Graziana Checchia Pantaleone
Audela è una storia; di schegge, pioggia, buio, luce e mani fredde.
È commedia, tragedia, smarrimento, contraddizione e rinascita.
È saltare sulle nuvole mentre sei in caduta libera; un sorso di Martini, una ciliegia appena raccolta, un cucchiaino di gelato.
È pittura ovunque, coraggio di andare oltre, voglia di tenersi la mano e stringere, stringere quanto basta.
Scopri opere d'arte contemporanea di Graziana Checchia Pantaleone, naviga tra le opere recenti e acquista online. Categorie: artisti italiani contemporanei. Domini artistici: Pittura, Fotografia. Tipo di account: Artista , iscritto dal 2024 (Paese di origine Italia). Acquista gli ultimi lavori di Graziana Checchia Pantaleone su ArtMajeur: Scopri le opere dell'artista contemporaneo Graziana Checchia Pantaleone. Sfoglia le sue opere d'arte, compra le opere originali o le stampe di alta qualità.
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L'artista partecipa a mostre d'arte e fiere
Biografia
Audela è una storia; di schegge, pioggia, buio, luce e mani fredde.
È commedia, tragedia, smarrimento, contraddizione e rinascita.
È saltare sulle nuvole mentre sei in caduta libera; un sorso di Martini, una ciliegia appena raccolta, un cucchiaino di gelato.
È pittura ovunque, coraggio di andare oltre, voglia di tenersi la mano e stringere, stringere quanto basta.
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Nazionalità:
ITALIA
- Data di nascita : 1993
- Domini artistici:
- Gruppi: Artisti Italiani Contemporanei

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Segno d'acqua
Forse avrei dovuto iniziare da cosa non era, o da cosa non ci avresti trovato: Shift non era lineare, non era estremamente preciso, men che meno largamente razionalizzato.
Portava un messaggio con sè iniziato nei due lavori antecedenti e sviluppato con qualche cm e materiale in più.
Pensavo alla teoria del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno.
A quell'acqua ai miei occhi stantia e a quel bicchiere da svuotare.
Pensavo all'attenzione nel preparare tavole che a volte dovremmo soltanto ribaltare.
Pensavo al dialogo, all'aspettativa delle loro parole sulle nostre labbra.
Dialogo o ripetizione?
Valutazione alla capacità mnemonica o alla compresione ed elaborazione?
Shift aveva radici profonde e fiori pronti a sbocciare.
Era saper dire no e imparare a dire basta.
Riconoscerne la differenza e l'occasione.
Era non aspettare il consenso, non ricercarlo, e a volte biasimarlo.
Comprendersi e amarsi, anche spezzati.
Cancellare uno sbaglio mai commesso, scusarsi
con se stessi prima che con gli altri.
Nello zodiaco e nell'astrologia occidentale ero un segno d'acqua.
La nebbia, microscopiche goccioline d'acqua sospese nell'aria.
Le nuvole, vapore condensato e cristalli di ghiaccio.
La pioggia, la neve.
L'acqua era l'elemente centrale di tutti, e non quasi, i miei lavori. Il tassello mancante di Shift, il tocco finale.

Back to the beginning - Connessioni
Back to the beginning mi ricordava quella bozza di astratto su quattro pannelli di materiale differenti legati l'uno all'altro.
Ai miei occhi uno dei lavori peggiori; buio, pasticciato, elementare.
Qualcosa che non riuscivo a comprendere,
un riflesso
ma io non sapevo dove guardare.
Pensieri istintivi, veloci, frettolosi.
Come la tastiera che non riusciva a starmi dietro e riproduceva le lettere con il distacco di un millesimo di secondo.
Quel nuovo simbolismo invece mi dava chiarezza
nella sua astrattezza; riprendeva i colori, li ordinava, li distendeva.
Il muschio richiamava le piante appese ai muri di quella stanza dipinta e galleggiante, sospesa nel nulla.
Il fondo, dato da un intonaco caldo in tre differenti sfumature, parlava di casa, di rustico, di autentico.
Quella bozza non era scomparsa
era sempre lì, solo sotto una luce diversa.
Cannella
Ottobre era il mese dei colori tenui, della zucca, della campanula selvatica, del foliage.
Il decimo mese dell'anno, l'ottavo nell'antica Roma.
Sfogliando vari articoli, l'otto era un numero infinitamente ricco di significati; due cerchi che formano il ciclo eterno, l'equilibrio universale tra gli opposti, l'onestà, la logica. la giustizia.
Viaggiava attraverso il simbolismo in tutto il mondo, intrecciandosi con le varie culture.
In Cina, dall'unione di Yin e Yan si sviluppavano otto forze della natura: Cielo, Lago, Fuoco, Tuono, Vento, Acqua, Montagna e Terra.
Otto le vie del sentiero, per la tradizione buddista.
Il mese dei pensieri produttivi, da sigillare intorno ai pacchi dei desideri destinati a Dicembre.
Pensieri da far volare nei primi giorni di Gennaio nei vortici di aria fresca.
Una sorta di ingresso, di preparazione, di postazione da lavoro; con qualche tubetto sparso, pennelli da lavare, pagine da riempire, colori da sperimentare, nuove idee da produrre.
Ottobre sul calendario era un Gargoyle con le mani posate sul viso e lo sguardo sulla vista della città.
Le nuvole ceruleo di Settembre in me sfumavano sul bianco - grigio caldo in Ottobre, una sorta di nebbia avvolgente, di mistero, di suspense.
I colori pastello cedevano lo spazio a simbologia e colori via via più intensi.
Non era un salto, ma proseguire, in quella vista mista a cecità.
Avvolta da braccia che riuscivo a sentire ma non a vedere.
Accompagnata da un pensiero familiare, dolce
intenso, come il sapore della cannella.
Flashback (Tra la folla)
Tra la folla era nato come un quadro di realismo concettuale, ritraeva un fiore di gelsomino avvolto in una mano.In fase finale, con la pittura ad olio e il passaggio deciso delle dita sulla tela, lo stesso era diventato la raffigurazione astratta di un momento di vita; un incontro, un intreccio, Gennaio, Roma.Ci eravamo conosciuti nel modo più classico e autentico che conoscessi: guardandoci.
Avevamo riso come se non avessimo mai smesso di farlo.
Mi ero volontariamente distratta per tutta la sera, perchè stanca, esausta, guardando senza vedere.
Ma la bellezza della vita era stato prendere quel tutto e posizionartelo davanti, al primo movimento distratto.
Avevo raccontato l'astratto con poche e semplici parole, attraverso suoni, ricordi e sensazioni.
Tra la folla non era più a casa da qualche mese ormai, era al 7° piano in una zona in cui avevamo alloggiato per un tempo che sembrava una vita.
Quando mi comunicarono il match pensai alla comicità della stessa, al flusso, alla decisioni.
A come tutto comunicasse con noi.
Tornarci era stato piacevole, al settimo piano mi ero fermata qualche minuto, seduta su quel balcone tra le nuvole, a guardare, a pensare.
Per strada ricordavo i vicoli, gli incroci, la via principale e il verde delle foglie.
Ricordavo me, così diversa eppure con la stessa luce negli occhi.
Ricordavo lui, il rosso ciliegia sui miei quadri, che anzichè sbiadire brillava d'intensità in quelle finestre galleggianti.
Lì dove avevo posizionato i miei quadri, a qualche metro o chissà dove di distanza, avevo dimenticato un orecchino molti anni prima.
In tutte le volte in cui ero stata a Roma non ero mai passata a riprenderlo.
Quel cuore poggiato sull'orecchio lo sentivo battere nel petto, espandersi, incendiarsi.
Ed era quello il mio gioiello dimenticato.
Fiori e argilla
Quando andavamo da nonna e cucinavo io mi diceva sempre "Che buon profumo! Che ci hai messo?" - "L'amore" rispondevo sorridendo.
Avevo iniziato a cucinare con i dolci prestissimo, imparando a memoria una sola ricetta.
Poi era stato tutto uno sperimentare, sbagliare, aggiungere, togliere e mescolare.
Non usavo mai la bilancia, mi indispettiva, preferivo andare un po' ad occhio, un po' a tatto e un po' a memoria; per la mia focaccia ormai utilizzavo la mano come cucchiaio per dosare olio e sale.
Pasticciavo cose buone, da piccola anch'io come molti bambini avevo preparato milioni di intrugli con fiori e argilla.
Crescendo non era cambiato poi molto.
Non ero riuscita a vedere molti arcobaleni, per questo un mesetto fa all'incirca, avevo deciso di acquistare un paio di pantofole color bianco nuvola con sopra un arcobaleno ricamato nei diversi colori.
L'avrei portato a piedi, per ricordarmi di guardare le cose a testa in giù.
Casa sarebbe stata cucina, colore, speranza, profumi e progetti.
C'erano un paio di film che adoravo, rivisti sotto Natale o generalmente almeno una volta ogni paio d'anni, quasi tutti degli anni 80.
Ballavo con la musica di quegli anni, tornando spensierata e sorridente.
Un brindisi di vino ai piedi del letto, acqua per le piante, fuoco per le candele e terra di cioccolata.
Crescere era iniziare a guardarsi con i propri occhi, mescolando tradizione, sogno e innovazione.
Per una volta sarei stata io a dover seguire me stessa, stringendo una mano e fidandomi.
About Audela
in Audela nulla si divide, un unico filo narrativo che viaggia nel tempo e nello spazio, raccontando un'unica storia con sfumature differenti.
Il colore è picchiettato, trascinato, graffiato sulla tela, seguendo l'emozione dietro le note musicali.
Non c'è presente ma c'è frastuono. Eppure non si sente nulla.
Solo un ticchettio in lontananza; il rumore dei passi sulle pozzanghere, la pioggia che cade, lo sfregamento dell'impermeabile, e il suono di ogni respiro.
Poi più nulla.
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