Sponde (2002) Collages by Alberto Bennati

Qui è la forza del pensiero creativo a muovere il quadro: l’energia è data dall’inazione, non dall’azione. Il mare che divide le due sponde, è un mare di tempo e di spazio, un mare piatto, indefinito, un mare “qualsiasi” nella sua immutabilità. E’ un luogo che non può concedere nulla al sentimento, poichè non è lì che va cercato. Sulle due sponde c’è il tempo che era, e il tempo che è. Da un lato il Passato, che se ne sta lì, pietrificato nella sua bellezza, non a caso rappresentata da una donna di terracotta; dall’altra il Presente, che invecchia nelle sembianze di un uomo, perché è il Presente che percepisce il fluire del tempo, non il Passato, che invece vive di narcisistica esaltazione. La finestra da cui l’uomo guarda indica che, se è pur vero che l’uomo di ogni Presente è proteso nel guardare avanti, al di là dell’orizzonte, persino più in là delle generazioni, ciò non necessariamente coinciderà in un salto evoluzionistico. Ma che un legame sia rimasto tra passato e presente, lo si intuisce dalla vecchia scritta sulla lastra metallica inchiodata al masso di cemento su cui l’uomo è seduto e che riporta la frase: “Paola ti amo”, lascito grafico di un sentimento antico per una donna, la patria, un’idea…
A sostanziare quel legame che c’è fra passato e presente e che l’uomo moderno chiama “Storia”, è quel drappo bianco, magnifico, di seta, che pare scendere dal cielo e che potrebbe, quando il vento della consapevolezza lo vorrà, lambire le sponde della conoscenza, col suo flusso di benefica energia che si alimenta esclusivamente di sè.