Guerreros (2023) 绘画 由 Paolo Cantù Gentili

Ecco qui, amici miei, un'opera di Paolo Cantù Gentili che ci parla dell'ineffabile attraverso il linguaggio del colore puro! Guardate con me questo splendido blu cobalto che domina la tela, come un mare profondo o un cielo al crepuscolo. Non è semplicemente uno sfondo, ma un protagonista attivo della composizione! Nella tradizione dell'astrazione lirica, Cantù Gentili ci propone una verticalità drammatica: a sinistra, quella striscia rossa intensa, quasi sanguigna, che si erge come una colonna di fuoco o un grido silenzioso. È un elemento che richiama alla memoria certe soluzioni di Mark Rothko, ma con una gestualità più evidente, più mediterranea oserei dire. Al centro, poi, questo fascio di pennellate gialle che sembrano fluttuare, disgregarsi e ricomporsi nello spazio blu. C'è qualcosa di musicale in questa composizione, non trovate? Come se i colori fossero note di una partitura contemporanea, forse Stockhausen o Berio, dove la dissonanza diventa armonia superiore. È interessante notare come l'artista abbia lavorato sulla trasparenza e sulla sovrapposizione dei pigmenti. Vedete come il giallo lasci trasparire il blu sottostante in certi punti, creando sfumature verdeggianti? È un dialogo tra colori primari che si trasformano sotto i nostri occhi, un'alchimia pittorica che rimanda ai grandi maestri dell'Action Painting americana, ma con una sensibilità tutta europea. Cantù Gentili si inserisce in quella linea genealogica che da Kandinsky passa attraverso Hans Hartung e arriva fino ai nostri giorni. La sua è una pittura che non ha bisogno di raccontare storie figurative per emozionare, perché sa parlare direttamente all'anima attraverso il colore, la composizione, il gesto. In un panorama artistico contemporaneo spesso dominato da concettualismi freddi e cerebrali, questa tela ci ricorda che la pittura può ancora essere un'esperienza emotiva potente, un viaggio nei territori dell'invisibile attraverso la materialità del colore.

Here, my friends, is a work by Paolo Cantù Gentili that speaks to us of the ineffable through the language of pure color! Look with me at this splendid cobalt blue that dominates the canvas, like a deep sea or a sky at twilight. It is not simply a background, but an active protagonist of the composition! In the tradition of lyrical abstraction, Cantù Gentili offers us a dramatic verticality: on the left, that intense red stripe, almost bloody, that rises like a column of fire or a silent cry. It is an element that recalls certain solutions by Mark Rothko, but with a more evident gesture, more Mediterranean I would dare say. In the center, then, this bundle of yellow brush strokes that seem to float, disintegrate and recompose in the blue space. There is something musical in this composition, don't you think? As if the colors were notes of a contemporary score, perhaps Stockhausen or Berio, where dissonance becomes superior harmony. It is interesting to note how the artist worked on transparency and the overlapping of pigments. Do you see how the yellow lets the underlying blue shine through in certain places, creating green shades? It is a dialogue between primary colors that transform before our eyes, a pictorial alchemy that harks back to the great masters of American Action Painting, but with a very European sensibility. Cantù Gentili fits into that genealogical line that goes from Kandinsky through Hans Hartung and arrives to the present day. His is a painting that does not need to tell figurative stories to excite, because it knows how to speak directly to the soul through color, composition, gesture. In a contemporary artistic panorama often dominated by cold and cerebral conceptualisms, this canvas reminds us that painting can still be a powerful emotional experience, a journey into the territories of the invisible through the materiality of color.