Alexander Daniloff
Alexander Daniloff is a Russian artist and illustrator born in 1963 in Donetsk (Ukraine) After completing his studies at the Theater School of Niznij Novgorod (Russia) in 1990 he immediately entered the world of art, enjoying considerable success with the public and critics both in Russia and abroad. From 1987 to 2000 he participated in numerous solo and group exhibitions in Niznij Novgorod, Moscow, Norilsk (Russia); in Amsterdam, Venlo, Horst, Heusden (Holland); in Barcelona (Spain); Helsinki (Finland); in San Francisco and others
Los Angeles (USA).
Since 1994 he has been collaborating with the Dutch gallery IROK.
In 2000 he moved to Italy. Currently, he lives and works as a professional artist in Lucca.
He has collaborated with the Teatro Sociale of Rovigo for the creation of posters and playbills.
With a particular drawing technique, he has created some murals both in Italy and in Russia.
He has created three Tarot series which were published in 2012 and 2014 and has illustrated some books.
He painted the banners for the Sulmona poles in 2009; of Massa Marittima, San Giovanni d'Asso (Siena), and Gualdo Tadino (Perugia) in 2010; of Lucca and Castel Madama (Rome) in 2011.
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Biography
Alexander Daniloff is a Russian artist and illustrator born in 1963 in Donetsk (Ukraine) After completing his studies at the Theater School of Niznij Novgorod (Russia) in 1990 he immediately entered the world of art, enjoying considerable success with the public and critics both in Russia and abroad. From 1987 to 2000 he participated in numerous solo and group exhibitions in Niznij Novgorod, Moscow, Norilsk (Russia); in Amsterdam, Venlo, Horst, Heusden (Holland); in Barcelona (Spain); Helsinki (Finland); in San Francisco and others
Los Angeles (USA).
Since 1994 he has been collaborating with the Dutch gallery IROK.
In 2000 he moved to Italy. Currently, he lives and works as a professional artist in Lucca.
He has collaborated with the Teatro Sociale of Rovigo for the creation of posters and playbills.
With a particular drawing technique, he has created some murals both in Italy and in Russia.
He has created three Tarot series which were published in 2012 and 2014 and has illustrated some books.
He painted the banners for the Sulmona poles in 2009; of Massa Marittima, San Giovanni d'Asso (Siena), and Gualdo Tadino (Perugia) in 2010; of Lucca and Castel Madama (Rome) in 2011.
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Nationality:
ITALY
- Date of birth : 1963
- Artistic domains: Represented by a Gallery,
- Groups: Contemporary Italian Artists Artists presented by a gallery

Ongoing and Upcoming art events
Influences
Education
Artist value certified
Achievements
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IL SEGNO DEL MITO
Il mito, racconto che stimola il volo pittorico della fantasia, è alla base di larga parte della produzione figurativa di Alexander Daniloff: per lui, la narrazione mitica rappresenta per lo più un pretesto, una suggestione letteraria, un riferimento per intraprendere un viaggio epico che prima di farsi immagine accade nel profondo della propria anima. La sua arte inventa qualcosa che raggiunge le nostre sensibilità per mezzo di una via sicura e immediata, un tipo di bellezza che ci seduce e ci affascina, recando in sé i segni di un mondo talvolta sconosciuto e fantastico, al quale aspiriamo dalle più segrete profondità del nostro sogno. I paesaggi poetici, le epifanie figurali, i simboli e le allegorie partecipano tutti di questo superiore territorio incantato, formando un clima quasi surreale in cui le cose, così come le ha trasfigurate il pittore, svolgono con assoluta naturalezza la loro esistenza. In quella miniera improsciugabile che è la sacca da viandante che egli ha ben stretta intorno alla vita, insieme alle biglie colorate e ai tozzi di pane, Daniloff porta con sé una grande conoscenza iconografica rafforzata in anni di pratica pittorica. Sacca dalla quale attinge continuamente, facendo in modo che ogni cosa sulla tela si tramuti e si intessa delle atmosfere della favola. Egli esprime con un modus pingendi personalissimo la sua identità, trasponendo con una tecnica inappuntabile l'insegnamento delle tradizioni, mentre i suoi personaggi, nelle fattezze e nelle movenze, echeggiano talvolta la saggezza di antichi maestri.
Partito dalla Russia, dopo un lungo peregrinare attraverso paesi lontani, Daniloff ha trovato in Lucca un luogo miracoloso, una città dove, per merito di un'atmosfera ineguagliabile, tutto può avvenire: un teatro la cui trama di meraviglie urbane fortifica non poco la vena creativa dell'artista. È proprio qui, in questo suggestivo hortus conclusus, che egli ha costruito il suo studio, fra giardini pensili e chiese medievali. È proprio qui che vengono al mondo queste sue opere, tele dove l'osservatore attento non mancherà di individuare i colti rimandi, che al contempo sono preziosi omaggi, oscillanti tra l'arte del Gotico Internazionale e quella del Rinascimento sia italiano che nordeuropeo. Un transitare ininterrotto fra le epoche, quello di Daniloff, certamente non solo per i temi affrontati: è un viaggio fra gli stili pittorici di riferimento, che hanno contribuito via via a formare il linguaggio inconfondibile del pittore. Disegnatore eccezionale, l'artista predilige il virtuosismo formale e il canto poetico delle accensioni cromatiche: i soggetti tratti dal Vecchio Testamento, al pari delle storie mitologiche e dei ritratti di sapore medievale, sono resi con la stessa seducente e complessa semplicità; il tutto si rafforza di una salvifica ironia, con cui Daniloff smorza talvolta la rudezza di certe rappresentazioni e la mestizia di taluni personaggi.
L'ironia con cui Daniloff affronta ogni opera non è mai invadente: è una specificazione per evitare il rischio della retorica, un segno con cui mitigare a volte un'apparente solennità, eroica e celebrativa, propria del mito. Ogni immagine viene meditata e risolta con la perizia di un esperto miniatore: la preziosità delle trame visive è raggiunta da una felice capacità gestuale al contempo matura e continuamente rinnovata. Compaiono un'eleganza e una gentilezza dei modi esecutivi, capaci di equilibrare le masse cromatiche in un sapiente e ponderato gioco di valori spesso opposti; c'è una sorta di ritmo musicale anche laddove la composizione si può presentare anche statica. Forza espressiva, ricercatezza decorativa, liriche sensualità commiste ad inquiete ironie fanno di Alexander Daniloff un artista che sa nettamente distinguersi nel panorama pittorico attuale.
Lucca, 2012
autointervista per la rivista veneziana COMPOSIT
Per me l’arte è un gioco, uno spettacolo, dove io sono attore, regista, scenografo. Lo spunto d’idea può essere qualsiasi: una frase sentita, una rima della poesia, un viso, uno sguardo furtivo di passante. Spesso ricavo le mie storie dai miti o fiabe trattati in maniera mutata, così io cambio punto di vista sui luoghi comuni. Dietro quasi ogni quadro c’è qualche racconto. Condivido un segreto: se al posto del punto di affermazione si mette un punto di domanda o punti di sospensione le cose semplici, comuni, quotidiane si cambiano. Ogni dubbio porge le domande che ci spingono a cercare le risposte, e possono portarci in luoghi strani con altre prospettive.
Per esempio, ho un quadro che si chiama “Tentazione dei doni”. Prima mi è venuta in mente questa espressione come titolo ma non sapevo ancora il soggetto. E un giorno ero seduto in metropolitana davanti ad una signora con un bambino di età di tre anni circa. Lui teneva nelle mani un sacchetto di carta con delle caramelle. Qualcosa nel comportamento del bambino mi attraeva ma non riuscivo a capire che cosa. Intanto lui guardava nel sacchetto con pazienza e attenzione non da bambino; ha infilato la mano dentro frugando, scegliendo al tatto il voluto; poi estrae la caramella, la libera dalla carta e mette in bocca infilando insieme con essa le 4 dita della mano e spalmando lentamente sulla lingua il dolce. Tutta quest’ operazione è stata eseguita con ritmo e senso della cerimonia del tè giapponese. Ogni movimento era gustato ed osservato da dentro. Era meditazione. Ho capito che ho visto il Buddha! Così è nato il soggetto del quadro. Tre fasi della tentazione: osservazione e sollecitazione del desiderio, contatto con l’oggetto gradito e “saziamento”.
Preferisco non spiegare troppo, il quadro non è segnaletica stradale, deve avere spazio per lo spettatore. Proprio lo spettatore è uno degli elementi principali dell’arte. Cos’è l’arte? E’ la trasmissione delle emozioni! Se il segnale lanciato dall’artista non trova o non arriva al suo destinatario …? Ognuno, quando si mette a creare, ha uno spettatore, un “target”, un destinatario anche dentro di se stesso a cui rivolge la sua arte. Comunque, mi piace quando parlano i quadri, quando sono autosufficienti. Nei musei vediamo spesso “Maestro ignoto”. Ma noi sentiamo quel Maestro che racconta via quadro della sua vita e dell’epoca. Mi dispiace per l’arte di oggi quando i quadri sono diventati muti e a loro fianco deve parlare un tizio in giacca e cravatta con la lingua sciolta per dargli valore.
Ognuno deriva dall’infanzia. Da piccolo la domanda comune degli adulti quando non sapevano chiedere altro: “Chi vuoi diventare da grande?” la scelta mi metteva in imbarazzo. Perché volevo essere tutto. Il mondo adulto era affermato e noioso; diventare qualcuno, per me, come essere buono a nulla. Mai visto un adulto contento di essere quello che è diventato. Perciò sin da ora la forma solida e fissa mi dà angoscia. Ora ho un mondo, un teatro riservato solamente per me. Posso essere chiunque e nessuno, viaggiare nelle epoche, paesi, nazioni. Io determino la mia posizione filosofica nell’arte come liquido che può prendere qualsiasi forma senza perdere qualità.
Mi stupisce il mondo dell’arte con i suoi paradossi: dal principio è un mondo delle bugie anche se ha tendenza ad essere verosimile al creato o, al meno, sembrare la realtà; i suoi mezzi marmo, bronzo, pigmenti, tela, parole, suoni; tutti sono solo strumenti dell’inganno. Non esistono questi tramonti, non esistono quelle lacrime, quel sangue, le ferite e i fiori. Tutto inganno. Però, ci commuove un pezzo di marmo scolpito da un 23-enne fiorentino, i pigmenti penetrati 500 anni fa nell’ intonaco del muro della cappella, i suoni nati nella testa di un giovanotto di Salisburgo. Quindi, nell’arte conta più continuazione verticale che orizzontale. Non importa quanti secoli tra noi. Il sentimento trasmesso ci avvicina. E la “verità assoluta”, che pareggia l’uomo con il Creatore, può essere solo vissuta come orgasmo, ma mai capìta con la testa; ciò troviamo in queste “bugie” dell’Arte.
Alexander Daniloff, Rovigo, 2009
personal solo
Since 2000 he has held numerous solo and group exhibitions both in Italy and abroad, in the cities of Rome, Milan, Turin, Bologna, Florence, Lucca, Viareggio, Forte dei Marmi, Carrara, Arezzo, Padua, Rovigo, Ferrara, Verona, Mantua, Castelfranco Veneto, Castelfranco Emilia, Dobbiaco, Pieve di Cadore, Fiuggi, Arcevia, Francavilla al mare, Bari, Augusta, Roccamonfina, Palermo; in Holland at Horst and Panningen; in Hungary in Budapest in the Russian National Cultural Center; in Austria in Vienna in the Russian Center of Science and Culture and in the Dorotheum Auction House).
Of which the most important personal ones are:
personal exhibition, Michetti Museum, Francavilla al Mare (Gh), 2016
"Mysteries, metamorphoses and other dollries", Workshop of Memory and Image, Fiuggi, 2015
”Metamorphosis”, “What in itself” gallery, Nizhny Novgorod, Russia, 2013
"Per Gioco", Ottovolarte art studio, Florence, 2012
· "The signs of the myth", Building of the Banca del Monte di Lucca Foundation, Lucca, 2012
· "Illusive journey", atrium of the town hall, Capannori (LU), 2011
personal exhibition in the “Cosa in se” gallery, Niznij Novgorod, Russia, 2010
· “Cartomania”, “Quadrupede” gallery, Rome, 2010
"Illusionary Journey", Russian National Cultural Center, Budapest, Hungary, 2009
· “Patavinitas”, Art Paolo Maffei, Padua, 2008
personal exhibition, town hall of Dobbiaco at Artcafe Englös (Bz), 2007
· "Angels and Warriors", Gi Bi Arte gallery, Castelfranco Emilia, 2002
· "Illusive journey", Sala Gran Guardia, Rovigo, 2001
"Reverberations of the past", municipal hall "Tavolozza Cadorina", Pieve di Cadore (BL), 2000
Art fairs: "Artists in Turin" 2001, "Arte Padova" 2002, "Image" of Reggio Emilia 2003,
"Days of Art" of Carrara 2012, Artexpo of Arezzo 2012
Currently Daniloff's paintings can be found:
in the Vladivostok Museum of Contemporary Art,
in the Nizhny Novgorod National Art Gallery
and in the Civil Gallery of Norilsk (Russia);
in the Donetsk Art Gallery and in the Fairy Tale Museum in Kiev (Ukraine);
in the collections of the Dario Mellone Foundation in Busto Garolfo (Mi) and of the Banca del Monte di Lucca Foundation;
as well as in private collections in Russia, Israel, USA, Canada, Germany, Belgium, Switzerland, England, Italy and Holland.
Travels in real and mythological eras and change of decorations and theatrical costumes help to create a sort of theatricalization that becomes a means of artistic thought, an integral part of Daniloff's style, which allows him to achieve a particular grace in painting, which simultaneously shows festiveness and drama of stage life. The stylization is accompanied by a sweet irony that permeates and makes the pictorial texture and primitivised drawing vibrate. The precision, flexibility of the drawing and the subtlety of the color harmonies, typical of his canvases, allow us to speak of the free movement of the painter within the artistic traditions of painting regarding the eternal discussion between light and shadow, stroke and color .