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Stefano Galli

Ritorna alla lista Aggiunto il 27 ott 2018

Ricordi della prossima guerra

Via Borgo Dora, 61, 10152 Torino, TO, Italia

giovedì 1 novembre 2018
giovedì 28 febbraio 2019

L’ex arsenale militare di Borgo Dora a Torino è stata una delle principali fabbriche di armi della prima Guerra Mondiale. Uno sviluppo industriale iniziato nella seconda metà dell’Ottocento e proseguito nel secolo successivo.

Cento anni fa nessuno avrebbe immaginato la storia dei decenni a seguire: l’incontro tra i ruderi dell’arsenale ormai abbandonato e gli ideali di un gruppo di giovani che scelsero l’ex fabbrica come casa di una profezia di pace. Il 2 agosto del 1983 il Sermig, fondato da Ernesto Olivero, la moglie Maria e i loro amici, diede vita ad una storia di riconversione che ha attirato negli anni centinaia di migliaia di giovani e adulti da tutta Italia e dall’estero, nel segno del lavoro gratuito, del volontariato e della restituzione di tempo, capacità, risorse.

L’arsenale fabbrica di armi è diventato così Arsenale della Pace, una casa sempre aperta all’accoglienza, cuore di una realtà di solidarietà presente in ogni angolo del mondo, con 3.420 progetti di sviluppo nei 5 continenti, costanti spedizioni umanitarie e oltre 70 missioni di pace nei teatri di guerra. Il Sermig accoglie direttamente ogni giorno quasi 2 mila persone in difficoltà.

All'interno di questo contesto e di questa speciale occasione ben si inserisce l'esposizione di questi quadri.

La serie di quadri sulla rappresentazione grottesca della guerra, è stata realizzata nell’arco di parecchi anni; inizialmente senza uno scopo preciso se non quello di esasperare, oppure ridicolizzare, la più irrazionale delle attività umane. In seguito, aumentando il numero delle opere, ed associando ad esse dei brevi racconti, si è andata a comporre una vera e propria narrazione; una storia senza fine perché ciclica, fatta di continue ripetizioni e, per questo, intitolata “Ricordi della prossima guerra”.
Le immagini ed i racconti paradossali, meta reali, hanno comunque in genere il fine di demolire qualsiasi interpretazione eroica della guerra e dei suoi protagonisti, riportando la narrazione a situazioni banali e le immagini ad atteggiamenti militarmente assurdi. I protagonisti, gli uomini, sono coinvolti nel vortice della pazzia in piena serietà e partecipazione.

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