Aggiunto il 20 apr 2008
COMUNICAZIONE EVOLUTIVA DELL'INCONSCIO
, nell'ambito della stagione ArtInVILLA 2008 a Villa Serra, presenta Dal 14 al 29 giugno mostra di tre artisti a confronto dal titolo "COMUNICAZIONE EVOLUTIVA DELL'INCONSCIO"partecipano: Brigitta Rossetti - Valeria Kou J Hwa e Giangenta (scultore).
Organizzazione generale: Associazione
Curatrice della mostra: Loredana Trestin,
Sede espositiva: Villa Serra Via Carlo Levi, 2 Comago - 16010 Sant'Olcese (Genova)
Periodo mostra: 14 al 29 giugno 2008
Vernissage: 14 giugno 2008, h 17
Note biografiche e testo critico di Brigitta Rossetti
Brigitta Rossetti nasce a Piacenza e vive a Milano.
Laureata in lettere moderne all'Università di Pavia, con una tesi sullo studio diacritico dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, ora conservata alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano.
Si specializza nello studio della comunicazione multimediale, conseguendo il Master in Comunicazione Multimediale presso l'Istituto Politecnico di Milano.
Poetessa e scrittrice in origine ha ottenuto riconoscimenti e pubblicazioni ed ha curato le premesse culturali del libro Investire in Cina, con edizione Rubettino 2006.
Pittrice, come naturale evoluzione artistica ha frequentato accademie e atelierinternazionali e partecipato a workshop, come quello recentemente svolto ad Amburgo con pittori di fama internazionale come Peter Keiser e Peter Warffemius.
L'artista lavora nel suo atelier personale a Piacenza e a Milano, ed espone i suoi quadri in Italia ed all'estero.
Esposizioni recenti:
Esposizione collettiva in onore di Joan Mirò, Castello Estense di Ferrara, Esposizione collettiva Frammenti Di Natura: Le Stagioni Alle Soglie Del XXI Secolo, Galleria d'Arte Contemporanea Sekanina, Ferrara, gennaio 2008, esposizione collettiva internazionale "Impressioni d'Oriente", Ars Habitat, Palazzo Ratto Picasso, Genova, novembre 2007, Esposizione collettiva Internazional Sommerakademie für Kunst und Gestaltung workshop con Peter Keizer e Peter Warffemius, Amburgo, agosto 2007, esposizione collettiva "Le Surrealisme" Galleria Art et Miss, Parigi, giugno 2007 La pittura che propone Brigitta Rossetti s'innesta sulla migliore tradizione artistica occidentale con echi e richiami a momenti e artisti che a propria volta sono rimasti folgorati, affascinati, dalle espressività compresse, sintetiche ed essenziali, vive e vere, della cultura orientale in genere e dal vivo cromatismo che la contraddistingue, a partire dal primo Ottocento a tutta la pittura del Novecento.
La sua è una visione interiore, intima, e per questo fervida e accattivante, vera ed emozionalmente ricca, dove il segno e il colore vivono un rapporto simbiotico, dove il segno non è mai pago della sua presenza se non in rapporto con il colore, ricco ed esaltante, che lo avvolge. I suoi colori e i suoi gesti pittorici, le sue tenere figure e le sue grafie, sono l'espressione pura di un mondo che si apre verso nuove visioni, nuove realtà, nuovi orizzonti espressivi.
Gerardo Pecci Critico e storico dell'arte
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Il viaggio di Brigitta prosegue in un paesaggio esotico di pura fantasia, dove onirico e reale si confondono tra mari, cieli e terre di straordinaria raffinatezza.
Lo stile schietto si destreggia tra simbolismo, surrealismo ed espressionismo. L'eleganza cromatica accarezza con segno rapido e serpentino la scena, essenziale e pulita, creando un languore narrativo dall'aspetto sinuoso.
Se munchiane possono dirsi alcune sue opere, l'esasperazione formale è ripresa in parte da Schonberg e dalle avanguardie storiche, mentre baconiana è l'inquietudine della sua pittura.
L'Oriente, come mondo magico è motivo d'ispirazione della produzione pittorica di Brigitta eseguita di recente, che si sviluppa a partire dai caratteri grafici utilizzati e scelta dei soggetti, che rievocano la cultura tradizionale cinese e giapponese in un' inedita corrispondenza tra Occidente e Oriente.
L'Oriente diviene il territorio della psiche dove l'artista proietta la ricerca di sé e della sua parte ignota, una piattaforma dell'anima come rifugio, in virtù di una vita ascetica.
Sabrina Falzone Critica e storica dell'arte
Valeria Kou J Hwa
Critica
Alfredo PASOLINO
Critico d’arte internazionale - Esperto d’ arte moderna
(Domenico Alfredo Pasolino)
Valeria Kou J Hwa - in arte < Bababo >
Gli spazi crescenti che lo scenario espositivo ritaglia intorno ai profili femminili, lasciano pensare ad una volontà di uscire definitivamente dalle secche del preconcetto, per sondare l'incisività della sfera , nel panorama dell'arte contemporanea.
Le cose sono migliorate, azzerando la marginalità dell'intervento femminile nella scena artistica, nazionale e oltre confini, generando una conoscenza carica di rimandi a
una cultura impregnata della realtà globale, ai valori della realtà oggettiva, con quelli dentro all'interiorità portati all'esterno. Nuovi valori per la percezione visiva e, quindi per l'espressione visiva. Alle diversità culturali e alle etnie femminili, rimuovendo posizioni gerarchiche e settarie. E ad un confronto tra i sessi.
E' di un'arte femminile che si vuole parlare, filtrando tra le possibilità e le capacità degli stessi esperti dell'animo umano, il compito di sondare se esistono differenze di poetica e differenze di stile, al di là del costume, nell'interpretazione pittorica, aliena da certe prospettive dualistiche e discriminanti che avevano determinato la subordinazione. Dunque, rimuovendo quegli steccati culturali che, in ogni ambito, rendono angusti gli orizzonti della ricerca e dell'interpretazione.
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Su tale visione e prospettive, v'è di più onore e merito, l'impulso alla prassi critica,
nel presentare la pittrice internazionale Valeria J Hwa, in arte , riconoscendone con la bravura, la liberazione autonoma, con originalità e autenticità delle potenzialità morfologiche e ritrattiste, in equilibrio con i valori dell'opera, come prodotto della visione e delle mani.
Frutto telentuoso e risveglio intelligente, mediante esperienze di vita, in viaggi, studi, culture, e influenze di maestri, mai scadute a rivisitazione. La sua stessa passione per le culture orientali, gli aperti orizzonti alla ricerca e riproduzioni di immagini quotidiane del pianeta femminile, associate ad un buon gusto decorativo come nella scelta dei temi, gli stilemi del segno e della corrente iperrealista o fotorealista.
Un'esuberante capacità iconologica declinata ad una visione mai marginale a quella visibile della realtà, spesso filtrata dalla mente soggettiva.
Con forte timbro giornalistico, l'artista pone l'obiettivo mentale concentrandosi con impegno nel suo lirismo ritrattista, non inteso come semplice momento esecutivo operativo, ma con intelligente duttile conoscenza oggettiva dello spazio, nell'imitazione del pensiero moderno, così come viene garantita la prospettiva, allargando al discorso critico.
Per Valeria, la realtà è quello che < è >, e conduce inevitabilmente all'imitazione.
E ancor più all'imitazione con il filtro del pensiero umano moderno della donna intuitiva. Per lei, imitazione è mettersi alla ricerca della realtà in divenire, tempo, memorie, ricordi. Un atteggiamento intellettuale, critico, teoretico nell'arte, per avere
buona ispirazione. - Alfredo Pasolino . critico e storico dell'arte (Aprile 2008)
Critica -
Marylin Batte
"Valeria Kou J Hwa è una pittrice fotorealista, ma io ho sempre considerato il suo modo di dipingere intriso di spirito giornalistico; veloce. E' stata la mia allieva. L'ho portata avanti perché il suo modo di camminare era un po' come quello dei bambini. Questa loro naturalezza e curiosità un po' prepotente, l'ha affidata ai visi dei suoi personaggi. Perché è il viso è il suo biglietto da visita E quello con cui lei dialoga, ama, ricorda, respira e soprattutto guarda. Fate attenzione a come dipinge gli occhi! Anche se non guardano l'interlocutore, amano essere osservati. Questa giovane donna, sembra aver spinto gentilmente tutte le sue anime ad affacciarsi alle finestre. Non sono cornici le sue. E voi siete il suo palcoscenico."
Marylin Batte, pittrice canadese
Giangenta
"Sono immagini plastiche, emulsionate nel sogno simbolista, affioranti, come richiamate da un desiderio di sintetetismo onirico, per rafforzare una dimensione dove anche la
ragione ha i suoi sogni.
Ricordi e archetipi di una cultura classicheggiante, umana, riversata nella fantasia degli stessi segni,
filtri sospesi con la dolce persuasione del colore vibrante.
Mi ha colpito particolarmente il simbolismo arcaico della Lunigiana."
Alfredo Pasolino, storico e critico d'arte