Vendeur Vito Campanelli
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Œuvre d'art originale
Peinture,
Acrylique
sur Toile
- Dimensions Hauteur 47,2in, Largeur 31,5in
- Catégories Abstrait
Ogni segno tracciato da Vito Campanelli è un'esperienza, una porta che si chiude, un viaggio senza censure nel suo universo emozionale. C'è un onnipresente equilibrio tra rigore e discontinuità, metodo e improvvisazione, ricerca e resoconto. Tutte le opere di questa appassionante monografia sono performance visive che possiedono la progressione di un concerto pop-rock, con tanto di incipit ad effetto, brani istantanei e suite articolate, scosse telluriche, inevitabili fasi interlocutorie, gran finale. Encore. Per questa ragione da parte dell'artista veneziano è coerente e illuminante, nonché umile, agganciare alla maggior parte dei suoi quadri i versi o i titoli delle canzoni che lo hanno supportato nelle fasi di lavoro. La prima volta che lo incontrai parlammo per qualche minuto delle sue creazioni ma, da lì a poco, la nostra conversazione si spostò sulla musica. Vito non ha bisogno di rassicurazioni sonore e di solito non ascolta autori mainstream, cioè quelli che finiscono in classifica, riempiono gli stadi e passano buona parte delle loro giornate in qualche superattico a contare i soldi. No, egli porta la sua ricerca anche nel mondo delle sette/dodici note, andando a stanare compositori o musicisti estremi e refrattari ai compromessi, che lo invitino a portare alle estreme conseguenze la sua fervida, feroce (e mi auguro inesauribile) ispirazione. Dai King Crimson, primo e unico gruppo del progressive britannico anni Settanta che seppe svincolarsi da bolse fascinazioni sinfoniche, ai Talk Talk, che iniziarono la loro carriera negli anni Ottanta facendo del buon pop e poi mandarono all'aria tutto diventando i pionieri del post-rock, dalla Pengui Cafè Orchestra, che frantumò e ricostruì l'estetica della musica da camera, ai Radiohead, veri illuminati degli anni Novanta che non hanno mai fatto scelte commerciali, eppure sono (inspiegabilmente?) riusciti a vendere milioni di album. Giusto per citare qualche nome.
Unendo le proprie opere e le parole di chi ne ha testimoniato indirettamente la genesi, Campanelli fa convergere forme d'arte contigue, fornendoci un ulteriore stimolo ad aprire gli occhi, le orecchie, la mente.
MAURIZIO PRINCIPATO
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Vito Campanelli ci ha abituato alle sorprese, perché – nonostante il pubblico lo conosca come il pittore dei grandi Quadri Rossi (tanto che ha iniziato a circolare fra i suoi estimatori l’espressione “rosso Campanelli”) – il suo percorso è fatto di continua ricerca, impulso e sperimentazione. Classe 1962, veneziano, Vito ha iniziato a dipingere su tela fin da bambino. «Guardando dalle finestre di casa mia – racconta – affacciate sul chiostro della Chiesa dove è sepolto il Tintoretto, iniziavo a comprendere che l’arte avrebbe avuto nella mia vita un ruolo fondamentale, che sarebbe coincisa con la mia stessa esistenza».
E così è avvenuto: l’amicizia con il critico d’arte Paolo Rizzi gli consente di frequentare l’ambiente artistico lagunare degli anni Ottanta. Dopo aver partecipato alla prima mostra collettiva nel 1979, giovanissimo, presso la Galleria San Vidal, la sua attività espositiva non si è più fermata: personali alla Scoletta di San Zaccaria, alla Schola dei Calegheri, in Sala San Leonardo, oltre ai numerosi appuntamenti della Fondazione Bevilacqua La Masa. A tutt’oggi, Campanelli può vantare oltre duecento esposizioni dei suoi lavori. Vito vive e lavora a Mestre, a parte il periodo che ha trascorso in Sicilia, dal 2009 al 2010, per collaborare ad un progetto con Philippe Daverio, Vittorio Sgarbi e Oliviero Toscani, e – successivamente – a Gizycko (Danzica) in Polonia. E' presente in numerosissime collezioni private in Italia e all'estero.
Francesca Brandes
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Nationalité:
ITALIE
- Date de naissance : 1962
- Domaines artistiques:
- Groupes: Artistes Contemporains Italiens