Aggiunto il 10 apr 2012
Petra Probst.
Opere materiche di una originale disegnatrice. Ma c’è materia anche nei suoi disegni segreti: preminenza non della linea ma della macchia che si espande creando figure anche con filamenti, nodi, contrasti con il bianco. Nei dipinti è reale nel pensiero e nelle emozioni un rovesciamento del tema della sorgente. Nella rappresentazione che ne dà Petra la sorgente è cratere di inabissamento, circondato, a chiuderlo, da pietre e da tufo compatto con segni incisi di vita remota. A contrasto stentati indizi di verde e grandi aperture di cielo. Indizi anche di incerti rivoli di acqua. È la sofferenza dell’esistere non chiuso al bello, a generosi rapporti, a una poetica e rivelatrice perdita di significati. Petra non è oppressa da questo stato. Lo dice, tra l’altro, un dipinto di rara bellezza: Giardino splendente, ispirato dal giardino dell’amica Michelle. L’artista cita una breve poesia di Nakamura Kusatao: L’acqua limpida/del pozzo, smossa,/ancora mi riecheggia/nelle dita
Francesco De Bartolomeis
Le sorgenti-sorelle mie: acqua della fine acqua del principio 2011
tecnica mista: pigmenti, acrilico, carta, pietra da cantoni, cenere, pastelli a olio su tela, cm 100 x 100
IL SOGNO DELL' ACQUA
Realtà e simboli dell’acqua nella vita dell’arte
Ogni tentativo di trovare un senso per l’esistenza, quale sia il mezzo che si adoperi, incontra contrasti, incertezze, ambiguità. Una ricorrente linea d’ombra, passaggio rapido o lento dall’osservare le cose del mondo al riflettere sulla propria interiorità e a darle vita nell’arte. In ogni fase il mistero. Non so come mi si è imposta l’idea di capire come le complicazioni potessero essere espresse in modi molto diversi dalle rappresentazioni dell’acqua con il mezzo artistico. Ho avuto l’opportunità di provare questa idea accettando di essere coinvolto da Michelle Hold e Petra Probst nel progetto di un gruppo di artisti impegnato, contro ogni descrittivismo e formalismo, a mettere il loro mondo in personali interpretazioni dell’acqua.
L’acqua, una molteplicità di simboli o di metafore: vita e morte, nascita e estinzione, purezza e contaminazione, amore e abbandono, partecipazione e solitudine, mutamento e ristagno. Nel punto più alto del dominio della vita (bellezza della natura, felicità, amore, amicizia), s’insinua la morte, come angoscia di perdita o perdita definitiva.
Sono esperienze, cose viste e sentite, fonti di riflessione, alimento di espressioni. L’acqua è lavacro, purificazione, mutamento continuo: natura che incontra e acquista identità diverse con altri fatti di natura. Sassi, radici, piante, colori, pesci inconsapevolmente liberi e felici, rumori di animali nascosti. Fiumi, sorgenti: origine ignota, da profondità insondabili, da difficoltà di sgorgare e di trovare una strada. Come dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti quando vi penetrano ossessioni, paure, disperazione. Nella limpidezza proiettiamo immagini. Riflessi, rispecchiamenti, ombre, soste nelle anse. Lungo le rive di fiumi sostano, osservano o giocano giovani e adulti.
Mare. L’avanzare e il ritirarsi delle onde, confine mobile con pietre o con sabbia. L’orizzonte illude con lontananze; i limiti soltanto il fantasticare può scavalcarli. I fatti non ci permettono di permanere nelle illusioni dell’immaginazione. L’acqua invade, distrugge, porta via, nasconde in introvabili sepolture; si allea con la forza di venti e con terrificanti sconvolgimenti di terre.
Tranquilla, vivacemente irregolare, non turbata scorre come svolgimento di un tema musicale a cui per breve tratto ci accordiamo. Il passare indifferente e estraneo dell’acqua vive in noi come una varietà di sentimenti. Per una mano tesa che ci sfugge, per l’apparizione di un volto che svanisce, per l’illusione di possesso che dura un istante. Cerchiamo un po’ di sicurezza nelle pozze dove l’acqua ci diventa familiare, asseconda il nostro bisogno di finitezza. Toccare l’acqua è sentirsi vivi e con silenziosa delicatezza partecipare a un incanto.
Non c’è modalità di rapporto, reale o immaginato, con l’acqua che duri a lungo. L’acqua ci rallegra come nascita, purificazione, rigenerazione, chiarezza, accoglimento dei colori del cielo, dei movimenti dell’aria ma anche ci esclude. Spesso non ci dice niente dei suoi segreti, delle sue vicende, da dove viene; si tratti di distese di cui si perdono i limiti o di tortuosi tragitti a partire dalla sorgente. Stordimento, concentrazione confusa, meditazione miscredente. È la nostra identificazione con lo scorrere dell’acqua che sommerge o lambisce pietre, tocca il verde dei prati o i fitti canneti dove si abbuia. Una corrispondenza di brevi momenti. Come l’acqua dei fiumi che scorre o dei mari che passa dalla tranquillità alla tempesta, come la fitta pioggia che tutto oscura o all’improvviso cessa con i colori dell’arcobaleno, noi senza avvedercene istante per istante andiamo avanti. Verso dove? Si consuma il nostro tempo di vita. Una ragione per toccare, sentire, respirare i doni che sono bellezza, amicizia, amore, vita nella natura, nei colori, nella luce. E l’acqua può essere un viaggio di scoperte e di meraviglie.
Francesco De Bartolomeis