Fish Island 4D (2017) Sculpture par Andrea Ciclamino

La scena di quella “mitologia personale” legata al dipinto “Fish Island” si è impressa nel sé come una collezione di immagini che, attraverso un’improvvisa e struggente Meraviglia, viene richiamata alla memoria, sancendo così l'estemporaneità del mito che ritorna come una situazione già vissuta ma con un sentimento nuovo. Nasce così “Fish Island 4D”, che racconta l’idea del viaggio come riconquista dell’uno, del ritorno all’unità, come il mezzo temporaneo per ricomporre i pezzi di quel vuoto. Quella del ritorno è una diversa sfaccettatura della Meraviglia, intesa più come struggimento, commozione verso una realtà passata, talvolta dispersa e riscoperta nel presente.
“Il ritorno che dà senso al viaggio” non è un ritorno dettato essenzialmente dalla nostalgia ma dalla riscoperta di tesori accumulati e di quelli dispersi, alla luce di una nuova consapevolezza che riesce a riconoscere il senso dei valori passati.
Da qui matura la necessità di definire “Fish Island 4D” con lo stesso valore commemorativo di un piccolo monumento intenzionale, il quale precisa che il monumento non diventi mai passato, ma tenda a mantenere il valore d’arte sempre presente e vivo nella coscienza dei posteri. I resti di memorie passate riscoperte nel presente vengono inglobate dentro un cubo di vetro, nel quale il passato, che pur mostrandosi nitido nelle sue forme, non si può più toccare con mano, appare opaco e sbiadito nei colori che si sono dispersi nel tempo e nello spazio, facendo assumere agli oggetti le sembianze cromatiche di antichi fossili. Sul fondo sabbioso dell’abisso affiorano i pezzi sparsi di una pienezza che ha riempito gli angoli del tempo, oggetti quotidiani che assumono una valenza sacrale.
Ulisse conosceva bene il “dolore del ritorno”, l’“Odissea” è in fondo la storia di un ritorno, di un viaggio in avanti con lo sguardo rivolto sempre all’indietro. Nella sua sintesi più efficace ed essenziale, “Fish Island 4D” vuole raccontare un viaggio in cui il tempo svanisce in un incessante ritorno, un viaggio per ritrovare un’appartenenza, per ritrovare non ciò che fummo, ma ciò che siamo da sempre.

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