Contaminazione Incontaminata (2018) Fotografia da Giulia Fraschi Design

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  • Quest'opera è una "Open Edition" Fotografia, Schizzo / Stampa digitale
  • Dimensioni Diverse taglie disponibili
  • Numerosi supporti disponibili (Carta per belle arti, Stampa su metallo, Stampa su tela)
  • Incorniciatura Framing disponibile (Cornice galleggiante + sotto vetro, Frame + Sotto vetro acrilico)
Finirebbe la vita sul pianeta qualora scomparissero le api. Molti attribuiscono questa locuzione alla scienziato della Relatività, Albert Einstein, altri lo smentiscono ritenendo che sia una bufala il contenuto della frase. L'ape è un insetto pronubo, un impollinatore, erbe ed essenze arboree per riprodursi hanno bisogno di ricevere il polline,[...]
Finirebbe la vita sul pianeta qualora scomparissero le api. Molti attribuiscono questa locuzione alla scienziato della Relatività, Albert Einstein, altri lo smentiscono ritenendo che sia una bufala il contenuto della frase. L'ape è un insetto pronubo, un impollinatore, erbe ed essenze arboree per riprodursi hanno bisogno di ricevere il polline, seme germinale, dalle piante consimili, funzione che viene svolta soprattutto dalle api. La umida secrezione che le piante emettono, il nettare, fluido ricco di zuccheri polisaccaridi, non è altro infatti che un escamotage per attirare le api e farsi fecondare con il polline di cui le api si sono imbrattati sui fiori della stessa varietà. Le api sono responsabili di circa il 70 per cento della impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta, garantendo circa il 35% della produzione globale di cibo. Se è vero che Einstein era quel genio che si conosce, a tutti piacerebbe attribuirgli quella bella espressione, anche se forse lo scienziato non sapeva nulla di api. Perciò una cosa è certa: bisogna proteggere questo piccolo insetto oggi minacciato insieme a tanti altri insetti impollinatori.
Meno api, meno impollinazione, meno garanzia di biodiversità con le conseguenze nefaste dell'impoverimento botanico. Un quadro desolante dal quale partire per reagire.

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Giulia Fraschi è una Media Designer che realizza lavori di arti visive in ambito Grafico, Fotografico, e Video. Nel 2012 si diploma presso la scuola professionale Marco Polo di Cecina, ma non prosegue[...]

Giulia Fraschi è una Media Designer che realizza lavori di arti visive in ambito Grafico, Fotografico, e Video.
Nel 2012 si diploma presso la scuola professionale Marco Polo di Cecina, ma non prosegue gli studi artistici, bensì s'iscrive alla facoltà di medicina veterinaria a Pisa.
Questo suo percorso ha breve durata in quanto la sua parte artistica prevale sulle formule matematiche costringendo così la giovane a lasciare la facoltà scientifica.
A settembre 2013 inizia così l'Accademia di Belle Arti di Carrara, suggerita dalla sua ex professoressa e artista di alti livelli Lara Androvandi che ha istruito Giulia al terzo anno delle scuole superiori nel corso di comunicazione visiva.
Nel Febbraio 2017 Giulia si laurea in Nuove Tecnologie dell'Arte con una votazione massima al di sopra delle sue aspettative.
Egli presenta la sua tesi di laurea con un progetto neuro-percettivo chiamato "Vertigo" spiegando che quando le entrate dal mondo esterno si armonizzano con le proprietà cerebrali, allora il circuito entra in risonanza, rispondendo ottimamente in termini di impulsi nervosi, di mediatori chimici e di sostanze ormonali, e anche le connessioni con i centri emotivi si attivano facendo nascere cosi‘ l’esperienza che si ha dinanzi all’opera d’arte, sia essa opera del creatore della natura o del lavoro dell’uomo. La bellezza delle cose esiste nella mente di colui che le contempla; nell’arte e anche nell’esperienza dell’arte c'e’ il respiro della libertà cerebrale, del momento in cui il razionale cede all’emotivo, a quel pizzico di follia che fa l’uomo cosi’ differente dal computer, lo rende creativo e umanamente grande. L’artista diviene cosi’ un raffinato neurologo che sa trovare gli stimoli adeguati per eccitare il cervello e l’arte e’ una droga buona alla quale e’ fisiologico, e forse anche terapeutico, assuefarsi.
In ascolto in quella stanza c'è anche Androvandi, che sente riecheggiare le sue parole, ma dalla bocca di Giulia che ha applicato i concetti della sua ex professoressa nella sua tesi di laurea.
Giulia adesso lavora come Artista realizzando servizi fotografici, video spot-documentari e come grafica impaginatrice.
Nel tempo libero si dedica alla salvaguardia ambientale e presta servizio presso il centro di recupero di animali LIPU.
Quello che rende le opere di Giulia una vera e propria esplosione di emozioni, è la sua sensibilità, quella fragilità, e quell'empatia che le permettono di "capire" le persone e mostrare vari aspetti del mondo nelle sue foto, un nuovo modo
di osservare tutto ciò che ci circonda.

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