Graziana Checchia Pantaleone
Flashback (Tra la folla)
Tra la folla era nato come un quadro di realismo concettuale, ritraeva un fiore di gelsomino avvolto in una mano.In fase finale, con la pittura ad olio e il passaggio deciso delle dita sulla tela, lo stesso era diventato la raffigurazione astratta di un momento di vita; un incontro, un intreccio, Gennaio, Roma.Ci eravamo conosciuti nel modo più classico e autentico che conoscessi: guardandoci.
Avevamo riso come se non avessimo mai smesso di farlo.
Mi ero volontariamente distratta per tutta la sera, perchè stanca, esausta, guardando senza vedere.
Ma la bellezza della vita era stato prendere quel tutto e posizionartelo davanti, al primo movimento distratto.
Avevo raccontato l'astratto con poche e semplici parole, attraverso suoni, ricordi e sensazioni.
Tra la folla non era più a casa da qualche mese ormai, era al 7° piano in una zona in cui avevamo alloggiato per un tempo che sembrava una vita.
Quando mi comunicarono il match pensai alla comicità della stessa, al flusso, alla decisioni.
A come tutto comunicasse con noi.
Tornarci era stato piacevole, al settimo piano mi ero fermata qualche minuto, seduta su quel balcone tra le nuvole, a guardare, a pensare.
Per strada ricordavo i vicoli, gli incroci, la via principale e il verde delle foglie.
Ricordavo me, così diversa eppure con la stessa luce negli occhi.
Ricordavo lui, il rosso ciliegia sui miei quadri, che anzichè sbiadire brillava d'intensità in quelle finestre galleggianti.
Lì dove avevo posizionato i miei quadri, a qualche metro o chissà dove di distanza, avevo dimenticato un orecchino molti anni prima.
In tutte le volte in cui ero stata a Roma non ero mai passata a riprenderlo.
Quel cuore poggiato sull'orecchio lo sentivo battere nel petto, espandersi, incendiarsi.
Ed era quello il mio gioiello dimenticato.