Angry Again
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- Nazionalità: ITALIA
- Data di nascita : data sconosciuta
- Domini artistici:
- Gruppi: Artisti Italiani Contemporanei
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foibe:dalla Tragedia all’Esodo “Contro la violenza dell’oblio”
Roma – Complesso del Vittoriano
Foibe:
dalla Tragedia all’Esodo “Contro la violenza dell’oblio”
Roma – Complesso del Vittoriano
Sacrario delle Bandiere
ingresso Ara Coeli
31 gennaio – 22 febbraio 2009
CONFERENZA STAMPA
Roma – Senato della Repubblica, Sala Caduti di Nassyria
Piazza Madama, 11
Mercoledì 28 gennaio 2009, ore 11.00
NOTA STAMPA
In occasione delle celebrazioni nazionali per il “Giorno del Ricordo” 2009, l’Associazione Nazionale Dalmata e E-NVENT, con il sostegno del Ministero della Difesa e della Fondazione Roma, e con il contributo di un prestigioso Comitato Scientifico presieduto dallo storico Luigi Papo e composto da autorevoli esponenti del mondo della cultura, presenteranno la mostra “Foibe: dalla Tragedia all’Esodo”, evento istituzionale per commemorare le vittime delle Foibe.
Nella solenne e suggestiva sede del Sacrario delle Bandiere del Complesso del Vittoriano di Roma l’iniziativa, organizzata dall’Associazione Nazionale Dalmata in collaborazione con il Ministero della Difesa e la Fondazione Roma, e realizzata da E-NVENT, sarà aperta al pubblico dal 31 gennaio al 22 febbraio 2009. “Foibe: dalla Tragedia all’Esodo”, che prosegue idealmente un progetto iniziato un anno fa, con la mostra “Foibe: martiri dimenticati” tenutasi presso il Rifugio Antiaereo del Palazzo Uffici all’EUR in occasione delle celebrazioni ufficiali per il Giorno del Ricordo 2008, si pone come obiettivo la prosecuzione del racconto di ciò che è accaduto dopo lo sterminio dell’infoibamento, con l’Esodo forzato dal confine orientale di circa 350.000 italiani.
L’evento vuole offrire al grande pubblico un’opportunità importante per affrontare il delicato tema del Ricordo. Una riflessione dovuta sulla tragedia che ha coinvolto la popolazione del confine orientale italiano dopo la seconda guerra mondiale, nel solco di un impegno civile che dal 2004, anno in cui fu approvata dallo stesso Parlamento con voto quasi unanime la legge 92/2004 promossa dall’on. Roberto Menia (attuale sottosegretario al Ministero dell’Ambiente) sulla commemorazione del “Giorno del Ricordo” , ha avviato un processo istituzionale di recupero della memoria collettiva dopo un agghiacciante silenzio che ha coinvolto il Paese per quasi sessanta’anni. Perché, come spiega il noto scrittore Claudio Magris, “ricordare le vittime è un modo forte di render loro giustizia contro la violenza dell’oblio che, come una violenza ulteriore oltre a quella da loro subita, tende a cancellarle dal mondo, a colpirle due volte”.
Il percorso espositivo sarà distribuito in due grandi aree tematiche: una dedicata alle Foibe ed una all’Esodo. Una lunga e dettagliata raccolta di circa 100 foto, secondo una ricostruzione rigorosamente scientifica del periodo storico illustrato, racconterà i luoghi e i personaggi della tragedia, i documenti, gli oggetti della vita quotidiana di quegli anni, i giornali dell’epoca.
Il percorso sarà affiancato da aree di approfondimento diversificate. Una sala cinema dove saranno proiettati due documentari: “Foibe. Martiri dimenticati”, prodotto dall’Associazione Nazionale Dalmata e dall’editore Palladino e “Esodo. L’Italia dimenticata”, prodotto dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e dal Centro Studi Padre Flaminio Rocchi.
Uno spazio multimediale dove il pubblico potrà consultare volumi tematici sull’argomento e una serie di interviste video a testimoni ed esperti.
La narrazione dei fatti sarà inoltre supportata da un forte richiamo emotivo, che vuole stimolare il visitatore attraverso alcune opere d’arte direttamente ispirate alla vicenda delle Foibe. Il percorso storico-didattico è infatti accompagnato da un gruppo di dodici sculture, che l’artista Giuseppe Mannino ha eseguito proprio sul tema delle Foibe in occasione di una mostra tenutasi a Berlino nel 2005, e da tre tele monumentali realizzate a quattro mani degli artisti Rocco Cerchiara e Andrea Cardia appositamente per la mostra, sul tema delle Foibe e dell’Esodo, tra cui l’opera che ha prestato l’immagine guida alla manifestazione.
La rassegna è curata dalla storica dell’arte Carla Cace, l’allestimento è a cura di Matteo Signori.
Roma, gennaio 2009
INGRESSO GRATUITO
Ingresso mostra: Roma, Complesso del Vittoriano, Sacrario delle Bandiere, ingresso Ara Coeli
Date: 31 gennaio – 22 febbraio 2009
Orari di apertura: dal martedì alla domenica dalle ore 9,30 alle 15,00
Comunicato stampa
“Contro la violenza dell’oblio”
tre tele monumentali realizzate a quattro mani degli artisti Rocco Cerchiara e Andrea Cardia appositamente per la mostra, sul tema delle Foibe e dell’Esodo, tra cui l’opera che ha prestato l’immagine guida alla manifestazione.
Roma – Complesso del Vittoriano
Sacrario delle Bandiere
ingresso Ara Coeli
31 gennaio – 22 febbraio 2009
CONFERENZA STAMPA
Roma – Senato della Repubblica, Sala Caduti di Nassyria
Piazza Madama, 11
Mercoledì 28 gennaio 2009, ore 11.00
PREMIO TERNA 2008 CONCORSO ONLINE
ATTENZIONE:
Partecipiamo al premio Terna con un'opera eseguita a 4 mani,è un'opportunità per diffondere la nostra arte...
se l'opera vi piace votatela qui,vi ringraziamo in anticipo:
opere/scheda/1468/Un%20occhio%20aperto%20sull-ergia
Comunicato stampa
curatori: Carla Cace
autori: Andrea Cardia, Rocco Cerchiara, Giuseppe Mannino
patrocini: Regione Lazio, Presidente della Repubblica, Comune di Roma Assessorato alle Politiche Culturali, Provincia di Roma
Nel sottosuolo
Nel sottosuolo
L’umana fragilità è fatta a brani. Squarciata, scomposta, fratturata. Oscenamente.
Qualcun altro ha giocato a dadi questi destini. E ha perso tutto con criminale indifferenza. Banalmente. Nascondendo i resti, poi il pensiero dei propri delitti efferati. Agli inferi si può discendere due volte. Con una violenza oscura e feroce che tortura, vendica, elimina, sotterra in nome di appartenenze contingenti, ragioni troppo distanti.
Omicidi sommari, sacrifici umani esige il dio intransigente delle persecuzioni. Follemente pretende tutto: corpo anima identità la memoria di chi resta. Ha mille bocche che chiamano foibe, questo dio criminale.
Nel sottosuolo c’è il freddo che non conosce calore. C’è l’olocausto della luce che cancella i volti.
Poi caverne, gallerie, antri, abissi verticali, tortuosità. Tombe, corpi decomposti. Ci sono uomini spezzati come marionette nel ventre della terra. Rigor mortis.
Si partorisce il buio in questi inferni. Nei sottosuoli delle coscienze assopite.
L’identità è inghiottita, negata dentro una tenebra densa, vischiosa di chi ha perso la speranza della luce, la pelle è un sudario bianco di pietra e terra, di terrore e d’ombra; gli occhi uno spillo torvo di oblio. Sono roccia e buco quei corpi, sono concrezione e ruvidità. I sepolti vivi muoiono per follia, non solo di fame di sete di terrore di vertigine di dolore di odio.
Per Andrea Cardia e Rocco Cerchiara non basta una fossa a tacere, a dimenticare. I morti possono tornare, possono debordare dalle fosse come orde di fantasmi a esigere il ricordo.
Come in una danza macabra, come un grido muto da abissi che non sanno più contenere. Né occultare. I volti che sono identità unica affiorano dai recessi della terra e del ricordo, si riconoscono le ferite, i segni, l’età. Serve il tempo e l’ammissione di un oblio collettivo. E fare archeologia spietata dentro le ferite di un popolo. E purificarle con acqua salata. Senza dimenticare la lacerazione. La catarsi passa solo attraverso la coscienza.
Post-it: la pittura ha il moto collettivo a restituire il ricordo, l’identità. A far luce dentro recessi oscuri e misteriosi, a comprendere. A lenire la brutalità attraverso una immagine evocata.
Non importano più l’appartenenza faziosa, le ragioni.
Resta solo la memoria che è l’unico tributo possibile. E il racconto. Per non permettere di nuovo l’orrore.
Simonetta Angelini per Andrea Cardia e Rocco Cerchiara.
Testo critico Foibe
Se spesso nella vita ci si domanda perchè dobbiamo
così con atrocità soffrire, perchè dobbiamo andare
avanti nonostante la morte nel cuore, ecco forse è una
risposta:per tramandare agli altri alle nuove generazioni
fatti magari appartenuti ai nostri nonni, conoscenti, o solo
persone del nostro bel Paese.
E sopprattutto bello, commuovente trovare che vi si trovi
spazio a Roma presso l'altare della Patria a commemorare:
A MAI DIMENTICARE questi fatti ignobili di sangue, per
poteri , discriminazioni etniche.
Splendida, impareggiabile, umana e commuovente è l'abilità
che hanno saputo costruire attraverso le loro opere Rocco
Cerchiara ed Andrea Cardia. Lavori questi che sembrano
quasi rammentarci per intensità di dolore alla "Guernica" di Picasso,
un dolore profondo,ma dignitoso, corale. Splendida è quel saper
costruire qualcosa che va oltre alla semplice opera o scultura.
Nelle due opere di questi due artisti si respira l'intensità raccolta
di un'intera generazione che è stata ingiustamente disintegrata
e sbattutta nella terra carsica delle foibe.
Rocco Cerchiara ed Andrea Cardia riescono con finezza a mostrarci
questo orrore, queste morti assurde,ma non inutili o vane,
anzi quel loro scomparire così da un giorno all'altro amplifica il desiderio
di sentirceli ancora più vicini nel nostro oggi quotidiano.
Splendido è la capacità di questi due artisti di puntare sul dato umano,
su dato emozionale facendoci sentire ancora più meschini per
quello che si è svolto in un tempo ormai passato, ma mai del tutto
dimenticato
Dott.ssa Valeria s.Lombardi
Articolo
Sono i volti sfigurati dalla morte quelli che prorompono quasi fisicamente dalla scena: volti deformati dall’orrore di una tragedia che coinvolge tutti , vittime e carnefici , con il loro carico di responsabilità e il cui ultimo atto ci lascia ammutoliti. E l’urlo è raggelante: un estremo, disperato tentativo di porre ancora una volta, l’ultima volta, la domanda: perche?
La domanda resta come sospesa, il tempo sufficiente per poterla cogliere prima che scompaia ancora una volta, l’ultima volta, nel vuoto di quell’oscurità senza fine che ha spodestato lo sguardo .
Di fronte a quei corpi slogati, scomposti e ammassati a formare la scandalosa coreografia della morte i vivi non hanno risposte se non quelle spendibili al mercato di una politica oscena. Nella smorfia dolorosa di quelle bocche spalancate in cui ci sembra di essere inghiottiti e nei tratti sconnessi di quelle membra ritorte in cui l’esperienza del disumano pare aver raggiunto la sua identificazione iconica, vediamo riflessa la barbarie contemporanea.
Claudio Fabbri
Foibe: dalla tragedia all'esodo.
Vi è un tempo in cui tutto risulta sospeso, fermo e, parallelamente, evidente ed emergente di una forza propria, incontrollabile e violenta nella sua evidenza. Vi sono immagini che per la loro intrinseca robustezza e prepotenza vivono di vita propria. Questo è il caso delle opere realizzate per la rassegna “Foibe: dalla Tragedia all’Esodo” dagli artisti Rocco Cerchiara e Andrea Cardia, frutto di una collaborazione non casuale ma voluta e cercata sin dal primo capitolo di questo intenso e appassionante viaggio per la ricostruzione di una memoria collettiva troppo a lungo negata.
La tavola sulle Foibe, realizzata con grande intensità e sofferenza appositamente per la mostra, rimarrà quale Effige dell’emergere della storia di queste vittime negate, quale Simbolo universale di tutti gli orrori obliati. Già dalla sua composizione traspare ciò: al centro del monumentale lavoro, dalle viscere della terra affiora con violenza un busto umano privo di connotati e di identità proprio come le maggior parte delle vittime recuperate dalle cavità carsiche, golem di terra, o ancora un corpo avvolto in un sudario. Simbolo della Verità che viene a galla, della forza della Storia che supera i meccanismi della Negazione e del Silenzio. Si tratta indubbiamente della Voce e dello Sdegno degli infoibati ma supera anche il dramma particolare, per divenire eterna Denuncia di ogni vittima cancellata della Storia. Attorno a Lui, corpi affastellati e volti sfigurati gridano, cercando di farsi strada tra i pesanti cumuli di terra per Emergere, Respirare e chiedere Giustizia.
In fondo, un orizzonte crepuscolare - né troppo lontano, né abbastanza vicino - segna il confine con la dimensione del Silenzio, con il nostro mondo che li ha condannati a quel perpetuo e orrendo moto. E’ il luogo dei carnefici, un altare del male ma, ahimè il nostro Mondo.
Si potrebbe dire rappresentazione di un girone dantesco quanto mai vero, in realtà è rappresentazione drammatica e cronachistica, al contempo, di fatti avvenuti ai danni di nostri connazionali.
La tecnica mista e l’ardito altorilivevo conferiscono una veridicità e una oggettività tale all’immagine da entrare prepotentemente nella nostra dimensione, costringendoci a Vedere e soprattutto obbligando chi non sa a porsi di fronte a qualcosa che non si può più far finta che non esista.
Questa la grandezza del Messaggio che due artisti del nostro tempo come Cardia e Cerchiara hanno saputo cogliere e rappresentare con una indicibile oggettività seppur, nello stesso tempo, concedendole la Trasfigurazione dell’Arte.
La grande pitto-installazione sull’Esodo, invece, affronta la tematica della Partenza, dell’Abbandono, della Cancellazione delle proprie radici, con un approccio decisamente contemporaneo e intellettualistico.
Una tavola di fondo che è una sorta di monitor - strumento per eccellenza della comunicazione attuale - accoglie in sé innumerevoli frammenti di altri piccoli schermi che si sovrappongono, sostenendosi a vicenda e scalzandosi, quasi in una competizione (attualissima) per l’Apparire. Ognuno di essi, però, custodisce in realtà un piccolo e incompreso tesoro: i frammenti di Ricordi, di vita vissuta, un sussulto di una Memoria vicina o lontana. Sono le stanze interiori di ogni essere umano, angoli di Emozioni e ricordi spesso negati o cancellati dalla quotidianità. Allo stesso tempo, sempre per il meccanismo del duplice messaggio intrinseco ai lavori degli artisti, ritroviamo particolari di foto rielaborate graficamente con gruppi di esuli che partono dal porto di Pola, o ancora la celeberrima immagine della bambina “esule giuliana”.
L’Esilio, la Frammentazione dei ricordi, gli Addii divengono anche qui messaggi universali, patrimonio dell’Inconscio Collettivo dell’uomo.
Carla Isabella Elena Cace
(Curatrice mostra Foibe: dalla Tragedia all’Esodo)
SPAZIO, STORIA E MEMORIA
SPAZIO, STORIA E MEMORIA
di Francesco Elisei
Il tema di fondo, è la memoria, la storia necessaria per sviluppare il tema è quella relativa ad uno dei periodi più drammatici dell’Italia contemporanea, le Foibe. Rimando il lettore che necessita dell’inquadramento storico ai brani che analizzano il periodo, il mio lavoro è quello di narrare l’arte di Andrea Cardia. L’artista nella storia sociale dell’uomo ha sempre avuto un ruolo particolare, interpretare la realtà. Zolà sosteneva che l’artista è colui che traduce la realtà attraverso un sentimento, spesso melanconico. Proprio la melanconia è la base della creatività artistica. Il Dürer in una famosissima e studiata incisione, testimonia e manifesta la predilezione dell’artista nei confronti di quella propensione strutturale del suo essere verso quello stato conscio di pensiero drammatico e melanconico. Le opere realizzate da Cardia per ricordare le vittime delle foibe ha di base, la drammaticità dell’avvenimento e l’importanza della committenza. L’arte è al servizio della società, in maniera autonoma certo, ma ne dipende, altrimenti un tema così profondo e importante per gli Italiani sarebbe stato trattato in maniera diversa. L’arte ha un altro importante beneficio, inscena e stupisce attraverso forme e colori. Quando le attitudini diventano forma ci troviamo dinanzi a delle opere d’arte e quelle create da Cardia lo sono nella loro più totale fragranza. Gli elementi utilizzati dall’artista richiamano quelli essenziali della vita, la terra, il fuoco, e quindi Cardia risponde al postulato che l’artista è un demiurgo, un creatore instancabile che pone sull’altare del sacrificio se stesso nell’ardore di dare forma a quelle che sono delle affinità elettive. Le opere realizzate per commemorare le Foibe ed esposte al Vittoriale, luogo sacro dell’italica storia bellica, rappresentano l’apice della poliedrica attività artistica di Cardia, l’astante rimane rapito e sente subito il fiato dell’avvenimento drammatico di chi ha vissuto quei momenti, di chi è stato gettato per mano razzista dentro quelle grotte, di chi ha sentito prima di morire i corpi gettati. Tutto ciò si sente, si vede, si tocca, nell’arte di Cardia. La monocromia, il tono su tono e le flebili variazioni cromatiche amplificano il senso drammatico della composizione, le figure accatastate ricordano i mucchi di immondizia, proprio per ricordare come l’umanità venne trattata quando venne gettata nelle Foibe. Cardia con straordinaria capacità ci fa riflettere su quello che successe, non pone filtri, non eroicizza l’avvenimento, lo mostra in tutta la crudeltà che fu. L’eroicità in questo caso disturberebbe. Grazie a Cardia riusciamo a cogliere l’ardore dell’altrui destino, la pittura convulsa aumenta la percezione di quei momenti drammatici. A Cardia va il merito di aver realizzato un capolavoro su cavalletto della storia contemporanea dell’arte italiana.
New York 10 gennaio 2009