RELITTO 1 (2020) Scultura da Morgese Giovanni

Scultura realizzata con assemblaggio di frammenti di ferro riciclato. L'opera vuole essere una riflessione sulla condizione dell'uomo che soffre e si sente come un derelitto, abbandonato, rifiutato, inutile come il relitto di una nave dopo il naufragio. Pezzi di ferro, scarti di lavorazione, sono uniti tra loro per dare vita ad una forma[...]
Scultura realizzata con assemblaggio di frammenti di ferro riciclato. L'opera vuole essere una riflessione sulla condizione dell'uomo che soffre e si sente come un derelitto, abbandonato, rifiutato, inutile come il relitto di una nave dopo il naufragio. Pezzi di ferro, scarti di lavorazione, sono uniti tra loro per dare vita ad una forma nuova che pur suggerendo precarietà e distruzione è lì a testimoniare la presenza simbolica di un'umanità che pur nelle tenebre ha in sè la speranza della rinascita. Lo spiritule appare nelle cose tragiche della vita.
L'uso di frammenti di ferro, scarti di lavorazione, sono per me elementi costitutivi del mio lavoro ormai da una decina d'anni. Raccogliere materiali già utilizzati e abbandonati, per poi manipolarli attraverso l'atto poetico della creazione artistica, significa farli rinascere, dare loro nuova vita sottraendoli all'oblio, alla corruzione della materia, all'inavitabilità della morte.
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Giovanni Morgese è un pittore, scultore e iconografo italiano contemporaneo. La sua intensa attività artistica inizia negli anni '80 durante i quali si distingue per la sua originale[...]

Giovanni Morgese è un pittore, scultore e iconografo italiano contemporaneo. La sua intensa attività artistica inizia negli anni '80 durante i quali si distingue per la sua originale ricerca segnico-simbolica orientata all'analisi delle realtà arcaico-religiose. Negli anni '90 il discorso artistico è orientato al solidarietà-umanitario: i bastoncini risultanti diventano sculture “povere” ricche di profonda umanità e spiritualità cristiana.

La sua continua ricerca artistica lo porterà alla scoperta delle icone e della loro bellezza che approfondirà grazie a studi e corsi di iconografia. Da quel momento il suo lavoro, sempre sostenuto dalla fede, sarà caratterizzato da espressioni artistiche attente al recupero della tradizione antica (icone) e alla traduzione degli stessi concetti in un linguaggio moderno-contemporaneo.

Nel 2000 il suo lavoro diventa la rappresentazione di una violenza reale e tangibile attraverso l'indagine del proprio volto che perde la propria identità fisica e diventa maschera del dolore, identificandosi così con l'umanità sofferente in attesa di un nuovo giorno. Il ferro divenne il mezzo espressivo di Morgese. A partire dalla figura: sagome in lamiera dal profilo irregolare e frastagliato. Figure ridotte all'essenziale e prive di volume, simili a ombre, traforate, attraversate da segni e simboli: figure come microcosmi di realtà più grandi.

Giovanni Morgese nasce nel 1951, in Italia, dove si diploma in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Bari.



L'artista è stato evidenziato in un articolo su Artmajeur Magazine:

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