Aggiunto il 11 lug 2022
MEDIA RELEASE NO. 22/2005 10 FEBRUARY 2005 MAYOR UNVEILS ITALIAN GIFT SCULPTURE IN CITY
Today - a striking marble sculpture symbolising the African Renaissance will be unveiled at the Cape Town International Convention Centre by Cape Town’s Executive Mayor, Alderman Nomaindia Mfeketo and Mr Valerio Astraldi, Ambassador of Italy. The 3,6 meter high white carrara marble statue, is a gift from Carrara in Italy to the City of Cape Town in commemoration of South Africa’s first ten years of democracy. Carrara is renowned for its rich marble deposits and thriving marble manufacturing industry. The Italian Consul in Cape Town, Dr Alberto Vecchi, commissioned Italian born sculptor, Severino Braccialarghe of Muizenberg to design and carve the sculpture to celebrate South Africa’s rich and diverse heritage. Severino was flown to Carrara in June last year to select some seven tons of marble blocks. Carving started at the end of July at the AJ Clift Granite Company in Paarl and the work was completed by the end of October 2004. The sculpture will be placed opposite the main entrance (adjacent to the canal) of the Cape Town International Convention Centre. It consists of a three main components - a base, pillar and top structure. The base represents the bedrock of Africa with the neo-classical column symbolising the evolution from the colonial era to the growth of independence. The top structure consists of four animal heads. The buffalo head depicts the strength of Africa, the ram’s head represents the role of the Afrikaner agricultural community, the head of a nguni cow portrays the African traditional lifestyle and the rhinoceros head symbolises Africa’s wildlife. Severino Braccialarghe immigrated to South Africa in 1970 where he built up a successful career as architect and interior designer in Johannesburg. In 1982, he decided to become a full time sculptor and trained for 15 months in Pietrasanta in Italy. His first solo sculpture exhibition was held in Italy in 1983. Several solo exhibitions were held also in Johannesburg, Durban and Cape Town. The engraved words on the base of the sculpture reads: “Gift from the people of Carrara (Italy) to the people of Cape Town to celebrate the first ten years of African Renaissance.
ARTICOLO LUCIO DEL GOBBO 1983
Reduce da esperienze artistiche fatte in Sud Africa, dove ha operato per diversi anni, e poi recentemente a Pietrasanta, lo scultore Severino Braccialarghe si riavvicina alla sua terra d'origine con lavori recenti che consolidano una poetica già proposta nella Pinacoteca di Macerata nel 1983 in una personale curata da Goffredo Binni. Le forme di Braccialarghe sono sinuose come onde marine o dune di deserto e spiraliche come grandi conchiglie fossili. Sono forme primordiali che evocano il tempo e la natura attraverso la storia del loro antagonismo e della consunzione che vicendevolmente ed immutabilmente si infliggono. L'uomo non vi entra con la storia o con la scienza di cui è portatore, spesso esemplata in scultura attraverso il geometrismo delle masse, ma semplicemente come, essere vivente (“creatura”). L'inflessione arcaica è irrobustita dal contrasto tra zone levigate e finemente graffite ed altre, corrose, frantumate, appena sgrossate; il "non finito" crea uno scontro dialettico all'interno della materia, un contrasto scandito che non è fortuito, prova ne sia che viene ripetuto anche nei bronzi. Una scultura matura e consapevole quindi, espressa con forti, sensuali modulazioni che del moderno usa certa deformazione e la cesura delle forme, e del classico, pur rifiutando la retorica e l'imitazione di maniera, sa mantenere un senso di fatalità (universalità) ed una pienezza (floridezza) armoniosa che sollecita il tatto, la carezza oltre che la visione.
ARTICOLO MOSTRA 'I BRACCIALARGHE ' A RECANATI (MC)
Può una mostra documentare una storia trascorsa ed essere, oltre che interessante, iconograficamente, anche gradevole e valida nella rappresentazione di un presente? È la scommessa che Severino Braccialarghe si è dato nel comporre l’esposizione “I Braccialarghe, artisti e paladini di libertà! ” a Villa Colloredo di Recanati, dal 15 marzo al 7 aprile 2014. Peccato che il periodo così breve non ci abbia consentito di far uscire la notizia in tempo utile per una visita. Ma un rimedio ci sarebbe: riproporre la mostra a Macerata con qualche aggiunta particolarmente interessante per la città e la sua storia. Perché no?! Ma procediamo con ordine! La mostra a Villa Colloredo, realizzata in collaborazione con l’Associazione Spazio Cultura, la Società Operaia M e F di Mutuo Soccorso e la Biblioteca Comunale Benedettucci di Recanati, la Biblioteca Statale e la Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti di Macerata, la Biblioteca Egidiana di Tolentino e la Biblioteca Comunale di Corridonia, è concentrata su quattro personaggi che sono stati protagonisti in epoche diverse (dal 1829 al 1943) e che con le loro diverse attività hanno concorso a una riflessione sul tema dell'’emigrazione tra arte e politica: l'orafo Giacomo Braccialarghe (1829-1922) che fu valente incisore, orafo e bulinatore recanatese, autore di medaglie e rilievi su rame e in oro; Comunardo Braccialarghe, (1875-1951), polemista, anarchico, scrittore e giornalista, autore tra l’altro di novelle, romanzi, poesie, commedie, drammi e saggi, oltre che poliglotta (in possesso di tre lingue straniere) e traduttore di numerose opere; Giorgio Braccialarghe (1911–1993) figlio di Comunardo, noto esponente del movimento anarchico sindacale italiano di inizio Novecento, perseguitato e confinato politico, divenuto nel Dopoguerra ambasciatore in Brasile e console in Argentina, fino al suo pensionamento da tali ruoli; infine Severino Braccialarghe (Macerata 1943) artista, valido scultore, autore di opere anche monumentali in Sud Africa, dove ha vissuto per lunghi periodi, ed ora operante in un piccolo borgo tra le colline Maceratesi e il Parco dei Sibillini dove intende risiedere in permanenza e promuovere l’espressione artistica e l’arte monumentale, in particolare. L’esposizione recanatese, allestita nelle sale del “Museo dell’Emigrazione Marchigiana”, ha inoltre offerto testimonianze che raccontano, attraverso storie umane, la vicenda emigratoria degli oltre 700.000 marchigiani che, in passato, hanno lasciato la Regione per cercare migliori condizioni di vita oltreoceano o nel Nord Europa. L’iniziativa, che ha unito l’impegno appassionato di Severino a quello di altri componenti della famiglia, è documentata da un lavoro editoriale non indifferente, essendo accompagnata da 4 pubblicazioni che raccolgono testi, biografie ed un ricco apparato iconografico. L’apparente eterogeneità delle storie si ricompone in una caratteristica familiare che nell’immagine che presentiamo risulta esemplarmente sintetizzata: un insaziabile afflato di libertà. Lucio Del Gobbo
FIASTRA (mc) ARCO DELLA RICOSTRUZIONE (terremoto marche 2016)
Inaugurato l’Arco della ricostruzione a Fiastra, «segnale verso la rinascita». Il sindaco Sauro Scaficchia oggi ha tagliato il nastro di un’opera d’arte contemporanea realizzata da Valfrido Gazzetti e installata sulle sponde del lago di Fiastra. Oltre al sindaco, a Gazzetti e al curatore Severino Braccialarghe, hanno preso parte alla cerimonia l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, il presidente dell’Unione Montana di Camerino e vicepresidente del Parco dei Sibillini Alessandro Gentilucci e il preside dell’Istituto scolastico Fratelli Ferri, Maurizio Cavallaro. Presenti anche i componenti della Giunta e i consiglieri di maggioranza e di minoranza. FIASTRA 2019
La mostra ‘INCROCI D’ARTE AL BRANCALEONI’ continua fino al 15 Settembre 2019
Il 10 Agosto scorso, si è inaugurata nella cornice del Castello Brancaleoni di Piobbico, una mostra Internazionale con Artisti che vivono nel Montefeltro ed altri che trascorrono parte dell’Anno nel territorio.
La mostra curata dallo scultore Severino Braccialarghe che rappresenta Artigianarte di Urbino, è allestita nel perimetro castellare partendo dalla Cappella, dove si trovano le sculture in marmo di Enzo Torcoletti (USA) e Pasquale Martini. Prosegue nel chiostro del castello dove troviamo una grande scultura di Valfrido Gazzetti nel centro ed un’installazione aerea di Giancarlo Lepore. Entriamo nella Galleria del seminterrato dove troviamo Roberto Benni, Giovanna Pieralisi, Sumiko Inokuchi (Japan) e Martino Conti. Saliamo degli scalini per ammirare le foto surrealistiche di Yvette Vandenweghe (Belgio) e foto in bianco e nero di Franco Cingolani: Da qui si sale al piano nobile, dove troviamo nell’androne un trittico originale di Giovanni di Carpegna Confalonieri. Si accede ora al salone delle feste che contiene al centro una grande installazione di ‘uova giganti entro un cubo di barre metalliche’ di Valfrido Gazzetti. Sulle pareti tre opere scultoree impressionanti di Alessandro Merlanti, alcuni dipinti di Luciano Baldacci con il suo grande autoritratto, Le lune di Giulio Serafini ed due incisioni grandi di Cristian Ceccaroni (S Marino). Passando nel salone destro, dei dipinti di Daniele Romare e delle sculture in bronzo, una bacheca contenente una parure di gioielli fatti a mano di Severino Braccialarghe e delle foto sparse di Florindo Rilli. Nelle sale accanto una scultura nel recesso di Pino Mascia e due sculture di Enzo Torcoletti.