Great Pacific Garbage plastic paradise (2019) Pittura da Paolo Cantù Gentili

Opera di Paolo Cantù Gentili Nel panorama dell'arte contemporanea italiana, dove spesso si assiste a un eccessivo intellettualismo o, al contrario, a un'ingenuità mascherata da spontaneità, l'opera di Paolo Cantù Gentili si distingue per una cifra personale che non teme di confrontarsi con l'immaginario pop e con una dimensione ludica della pittura che risuona di echi primordiali. In questa tela, Cantù Gentili orchestra una sorta di acquario metafisico, dove quattro creature stilizzate - riconducibili a forme di pesci primitivi o esseri acquatici archetipici - fluttuano in uno spazio liquido di un blu turchese vibrante e materico. La composizione si presenta come una narrazione sospesa, un frammento di un bestiario personale dove il colore, più che la forma, diventa protagonista. Il blu acquoso del fondo, lavorato con stesure fluide e trasparenze che simulano i movimenti dell'acqua, crea un campo energetico dove i quattro "pesci" - uno bianco-rosato, uno blu intenso, uno rosso vivo e uno giallo splendente - si stagliano con una presenza iconica. Ciascuno di questi elementi presenta colature verticali che sembrano farne creature a metà tra il solido e il liquido, come se stessero progressivamente dissolvendosi o, al contrario, coagulandosi dal fluido che li circonda. C'è qualcosa di volutamente infantile in questi pesci, come se l'artista avesse cercato di recuperare un'immediatezza espressiva pre-culturale, eppure la costruzione cromatica rivela una consapevolezza compositiva che va ben oltre il semplice gesto istintivo. Il dialogo tra i quattro colori primari (bianco, blu, rosso e giallo) crea una tensione dinamica che attiva lo spazio della tela, mentre le gocciolature controllate introducono un elemento di verticalità in contrasto con l'orizzontalità suggerita dall'ambiente acquatico. Cantù Gentili sembra qui flirtare con diverse tradizioni: da un lato richiama certe esperienze della Pop Art nella semplificazione delle forme e nell'uso di colori puri e vivaci; dall'altro si inserisce in quella linea dell'arte contemporanea che ha riscoperto una dimensione narrativa e figurativa dopo le astrazioni concettuali. Ma lo fa con una leggerezza che non è superficialità, con un'ironia che non scade nel cinismo. In tempi in cui l'arte si fa spesso carico di messaggi politici o sociali espliciti, questa pittura recupera una dimensione quasi fiabesca, onirica, che però non rinuncia a una sua tensione interna. I quattro pesci, con i loro occhi stilizzati che ci fissano, sembrano infatti interrogarci o interpellarci, trasformando quello che potrebbe apparire come un soggetto meramente decorativo in una presenza inquietante e straniante. La pittura di Cantù Gentili ci ricorda che l'arte può ancora essere un territorio di gioco, ma di un gioco serio, dove il piacere visivo non esclude la profondità di significato e dove la semplicità formale può essere il risultato di una complessità meditata e risolta.

Art Criticism: Work by Paolo Cantù Gentili In the panorama of contemporary Italian art, where we often witness excessive intellectualism or, on the contrary, naivety disguised as spontaneity, the work of Paolo Cantù Gentili stands out for a personal style that is not afraid to confront the pop imagery and a playful dimension of painting that resonates with primordial echoes. In this canvas, Cantù Gentili orchestrates a sort of metaphysical aquarium, where four stylized creatures - attributable to primitive fish shapes or archetypal aquatic beings - float in a liquid space of a vibrant and material turquoise blue. The composition presents itself as a suspended narrative, a fragment of a personal bestiary where color, more than form, becomes the protagonist. The watery blue of the background, worked with fluid strokes and transparencies that simulate the movements of water, creates an energy field where the four "fish" - one pinkish-white, one intense blue, one bright red and one bright yellow - stand out with an iconic presence. Each of these elements has vertical drips that seem to make them creatures halfway between solid and liquid, as if they were gradually dissolving or, on the contrary, coagulating from the fluid that surrounds them. There is something deliberately childish in these fish, as if the artist had tried to recover a pre-cultural expressive immediacy, yet the chromatic construction reveals a compositional awareness that goes far beyond the simple instinctive gesture. The dialogue between the four primary colors (white, blue, red and yellow) creates a dynamic tension that activates the space of the canvas, while the controlled drips introduce an element of verticality in contrast with the horizontality suggested by the aquatic environment. Cantù Gentili seems to flirt with different traditions here: on the one hand, he recalls certain experiences of Pop Art in the simplification of forms and the use of pure and bright colors; on the other, he fits into that line of contemporary art that has rediscovered a narrative and figurative dimension after conceptual abstractions. But he does so with a lightness that is not superficiality, with an irony that does not descend into cynicism. In times when art often takes on explicit political or social messages, this painting recovers an almost fairy-tale, dreamlike dimension, which however does not renounce its internal tension. The four fish, with their stylized eyes that stare at us, seem to question or interpellate us, transforming what could appear as a merely decorative subject into a disturbing and alienating presence. Cantù Gentili's painting reminds us that art can still be a territory of play, but of a serious play, where visual pleasure does not exclude the depth of meaning and where formal simplicity can be the result of a meditated and resolved complexity.