Luigi Cola Profile Picture

Luigi Cola

Back to list Added Apr 1, 2015

ERLEBNIS k4

"Erlebnis"

 

Il termine tedesco è tradotto in italiano con l’espressione «esperienza vissuta» o «vivente», rintracciabile nelle opere qui esposte.

L’Erlebnis è il filo conduttore delle vie d’accesso alla conoscenza delle essenze universali, catalizzate poi in cicliche tematiche e, dunque, in produzioni artistiche.

Attraverso gli impulsi sensoriali, elaboro le mie vicissitudini, ammantate di storie vissute e viventi, del tempo passato e presente, esperendo l’iperbole delle loro sensazioni in una miriade d’immagini.

Le opere, in esposizione, sono rappresentazioni dello spettacolo del reale, visto attraverso estensioni percettive diverse per provenienze, intensità e vibrazioni emotive, compiute appieno e poi permeate dai colori, nelle forme, negli spazi dell’opera, dipanate durante l’arco di riflessione creativo e del tempo dell’azione concretizzante.

Procedendo in tal modo, l’Erlebnis, mi consente un tentativo d’accesso ad essenze di livello superiore, quali i concetti fondamentali della logica dell’esistenza con i segreti più profondi, e le leggi del pensiero.

Esperienza vissuta: riferimento alle vicende empiriche, spirituali e mentali che, un autore, un artista, trasferisce nelle opere con il riflesso, in parte, dei mondi abitati.

Erlebnis: una produzione elaborata dalle conoscenze, rilevate da un serto inestricabile di situazioni interiori, realizzata con materie varie, che mostra esistenza e consistenza d’interpretazioni a nuove forme, intrise di segni profondi e significanti, in cui si segnano e disegnano nuove ricchezze sensoriali, che porge, poi, con la filosofia della generosità o come atto di cortesia verso l’astante.

Da sempre, con l’arte, racconto il tempo della vita vissuta, dell’esperienza in atto, dell’esperienza interiore, che accorda la conoscenza dei fatti con gli eventi storici attraversati, secondo un’esplicita finalità: essere spettatore della propria coscienza e dei suoi comportamenti quotidiani.

Tutti i lavori presenti, nello spazio espositivo (pitture, sculture, disegni, installazioni pittoriche) stanno ad esplicitare, nell’aspetto oggettuale, unitario e non, i contenuti della coscienza che non sono recepiti in modo statico e monotono come nella fissità di una forma estetica consacrata come stile, ma colti in modo vivo e interattivo, nel fluire della vita della coscienza. L’artista, credo, non deve mai perdere la logica dell’autocritica e, secondo le circostanze, pianificare nuovamente il proprio stato.

Così, a seguito delle riflessioni sulla propria opera, compiuta agli esordi del duemila, con Forme dello spirito, e sull’analisi della propria cifra stilistica, creata nella fase precedente, esternata con profonda sincerità come forma riconoscibile della propria personalità artistica, avverto un diverso modo concettuale di fare arte. Un bagno di fascino della dimensione creativa in maniera assoluta mi allontana dall’identità sempre uguale, fissa, dell’omogeneità stilistica.

La connotazione stilistica, a proprio parere, limita il senso liberatorio necessario alla creatività, è un apparato di stilemi che la identificano perché sono rappresentati, nel tempo, con ripetizione. Lo stile è un clichè con cui si creano forme e storie diverse ma precostituite nell’idea della soluzione estetica per rimanere nella fissità fedele allo stile e il tentativo di continuare nel proprio percorso creativo, confermando in ogni opera la propria identità, è solo vano.

E’ un’inconsapevole caduta nel processo di mummificazione stilistica!

La priorità e la necessità di superare i confini stilistici fino alla loro rottura, di possedere la totale libertà creativa, di escludere definitivamente ogni eventuale condizionamento, insomma, uscire dal clichè standardizzato, dalla fissità delle cose, spinge l’agire nel controcampo della verità, della realtà, dei cambiamenti autentici della vita, attraverso pratiche artistiche ed estetiche condotte per induzioni e intuizioni. Questa nuova azione a-stilistica è totalità di vita, attingimento di significazioni iper-soggettive, fortunatamente arrivate.

L’arte genera costantemente arte. In questa maniera indago, sperimento medium vari e applico quelli ritenuti più funzionali all’espressione, purché riescano a dar vita all’opera! 

A differenza delle cause, legate da rapporti spaziali esterni, le esperienze vissute sono connesse temporalmente in senso retrospettivo e proiettivo, per questo non vi sono singole esperienze isolate, ma piuttosto vere e proprie correnti d’esperienze, entro le quali vi sono distinti sentimenti, volizioni, conoscenze, privazioni, che si spalmano e si trasformano sul nuovo che sarà trovato. Pensare arte e fare arte è navigare nell’immensa esigenza del conoscere, per guardare, udire e operare su riflessioni estetiche, con le quali l’artista convive tutti i giorni, per trovare la sintesi della condizione umana. Le opere vivono le strade metaforiche dei viaggi alla ricerca della verità, questo prolungamento sulla condizione dell’uomo porta ai luoghi simbolici del segreto della vita. Luigi Cola 2015

 

ArtMajeur

Receive our newsletter for art lovers and collectors