Tutte le opere di Martina Purificato
Disegni • 15 opere
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All'interno di questa sezione potrete trovare disegni eseguiti con la tecnica dei pastelli o dei pastelli[...]
All'interno di questa sezione potrete trovare disegni eseguiti con la tecnica dei pastelli o dei pastelli acquerellabili.
Chine acquerellate • 4 opere
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Questa è la sezione dedicata ai paesaggi realizzati con la tecnica della china acquerellata. Questa[...]
Questa è la sezione dedicata ai paesaggi realizzati con la tecnica della china acquerellata. Questa tecnica prevede l'uso di inchiostro che, diluito con l'acqua, viene steso come un acquerello. I lavori eseguiti con questa tecnica possono essere interamente realizzati con l'inchiostro acquerellato, oppure si può scegliere una commistione tra il colore acquerellato e linee o campiture di inchiostro applicato con gli appositi pennini ( utile per rendere i dettagli più minuti ). La china acquerellata ha un'asciugatura molto veloce, quindi bisogna essere rapidi nella stesura dell'inchiostro se si vogliono evitare quelle sgradevoli macchie dai contorni definiti. Può essere utile bagnare il supporto e mantenerlo umido. Per i lavori eseguiti con questa tecnica si deve usare carta apposita per acquerelli e tenderla.
Quadri ad olio • 14 opere
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Questa è la sezione in cui potrete trovare i dipinti ad olio. Anche i questo caso mi sono divertita[...]
Questa è la sezione in cui potrete trovare i dipinti ad olio. Anche i questo caso mi sono divertita a sperimentare non solo soggetti diversi, ma anche ad usare supporti diversi: potete trovare dalla classica tela al cartoncino telato, per giungere poi anche al foglio di compensato.
Vorrei fare una sorta di presentazione delle opere iniziando con alcuni cenni sulla pittura ad olio.
Innanzitutto, perché “ad olio”? Questa tecnica deve il suo nome all’utilizzo di oli come diluenti e come materia prima con cui formare i colori a partire da pigmenti in polvere. Utilizzando i colori ad olio ci si rende immediatamente conto della differente consistenza che possiedono rispetto agli acrilici e alle tempere: sono colori “grassi”, oleosi appunto, che per via della loro composizione chimica non possono essere disciolti con l’acqua, ma necessitano di particolari diluenti, quale l’olio di lino ( ma ne esistono molti altri in commercio ).
La pittura ad olio risale sicuramente a tempi molto antichi – già Plinio il Vecchio ne faceva menzione – ma è con la pittura fiamminga che essa si diffonde e perfeziona, tanto da esprimere la quasi totalità della produzione artistica fino al XIX secolo.
Il più grande pregio e, contemporaneamente, il più grande difetto di questa tecnica è il lungo periodo di essiccazione. Tale peculiarità rende la pittura ad olio la più indicata in assoluto per la realizzazione di sfumature e gradazioni cromatiche, in quanto il colore, essiccandosi molto lentamente, consente all’artista di “giocare” come vuole per realizzare sfumature molto interessanti. D’altro canto, però, per lavorare “bagnato su asciutto” bisogna attendere la completa asciugatura dei colori, tanto che numerosi artisti si dedicano a più lavori contemporaneamente, dedicandosi ad altri quadri nell’attesa che l’altro si asciughi completamente. Per quanto mi riguarda questo “problema” non è affatto un problema, in quanto di gran lunga superato dai vantaggi che tale peculiarità offre al pittore.
La tecnica della pittura ad olio è particolarmente complessa. La tecnica classica prevede la stesura del colore mediante sovrapposizioni di velature. I colori del dipinto emergono quindi dalla successiva sovrapposizione di strati di colore molto diluiti, di modo che ogni mano di colore aggiunga una sfumatura ma lasci scorgere in trasparenza il colore sottostante. Questa è, ad esempio, la tecnica usata da Leonardo Da Vinci, che gli ha permesso di ottenere quei contorni indefiniti e sfumati che contraddistinguono le sue opere. Nei secoli però la tecnica ad olio è stata usata per sperimentare nuove modalità rappresentative. Particolarmente adatto per la sua consistenza grassa e corposa alla pittura materica, la quale consiste nello spennellare il colore in modo da non stenderlo completamente ma lasciandolo in rilievo, in modo che emerga dal supporto, conferendo al dipinto un forte senso di tridimensionalità ( tecnica che io personalmente ADORO ). Un ulteriore motivo di apprezzamento di questa tecnica è che essa consente di ottenere risultati IMPAREGGIABILI riguardo la brillantezza dei colori. Tanto che, per evitare effetti di rifrazione fastidiosi, spesso i quadri ad olio vengono rivestiti da vernici opacizzanti e illuminati – se esposti in musei o gallerie – secondo precise angolazioni.
Vorrei fare una sorta di presentazione delle opere iniziando con alcuni cenni sulla pittura ad olio.
Innanzitutto, perché “ad olio”? Questa tecnica deve il suo nome all’utilizzo di oli come diluenti e come materia prima con cui formare i colori a partire da pigmenti in polvere. Utilizzando i colori ad olio ci si rende immediatamente conto della differente consistenza che possiedono rispetto agli acrilici e alle tempere: sono colori “grassi”, oleosi appunto, che per via della loro composizione chimica non possono essere disciolti con l’acqua, ma necessitano di particolari diluenti, quale l’olio di lino ( ma ne esistono molti altri in commercio ).
La pittura ad olio risale sicuramente a tempi molto antichi – già Plinio il Vecchio ne faceva menzione – ma è con la pittura fiamminga che essa si diffonde e perfeziona, tanto da esprimere la quasi totalità della produzione artistica fino al XIX secolo.
Il più grande pregio e, contemporaneamente, il più grande difetto di questa tecnica è il lungo periodo di essiccazione. Tale peculiarità rende la pittura ad olio la più indicata in assoluto per la realizzazione di sfumature e gradazioni cromatiche, in quanto il colore, essiccandosi molto lentamente, consente all’artista di “giocare” come vuole per realizzare sfumature molto interessanti. D’altro canto, però, per lavorare “bagnato su asciutto” bisogna attendere la completa asciugatura dei colori, tanto che numerosi artisti si dedicano a più lavori contemporaneamente, dedicandosi ad altri quadri nell’attesa che l’altro si asciughi completamente. Per quanto mi riguarda questo “problema” non è affatto un problema, in quanto di gran lunga superato dai vantaggi che tale peculiarità offre al pittore.
La tecnica della pittura ad olio è particolarmente complessa. La tecnica classica prevede la stesura del colore mediante sovrapposizioni di velature. I colori del dipinto emergono quindi dalla successiva sovrapposizione di strati di colore molto diluiti, di modo che ogni mano di colore aggiunga una sfumatura ma lasci scorgere in trasparenza il colore sottostante. Questa è, ad esempio, la tecnica usata da Leonardo Da Vinci, che gli ha permesso di ottenere quei contorni indefiniti e sfumati che contraddistinguono le sue opere. Nei secoli però la tecnica ad olio è stata usata per sperimentare nuove modalità rappresentative. Particolarmente adatto per la sua consistenza grassa e corposa alla pittura materica, la quale consiste nello spennellare il colore in modo da non stenderlo completamente ma lasciandolo in rilievo, in modo che emerga dal supporto, conferendo al dipinto un forte senso di tridimensionalità ( tecnica che io personalmente ADORO ). Un ulteriore motivo di apprezzamento di questa tecnica è che essa consente di ottenere risultati IMPAREGGIABILI riguardo la brillantezza dei colori. Tanto che, per evitare effetti di rifrazione fastidiosi, spesso i quadri ad olio vengono rivestiti da vernici opacizzanti e illuminati – se esposti in musei o gallerie – secondo precise angolazioni.
L'anima dell'artista. Dissimulazioni estetiche • 10 opere
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L'esposizione personale di ritratti a carboncino si è tenuta nel suggestivo palazzo storico De Utris[...]
L'esposizione personale di ritratti a carboncino si è tenuta nel suggestivo palazzo storico De Utris di Venafro (Is), durante la presentazione di un libro. La rassegna di ritratti è incentrata sul tema "attori", in quanto l'attore è l'artista della dissimulazione per eccellenza, in quanto impersona personaggi sempre diversi, pur rimanendo se stesso. E proprio nella dissimulazione che l'artista riesce comunque a far emergere la propria personalità, la propria anima.
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