Rimanere incinta di una testa di cazzo (2025) Pittura da Ko_cca

Questo lavoro racchiude la delusione e la consapevolezza che emerge nelle relazioni apparentemente idilliache ma in realtà bisognose. Ingannata dall’amore e dal rispetto iniziali, la donna si ritrova incinta a fare i conti con una realtà ben diversa: un partner che vede nella relazione solo uno strumento per soddisfare i propri bisogni, senza capirne la dedizione e le responsabilità.

L’illusione iniziale di fertilità, speranza e crescita viene contaminata poi da dinamiche tossiche. La donna incinta è nettamente più grande e forte ma anche inconsapevole e intrappolata, simbolo della transizione non scelta da "donna libera" a "angelo del focolare", relegata al ruolo di madre e custode nel classico stile della "famiglia Mulino Bianco".

Una denuncia del fenomeno di certi uomini che cercano nelle donne un passaggio diretto dalla casa materna a una nuova figura di accudimento, sfruttando la loro bellezza, giovinezza e dedizione. Questo ciclo non riguarda l’amore, ma un bisogno egoistico di controllo, mascherato da apparente perfezione. Vuole essere una critica sociale potente, attraverso il racconto visivo della storia di un amore che si svela per ciò che è: un meschino bisogno infantile celato dietro il sogno di una vita perfetta.

L'opera invita a riflettere sulle dinamiche di potere, sul peso delle aspettative sociali e sulla capacità di riconoscere e rompere queste catene emotive.

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