centro dell'ovoide che rappresenta il
corpo, vale a dire troppo basso. Anche il loro inserimento comincia con l'essere
molto asimmetrico, quindi risponde invece a condizioni di simmetria indipendente
dantes della loro reale posizione nel modello umano. È quindi intorno all'ovoide
che i dettagli del personaggio si uniscono. Ma l'ovoide tende, poco a poco, ad avvicinarsi
vicino al modello; è esso stesso impreziosito da dettagli come i bottoni di a
abbigliamento ed è questo adattamento all'immagine del personaggio rappresentato che lo farà
evolvere verso altre forme.7 »
Gli uomini di Morgan Merrheim sono ben costituiti da assemblaggi
ovoidali ma non rispondono a nessuna delle fasi qui descritte o, meglio, prendono in prestito
provarne diversi. Danno l'illusione dell'infantilismo ma lo sono
anzi, molto più colto e profondo. Sono espressivi, spesso tristi o bla-
Sono sentimenti che non si trovano nel mondo dei disegni dei bambini. Loro
la goffaggine e la loro goffaggine sono più inerenti alla loro personalità che al gesto che
li hanno creati. È loro intrinseco... Segno di una rassegnata inadeguatezza ad a
mondo che non capiscono e/o chi non vuole capirli? Loro
la macrocefalia li rende simpatici a noi ma segna la loro appartenenza ad a
mondo diverso dal nostro. Quello degli alieni, delle bambole o delle figure
manga? Sta allo spettatore decidere...
Galleggiano davanti al fondo, indifferenti a ciò che accade dietro di loro, in a
fluidità che evoca quella dei pesci davanti al decoro artificiale di una facciata
tizio. Alcuni hanno un genere, altri no. A volte influenzano la forma degli spermatozoi
zooidi. A volte sono così disarticolati da trasformarsi in ideogrammi di un linguaggio improbabile da cui emergono solo il contorno di una testa e il segno.
occhi selvaggi. Un’intera umanità da scoprire, che condivide alcune nostre con-
vincoli ma, il più delle volte, se ne libera o tenta di farlo... per crearne di nuovi.
nuovo, in una geometria che non ha più nulla di euclideo...
E allora passiamo di sorpresa in sorpresa, di scoperta in scoperta… Senza poterlo fare
vedere, tuttavia, articolare regole o principi per qualificare o descrivere questo
universo… Forse possiamo dire dell’arte di Morgan Merrheim ciò che Jean Dubuf-
Fet ha detto della vera arte: “La vera arte è sempre dove meno te l’aspetti. Dove per-
figlio non pensa a lui né dice il suo nome.8”
Louis Doucet, dicembre 2020

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Morgan Merrheim, artista francese contemporaneo, è nato il 30 ottobre 1982 a Eaubonne, Val d'Oise. Abbracciando l'etichetta di artista post-letterario autodidatta, il viaggio di[...]

Morgan Merrheim, artista francese contemporaneo, è nato il 30 ottobre 1982 a Eaubonne, Val d'Oise. Abbracciando l'etichetta di artista post-letterario autodidatta, il viaggio di Merrheim nel mondo dell'arte è stato segnato da un'instancabile ricerca dell'espressione personale e dell'esplorazione creativa.

Nel corso della sua carriera, Merrheim ha esposto le sue opere al Tambour à Vapeur di Parigi, al Salon du Livre d'art, du dessin et de l'estampe al Grand Palais di Parigi, alla Galerie Langages di Parigi e alla galleria Eplograph/Une Vision Singulière a Saint Brieuc, Côtes d'Armor. Inoltre, Merrheim ha lasciato il segno sulla scena artistica con le sue serie per l'associazione VétoMat di Berlino e le sue mostre personali presso la residenza Le Bloc e la KulturKom Galerie di Parigi, mettendo in mostra la sua creatività sconfinata e la sua visione artistica distintiva.

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