NOTTE GIOIOSA (2022)Dipinto di Coralie Huon
O notte, o dolce tempo, benché nero,
con pace ogn’ opra sempr’ al fin assalta;
ben vede e ben intende chi t’esalta,
e chi t’onor’ ha l’intelletto intero.
Tu mozzi e tronchi ogni stanco pensiero;
ché l’umid’ ombra ogni quiet’ appalta,
e dall’infima parte alla più alta
in sogno spesso porti, ov’ire spero.
O ombra del morir, per cui si ferma
ogni miseria a l’alma, al cor nemica,
ultimo delli afflitti e buon rimedio;
tu rendi sana nostra carn’ inferma,
rasciughi i pianti e posi ogni fatica,
e furi a chi ben vive ogn’ira e tedio.
Introduzione poetico-scultorea
Ben si capisce che il soggetto della sopra citata poesia è la notte, “dipinta” come una presenza salvifica, che noi conosciamo come pronta a palesarsi generalmente verso le sette di sera (senza contare le variazioni geografiche e dell’ora solare, etc.), momento in cui si mostra per porre fine ai mali del nostro giorno. La letteratura e l’arte poetica sono ricche di altri esempi del genere, ma per quale motivo ho scelto di aprire un racconto sulla pittura dedicata alla sera, citando specificatamente i suddetti versi? Per di più, per riferirmi alla poesia in questione, ho deliberatamente utilizzato la parola “dipinta”, vi state per caso insospettendo? Per dire la verità fareste bene, in quanto i versi che aprono la mia storia sono stati appositamente scelti perché composti da un’artista: Michelangelo Buonarroti, pittore, scultore e architetto, ma anche poeta! In aggiunta, se proprio vogliamo essere precisi, il maestro italiano ha anche dedicato una scultura al soggetto in questione, parlo della Notte, capolavoro in marmo databile 1526-31, facente parte della decorazione della Sagrestia Nuova in San Lorenzo a Firenze, luogo in cui costituisce una delle quattro allegorie della Parti della Giornata, collocandosi sulla sinistra del sarcofago della tomba di Giuliano de’ Medici duca di Nemours. Bene, adesso che abbiamo introdotto l’argomento con la poesia e la scultura possiamo dedicarci esclusivamente alla pittura, disciplina dove ho ricercato opere d’arte a tema notte, capaci di abbracciare il genere sacro e profano, oltre che estendere la trattazione al soggetto del paesaggio, delle scene di genere e, ancora una volta, della letteratura. Gli artisti i cui capolavori verranno descritti sono: Pietro Lorenzetti, Paolo Uccello, J. M. W. Turner, Francisco Goya, Eugène Delacroix e Jean-François Millet. Infine, colgo l’occasione per esplicitare come abbia personalmente deciso di trascurare le opere d’arte più celebri della tematica in questione, al fine di rivelarvi qualcosa di auspicabilmente nuovo, esulando quindi dalla popolarità della Notte stellata di Van Gogh, del Giardino della delizie di Bosh, dall’Incubo di Fuseli, dalla Zattera della medusa di Géricault, dalla Zingara addormentata di Rousseau, dalla Ronda di notte di Rembrandt, etc… Adesso siamo finalmente pronti per iniziare!
ARRIVA LA NOTTE NELLE DOLOMITI (2020)Fotografia di Marek Kopnicky
IERI SERA (NOVEMBRE) (2023)Dipinto di Nelly Van Nieuwenhuijzen
La notte dipinta: da Pietro Lorenzetti a Jean-François Millet
Nella Basilica inferiore di San Francesco (Assisi, Italia), precisamente tra il 1310 e il 1319 circa, Pietro Lorenzetti, pittore italiano del XIV secolo, noto maestro della scuola senese, instaurò un parallelo tra le storie di Gesù e quelle del santo appena citato, inserendo nel ciclo cristologico il Miracolo dell stimmate. L’affresco, ispirato dal testo a proposito di Francesco scritto da Bonaventura da Bagnoregio, rappresenta il Cristo in croce, che, sospeso in aria e con ali di cherubino, è intento a trasmettere le sue piaghe delle mani e del costato al santo. Nonostante Fracesco appaia come letteralmente travolto dall’evento, il suo compagno, ovvero frà Leone, pare alquanto impassibile, come se egli non si fosse minimamente accorto dell’accaduto, forse perché troppo assorto nella lettura, oltre che saparato dalla scena per la presenza di un burrone. L’ambientazione nutturna trova collocazione presso le rocce della Verna, luogo che, con i suoi ulivi, ci rimanda dovutamente all’esempio di Giotto, mentre la basilica ripropone gli stilemi del gotico italiano, che vengono osservati frontalmente da un falco pellegrino posto su di un monte. L’associazione tra notte e contesto sacro viene adesso sostituita dall’abbinamento oscurità-scena di genere, in questo caso palesatosi nel dipinto di Paolo Uccello titolato Caccia notturna (1470 circa), opera che raffigura quanto già esplicitato dal suo nome, ambientandolo in una grande foresta. Quest’ultima è riccamente popolata da cavalieri, servitori, cani da caccia, prede e cervi, che, disposti con esattezza prospettica, proprio come già avvenne per la Battaglia di San Romano (1438), costituiscono una composizione dal sapore onirico, il cui schematismo, oltre che la ripetizione delle pose, si presterebbe quasi a ricordare la coreografia di un balletto. Giungiamo adesso al genere del paesaggio, precisamente a quello della marina, descrivendo Pescatori in mare (1796) di J. M. W. Turner, primo dipinto ad olio del maestro inglese, che raffigura un mare agitato situato vicino all’isola di Wight, luogo in cui si collocano due barche di pescatori, una illuminata dalla luna e l’altra in penombra. L’intento di quanto descritto è quello di alludere alla fragilità della vita umana, in questo caso personificata dalle piccole imbarcazioni in balia delle correnti, ma anche dalla presenza di un cielo scuro e di rocce impervie, elementi del creato allo stesso modo pronti a ricordare la potenza sublime della natura. Siamo giunti al turno di Francisco Goya e di Eugène Delacroix, il primo, autore di Un pellegrinaggio a San Isidro (1819-23), una delle sue pitture nere, che mostra una scena del pellegrinaggio verso l’eremo di San isidro di Madrid, dove, invece che raffigurare le usanze cittadine, egli ha esaltato la presenza di un gruppo di figure nella notte, tra le quali, alcune intente a deformare il loro volto nell’atto di cantare. Il soggetto della processione, sicuramente utilizzato con scopi teatrali e satirici dall’artista, è molto distante dalla tematica affrontata da La Barca di Dante (1822) di Delacroix, la quale fa esplicito riferimento all’ottavo canto dell’Inferno della Divina Commedia, passo in cui il poeta fiorentino, accompagnato dal maestro Virgilio, attraversa nel buio il largo fossato del fiume Stige a bordo di un’imbarcazione. Infine, concludiamo la rassegna a riguardo dei dipinti ambientati durante la notte con un più quieto paesaggio, mi riferisco alla Notte stellata (1850–1865) di Millet, nota per essere una delle rare opere che il pittore dedicò esclusivamente al soggetto naturalistico. Nonostante ciò, il maestro francese mantenne fede alla sua predominante ideologia, volta a considerare ogni paesaggio, a prescindere dalle sue dimesioni, un possibile estensione all’infinito del soggetto dipinto. Di fatto, possiamo effettivamente immaginare di camminare dentro Notte stellata, visitando ogni margine del suo supporto, per scoprire nuovi alberi, nuove stelle e forse tentando di avvicinarci sempre più all’ormai piccola e lontana luce del sole. Dopo Millet, il racconto continua nella contemporaneità, mediante l’analisi di tre opere degli artisti di Artmajeur, quali: Irina Laube, Dimitry Oleyn e Trayko Popov.
NOTTE SILENZIOSA (2023)Dipinto di Irina Laube
Irina Laube: Notte silenziosa
Il titolo dell’opera ci suggerisce l’assenza di disturbanti rumori, e quindi la presenza della quiete, che domina una composizione idilliaca, in cui il mare si ferma per farci osservare tranquilli la luna, che si trova sopra di lui, oltre che in alto, al di là delle montagne lontane. Di fatto, tutto è concepito per contemplare la notte, poiché ci troviamo in un “monocromo” blu, dove ci confondiamo tra cielo e terra, giudati, ancora una volta, dalla presenza del satelitte, la cui sola luce ci permette di distinguere le forme del creato. A proposito della tecnica del dipinto, invece, gli stilemi dell’Impressionismo si palesano nei movimenti lineari con cui sono state rese le lievi correnti marine e ventose, oltre che nella più rapida esecuzione dei dettagli in lontananza. L’artefice di Silent night, Irina Laube, si contraddistingue, appunto, per una ricerca figurativa di tipo impressionista, sempre pronta a interpretare molteplici soggetti paesaggistici, talvolta sfociando in dettagli dal sapore più astratto. La Laube è una pittrice russa residente in Germania, che si è formata facendo riferimento alle pratiche realiste, per poi, successivamente, esplorare nuovi metodi, stili e materiali, che l’hanno comunque portata a prediligere il soggetto naturale in tutte le sue manifestazioni, intese per evocare memorie ed emozioni, facendo riferimento al racconto del passato, oltre a quello del tempo presente.
NOTTE MERAVIGLIOSA (2023)Dipinto di Dmitry Oleyn
Dmitry Oleyn: Notte meravigliosa
Siamo decisamente lontani dalle atmosfere dipinte in The Storm on the Sea of Galilee di Rembrandt van Rijn, oppure quelle di Snow Storm: Steam-Boat off a Harbour’s Mouth di J. M. W. Turner, di Lost on the Grand Banks di Winslow Homer, di The Green Wave di Claude Monet, etc. Si, perché di fatto, tutte le opere appena elencate, mostrano naviganti messi a dura prova dalla furia del mare in tempesta, mentre, nel caso di Wonderful night, proprio come suggerito dallo stesso titolo, nonostante l’ambientazione a notte fonda, l’oceano, estremamente quieto, permette a chi si trova in barca di riposare. Sembrerebbe quasi che l’eterno duello tra uomo e natura del sopra citato Turner, spesso reso mediante un’iconografia capace di dar forma a una lotta senza appello tra un creato rigoglioso, potenete e devastante e una figura umana incerta, fragile e insicura, sia definitivamente venuto meno, per dar spazio al quieto vivere di entrambi. Tutto appare quindi sapientemente studiato per rendere tale ritrovata armonia, che si palesa all’interno di un cielo senza luna, comunque in grado di illuminare il centro del mare, ai cui lati si dispongono, in modo alquanto simmetrico, alcune imbarcazioni che paiono andare nella stessa direzione. Potremmo forse guardare all’opera come a un’immagine di buon auspicio, in cui, fiduciosi dell’avvenire, ci si prodiga a percorrere la strada davanti noi, sicuri che il mare non si opporrà al nostro proseguire. A proposito di Dmitry Oleyn, il pittore ucraino si riconosce nella corrente dell’'impressionismo moderno, che indaga sviluppando principalmente soggetti naturali, in particolare mari sereni, ma anche fiumi e laghi.
ALBERO DELLA NOTTE (2023)Dipinto di Trayko Popov
L'albero della notte: Trayko Popov
Il cielo vorticoso della Notte stellata più famosa della storia dell’arte, ovvero quella di Vincent van Gogh, pare tornare analogamente nella composizione di Popov, dove, ancora una volta, è presente anche un albero in primo piano. A differenza del capolavoro del maestro olandese, però, l’artista di Artmajeur ha disposto quest’ultimo soggetto al centro del supporto, in qualità di unico e indiscusso protagonista del paesaggio, pronto a dominare la tela insieme agli intensi colori, tra i quali si impongono principalmente il verde e il blu. Quest’ultimo sembra essere particolarmente presente, in quanto l’artista ci ha tinto il cielo, ma anche la chioma dell’albero, oltre a parte del manto erboso. A livello intepretativo, il colore del mare trasmetterebbe al fruitore di tale soggetto sensazioni di freddezza, calma, profondità, silenzio, pace, sensibilità e mistero, ma anche di equilibrio, ultimo espetto che riguarderebbe anche la percezione del verde. A proposito dell’artista, invece, Trayko Popov è un pittore bulgaro, la cui indagine figurativa, spesso ironica e surreale, è spesso dominata dalla realizzazione di giochi di luce, che prendono forma in soggetti colorati capaci di attirare l’attenzione dell’osservatore, stimolandone le emozioni.