Marie De Moliner
Marie De Moliner est une artiste française née à Paris, France. Dans les années 90 à New York, elle fréquente la Parsons School of Design et la Fordham University. Elle est diplômée en Architecture à Paris. Elle vit et travaille en Italie.
Marie cultive une véritable passion pour le papier dans toutes ses formes: magazines, journaux, catalogues, dépliants publicitaires, emballages, affiches…
Considéré comme un trésor, le papier est une ressource aux couleurs, textures et graphismes infinis. Il est un matériau primaire d’une grande diversité qui, jour après jour, évolue avec le passage du temps. Avec ce papier exclusivement de récupération, Marie réalise ses collages sur des toiles.
Passionnée par l’architecture, les formes géométriques et la perspective, Marie réalise pour la série “Urban Landscape” des collages dans lesquels les textes et titres de journaux sont décontextualisés pour former des perspectives au langage géométrique fort. Les formes architecturales sont formées à partir de phrases et de mots sortis de leur contexte et grâce à l'utilisation de papier recyclé, des paysages urbains nostalgiques à caractère pop émergent sur les toiles. Le style architectural international est souvent le thème privilégié.
Dans le série “letters” les textes et titres de journaux récupérés et recyclés sont juxtaposés pour former des compositions abstraites et poétiques.
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Cote artiste, Biographie, Atelier de l'artiste:
Reconnaissance
L'artiste a été publié dans les média, presse radio ou TV
Les travaux de l'artiste ont été remarqués par la rédaction
L'artiste participe à des salons et foires artistiques
Biographie
Marie De Moliner est une artiste française née à Paris, France. Dans les années 90 à New York, elle fréquente la Parsons School of Design et la Fordham University. Elle est diplômée en Architecture à Paris. Elle vit et travaille en Italie.
Marie cultive une véritable passion pour le papier dans toutes ses formes: magazines, journaux, catalogues, dépliants publicitaires, emballages, affiches…
Considéré comme un trésor, le papier est une ressource aux couleurs, textures et graphismes infinis. Il est un matériau primaire d’une grande diversité qui, jour après jour, évolue avec le passage du temps. Avec ce papier exclusivement de récupération, Marie réalise ses collages sur des toiles.
Passionnée par l’architecture, les formes géométriques et la perspective, Marie réalise pour la série “Urban Landscape” des collages dans lesquels les textes et titres de journaux sont décontextualisés pour former des perspectives au langage géométrique fort. Les formes architecturales sont formées à partir de phrases et de mots sortis de leur contexte et grâce à l'utilisation de papier recyclé, des paysages urbains nostalgiques à caractère pop émergent sur les toiles. Le style architectural international est souvent le thème privilégié.
Dans le série “letters” les textes et titres de journaux récupérés et recyclés sont juxtaposés pour former des compositions abstraites et poétiques.
- Nationalité: FRANCE
- Date de naissance : 1975
- Domaines artistiques:
- Groupes: Artistes Contemporains Français
Influences
Formation
Cote de l'artiste certifiée
Accomplissements
Expositions collectives
Expositions solo
Activité sur Artmajeur
Dernières Nouvelles
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Eco di Bergamo, 7 febbraio 2023 Marie De Moliner, «con le mie opere dono una seconda vita a ciò che è ordinario ed effimero rendendolo straordinario ed eterno»
Marie De Moliner, «con le mie opere dono una seconda vita a ciò che è ordinario ed effimero rendendolo straordinario ed eterno»
L'Eco di Bergamo 7 febbraio 12023
Artista francese residente da anni a Bergamo, Marie De Moliner usa materiale di recupero per creare i propri collage. Non solo un processo estetico, ma anche un modo per lanciare un messaggio di attenzione verso l’ambiente scritto da Francesco Ruffinoni
Laureato in Lettere moderne (con una tesi su Flann O'Brien), ama visceralmente il mare, l'Irlanda e la poesia di Rainer Maria Rilke. Non riesce a scrivere bene…
Donare una seconda possibilità a tutto quel materiale condannato all’ordinarietà del reale, per consegnarlo all’eccezionalità dell’arte. È la cifra stilistica che innerva le opere di Marie De Moliner, artista e architetta francese da anni residente a Bergamo che, attraverso ritagli di giornali, riviste e volantini pubblicitari, realizza collage luminosi, dal retrogusto dadaista e futurista. Una ricerca estetica, quella di Marie, che testimonia, primariamente, un modo di essere.
L’incontro con la «Grande mela»
Fondamentale, a tal proposito, l’incontro con New York. «Sono nata e cresciuta a Parigi e già in tenera età possedevo un certo talento per il disegno – racconta Marie che, tra l’altro, è lettrice presso alcuni istituti scolastici della bergamasca nonché titolare di diversi corsi di lingua francese rivolti alle aziende – Nel 1991, però, io e la mia famiglia lasciamo la capitale francese per trasferirci negli Stati Uniti, poiché mio padre, ingegnere alla Sanofi, viene trasferito a New York. Avevo 15 anni». La «Grande mela» è per Marie un momento di iniziazione umana e culturale. «Abitavamo a New Rochelle, una piccola località residenziale sul mare, a circa mezz’ora di treno da Manhattan – spiega l’artista – All’inizio, confrontarmi con una metropoli come New York è stato un trauma, ma poi mi sono abituata, comprendendo quanto fossi fortunata a vivere in una città dove ognuno poteva fare quel che voleva, essere chi voleva, in totale libertà, senza nessun occhio puntato addosso, senza alcuna forma di giudizio».
A New York, Marie frequenta il liceo francese per poi iscriversi, dopo la maturità, alla Parsons School of Design, posizionata nel Greenwich Village, celebre quartiere bohémien a sud di Manhattan. «Ritrovarmi nel Village a 17 anni è stato qualcosa di incredibile – afferma Marie – mi sentivo come Alice nel Paese delle meraviglie, al centro del mondo. Alla Parsons, studiavo disegno e ancora mi ricordo gli altissimi soffitti della scuola e le enormi finestre che davano sui grattacieli. È stata una profonda esperienza di conoscenza e di crescita personale, all’insegna della creatività ma anche del divertimento. I miei compagni provenivano da ogni parte del pianeta e quest’aria così internazionale e multiculturale si è rivelata per me un’inesauribile fonte di ricchezza, contribuendo a stimolare la mia mente e ad aprire i miei orizzonti».
Marie De Moliner (Foto Maria Zanchi)
Al pomeriggio, Marie apprende lingua inglese, cinema e letteratura americana alla Fordham University, mentre alla sera si reca spesso nel quartiere di Theatre Row, dove ha modo di assistere agli spettacoli della compagnia teatrale Malaparte e di conoscere attori del calibro di Robert Sean Leonard, Ethan Hawke e Calista Flockhart. Ma, dopo un anno, Marie decide di tornare in Francia. «Desideravo studiare architettura a Parigi – spiega l’artista – Ancora una volta, quindi, ho cominciato a muovermi in un contesto che non conoscevo ma che si è dimostrato essere grandioso. Mi sono iscritta all’École nationale supérieure d’architecture de Paris-Val de Seine (ENSAPVS) che, all’epoca, sorgeva nel Quartiere latino, un luogo intellettualmente vivace e appagante, pieno di gallerie d’arte e di artisti».
Bergamo e l’amore
«Durante l’università, collaboravo con un “cabinet d’architecture” ma, prima di laurearmi, sono stata selezionata, tramite una borsa di studio, per un progetto di ricerca in Italia della durata di sei mesi, che si sarebbe svolto a San Pellegrino Terme e a Bergamo». Marie arriva in Italia nel 2001 e nel 2002 conosce, a Sorisole, il suo attuale marito. Dopo essersi laureata e sposata, si trasferisce nel capoluogo orobico nel 2004 dove, tutt’ora, esercita la professione di architetto. Un lavoro a cui affianca la passione per il collage .
«Mi sono avvicinata a questa tecnica già prima dei vent’anni – afferma Marie – Ho sempre avuto la tendenza a conservare tutto, persino i biglietti d’auguri o le brochure pubblicitarie, non volevo buttar via nulla. E così, pian pianino, accumulavo una grande quantità di materiale archiviato per genere o per colore in apposite scatole. Un bel giorno ho deciso di farne qualcosa». Ufficialmente, le prime creazioni fanno capolino nel 2009. «Passavo delle ore a selezionare il materiale – racconta Marie – o a scegliere quale tipo di carta impiegare e, successivamente, a incollarla e ciò, nonostante non avessi alcun malessere o disagio, fungeva da terapia, poiché mi procurava (e pure adesso mi procura) un concreto benessere. Trovo infatti estremamente rilassante e quasi epifanico il contatto fra le mie mani e la materia, qualcosa che, a mio avviso, la pittura è incapace di restituire».
Un contatto che richiede accortezza e dedizione. «Dopo aver provato tanti tipi di colla, sono giunta alla conclusione che la migliore è quella da parati – dice Marie – I telai che uso sono fabbricati da un falegname di fiducia. Il legno, del resto, deve essere trattato e resistente, questo perché la colla è molto liquida e quando si asciuga provoca la tensione della tela di cotone che, contraendosi, necessita di una risposta puntuale e robusta da parte del supporto. Una volta che l’opera è terminata e asciutta, procedo con la verniciatura in modo da proteggerla dall’umidità e dai raggi ultravioletti. Un collage, a volte, richiede settimane se non mesi». Tre il numero delle serie in cui si possono suddividere le creazioni di Marie: quella delle «Lettere», quella de «Il giocatore di scacchi» e quella dei «Paesaggi urbani».
«Paesaggi urbani», fra pop e malinconia
Quest’ultima, forse, la serie maggiormente significativa che, più di tutte, fa emergere prepotentemente il “tratto” inconfondibile di Marie. Scenari rigorosi, ispirati all’«International Style» (ma anche al dadaismo e al futurismo), che esprimono la prospettiva attraverso un forte linguaggio geometrico e tramite la sezione aurea.
Un carattere pop, nostalgico (da spleen metropolitano) e, al tempo stesso, contemporaneo, visionario, che evoca un po’ le atmosfere di Edward Hopper e Giorgio de Chirico, senza dimenticare, ovviamente, Georges Braque. Opere che non sono rimaste inosservate e che hanno permesso a Marie di esporre in modo permanente presso la Galleria Colleoni di Bergamo, ma anche di partecipare ad alcune mostre come, per esempio, quella a Villa Suardi a Trescore (2010), a Milano, presso la Galleria Spazio Porpora (2018) e a Venezia, presso La Storta Gallery (2018).
Il recupero dei materiali come cifra stilistica
Protagonista indiscussa e costante sempre presente in ogni serie, la lettera, intesa non come portatrice di un messaggio ma, semplicemente, come abbellimento scevro da qualsiasi significato preciso. E poi, naturalmente, basilare per i collage, il materiale di recupero.
«In un’epoca come quella che stiamo vivendo, considero indispensabile il recupero e il riutilizzo del materiale – afferma Marie – È necessario dare una seconda esistenza a ciò che si è scartato, anche perché non tentare di usare di nuovo tutta la carta che abbiamo per le mani è davvero un peccato, uno spreco. Con il mio lavoro, dunque, cerco di trasfigurare e nobilitare qualcosa che ha una vita ordinaria e effimera, in modo da renderlo straordinario e eterno. Del resto, questo è il senso dell’arte ed è questo che gli artisti fanno da sempre. E se, nel mio piccolo, attraverso un processo estetico riesco pure a veicolare un messaggio etico non posso che esserne orgogliosa e contenta».
Marie De Moliner .. Profumo di carta e colla per creare collages unici di Giuseppe Genta
Marie De Moliner .. Profumo di carta e colla per creare collages unici
di Giuseppe Genta https://giuseppegentablog.com
Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non si è avventurato nella creazione di un collage, io sono uno di quelli e mi ricordo come se fosse oggi il giorno in cui a scuola mi fu consegnato durante l’ora di disegno un blocco di fogli colorati, un paio di forbici, un cartoncino nero e la mitica “ Coccoina “ colla bianca da stendere con il pennellino e dall’indimenticabile profumo di mandorla
Fu una esperienza bellissima per me che essendo una vera e propria frana con la matita e il pennello fui in grado di dar sfogo alla mia creatività realizzando un collage astratto che mi valse l’onore di vederlo attaccato con le puntine sul cordolino di legno presente sui muri dell’aula
Quando ho visto le opere di Marie De Moliner per la prima volta mi sono immediatamente ricordato della mia esperienza scolastica e ho capito molte cose che allora da ragazzo non avevo recepito, innanzitutto che il collage può sembrare una rottura rispetto alle tecniche nobili della pittura e del disegno, ma così non è perché questa forma d’arte comprende tecnica,forma e contenuto
Ci troviamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione che parte da una decostruzione per arrivare ad una ricostruzione vera e propria in cui l’artista si muove in un universo dove tutte le forme possono diventare significanti e la bravura dell’artista consiste nel far apparire nel sui lavoro l’imprevedibile .. quello che non ti saresti aspettato e capace di dare un tocco di originalità ed unicità al lavoro finito
Marie De Moliner è nata vicino a Parigi nel 1975 e negli anni novanta ha vissuto alcuni anni a New York dove ha frequentato la Parsons School of design e la Fordham University
Ritornata a Parigi nel 2003 si è laureata in Architettura e dal 2004 vive e lavora a Bergamo
Si è innamorata dell’arte fin da bambina, sperimentando sempre forme ed espressioni d’arte diverse (acquarello, pittura, scultura, arte digitale …), ma la sua vera espressione artistica è il collage realizzato con frammenti di carta riciclata
Ha una passione smodata e non potrebbe essere che così, per la raccolta di carta di qualsiasi tipo, fogli e ritagli da riviste, giornali, cataloghi, brochure pubblicitarie, volantini, biglietti, imballaggi, poster e questa fase di ricerca la porta a girare per mercatini dell’usato alla ricerca di quel pezzo di carta che le farà scattare l’idea per poter immaginare una nuova opera
Da buon architetto Marie trova conforto nella geometria ed è affascinata dalla grafica e non è difficile capire che la sua fonte principale d’ispirazione è la corrente architettonica dello Stile Internazionale
Nella sua serie di collage intitolata “Paesaggi urbani” , opere che sono state esposte ad una mostra personale a Venezia in occasione della biennale di architettura nel 2018 al primo colpo d’occhio si ritrovano immediatamente le peculiarità dello Stile Internazionale: l’organizzazione dello spazio e la prospettiva con un forte linguaggio geometrico
Del resto lo Stile Internazionale si basa su una radicale semplificazione della forma, un rifiuto dell’ornamento e l’adozione di vetro, acciaio e cemento come materiali preferiti mentre la trasparenza degli edifici, la costruzione (chiamata l’espressione onesta della struttura) e l’accettazione delle tecniche di produzione di massa industrializzate hanno contribuito alla filosofia di design dello stile internazionale che ha come obiettivo l’internazionalizzazione del linguaggio, quindi la sua massima diffusione, e non l’approfondimento delle regole di una specifica idealità architettonico/figurativa vista anche l’intenzionale riduzione di una vasta quantità di mezzi espressivi
Marie grazie all’uso di carta riciclata riesce a far emergere sulle tele dei scenari rigorosi e dal carattere pop con una lettura nostalgica e contemporanea
Marie De Moliner è sicuramente una “ numero uno “ nel variegato mondo artistico dove il collage trova una sua precisa collocazione al pari di disegno e pittura, e forse non tutti sapranno che anche il famosissimo Henri Matisse sulla sedia rotelle a causa di una grave malattia, si aprì ad una nuova vita artistica, producendo collage di carte coloratissime, spesso in scala enorme
https://giuseppegentablog.com/2020/08/01/marie-de-moliner-profumo-di-carta-e-colla-per-creare-collages-unici/