Tutte le opere di Carlo Di Valguarnera
Il mio mondo • 11 opere
Guarda tuttosacro e profano • 11 opere
Guarda tuttoAfghanistan, Io sono tornato • 13 opere
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Com’è l’Afghanistan? Questa è la domanda ricorrente. Quando devo rispondere faccio un respiro grosso[...]
Com’è l’Afghanistan? Questa è la domanda ricorrente. Quando devo rispondere faccio un respiro grosso e ogni volta cerco di iniziare a raccontare partendo da un punto diverso, non tutto si poteva contenere nell’attimo di una foto. Come spiegare cosa si prova ad ascoltare la preghiera del mattino, che ti giunge lontana, a tratti, come spinta dal vento, mentre sei al buio nella tua stanza ed è ancora un'altra notte in cui non riesci a dormire per il caldo, ti sembra di sognare ma sei sveglio, ti sembra di essere altrove ma sei là. Guardate queste foto ed avrete solo una vaga idea di cos’è l’Afghanistan, poi usate la vostra sensibilità e scoprirete il resto. La mia foto preferita è quella di uomo che lavora presso l’orfanotrofio di Tamaskan, uno dei più grandi orfanotrofi di Kabul. Questi istituti ospitano più di mille bambini, di questi solo un venti per cento sono realmente orfani, gli altri hanno solo perso il padre. Le loro madri, secondo la regola, non possono lavorare ma sono costrette a vivere d’elemosina, i proventi di quest’attività’ non le consentono di mantenere i figli che finiscono negli orfanotrofi. Quando gli orfani compiranno diciotto anni, i ragazzi potranno sperare di arrangiarsi in qualche modo, le ragazze no, nessuno prenderebbe in moglie una donna senza famiglia e senza dote, molte delle ragazze saranno avviate alla prostituzione.
Ho trascorso quattro mesi a Kabul, io sono tornato, loro sono ancora là.
Ho trascorso quattro mesi a Kabul, io sono tornato, loro sono ancora là.
La città dei morti al Cairo • 11 opere
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al Qarafa o La Città dei morti, com’è chiamata dagli occidentali, è un luogo estremo, un’enclave nella[...]
al Qarafa o La Città dei morti, com’è chiamata dagli occidentali, è un luogo estremo, un’enclave nella società del Cairo, uno spazio in bilico, al limite tra la campagna e la metropoli, tra il lecito e l’illecito, tra eterodossia che la tollera e l’ortodossia religiosa che la condanna, tra i vivi e i morti.
Un milione d’abitanti, o poche centinaia di migliaia come sostengono le cifre ufficiali, segregati anche sul piano spaziale con la costruzione di grosse ed alte mura di recinzione, popolano questa realtà. La Città dei Morti, è una necropoli formatasi a partire dalla conquista musulmana dell’Egitto nel 642 d.C. Il primo nucleo di residenti era costituito dal personale addetto ai lavori inerenti l’inumazione: i becchini, gli incisori di lapidi, gli intagliatori di pietre e i recitatori del Corano.
Successivamente, a varie riprese, nel corso dei secoli ed ultimamente a causa delle guerre e delle carestie, un ingente numero d’immigrati, provenienti dalle campagne del sud del paese, è giunto nella capitale egiziana nella speranza di ottenere migliori condizioni di vita e non ha trovato niente di meglio che abitare più o meno abusivamente qua, a volte anche all’interno degli stessi sepolcri.
La “Città dei morti” non sembra un cimitero, è un labirinto geometrico di tombe, blocchi di pietra variopinta come letti dalle coperte sgargianti, le lapidi non hanno ritratti, foto prese in vita ed incapaci a trattenerla. Vita e morte, dolore e gioia, il lutto si mischia col sorriso di tanti bambini festosi.
Altre immagini sul n.8 di Witness Journal (il collegamento al sito è nella sezione links)
Un milione d’abitanti, o poche centinaia di migliaia come sostengono le cifre ufficiali, segregati anche sul piano spaziale con la costruzione di grosse ed alte mura di recinzione, popolano questa realtà. La Città dei Morti, è una necropoli formatasi a partire dalla conquista musulmana dell’Egitto nel 642 d.C. Il primo nucleo di residenti era costituito dal personale addetto ai lavori inerenti l’inumazione: i becchini, gli incisori di lapidi, gli intagliatori di pietre e i recitatori del Corano.
Successivamente, a varie riprese, nel corso dei secoli ed ultimamente a causa delle guerre e delle carestie, un ingente numero d’immigrati, provenienti dalle campagne del sud del paese, è giunto nella capitale egiziana nella speranza di ottenere migliori condizioni di vita e non ha trovato niente di meglio che abitare più o meno abusivamente qua, a volte anche all’interno degli stessi sepolcri.
La “Città dei morti” non sembra un cimitero, è un labirinto geometrico di tombe, blocchi di pietra variopinta come letti dalle coperte sgargianti, le lapidi non hanno ritratti, foto prese in vita ed incapaci a trattenerla. Vita e morte, dolore e gioia, il lutto si mischia col sorriso di tanti bambini festosi.
Altre immagini sul n.8 di Witness Journal (il collegamento al sito è nella sezione links)
Oman • 17 opere
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L’Oman è il volto di una donna, la vedi, la fissi, senti la luce dei suoi occhi nell’obbiettivo, sei[...]
L’Oman è il volto di una donna, la vedi, la fissi, senti la luce dei suoi occhi nell’obbiettivo, sei pronto a scattare e lei si copre e si nega.
Non ci si abitua all’Oman, non ci si stanca dell’Oman, riesce sempre a sorprenderti, a sfuggirti.
All’inizio l’Oman è proprio come l’immagine tanto da sembrarti finto ma quando pensi di conoscerlo vedi cose che vanno oltre la tua fantasia e allora ti accorgi che ti ha preso in giro, proprio come il volto di una donna.
Il souq di Mascate non è un mercato per turisti, eppure sembra che tutti siano delle comparse, lì in posa apposta per te, per dare un senso alle tue foto, mentre sono tutte persone reali con una vita ed una storia, venditori ed acquirenti. Uomini come attori, li vedi da lontano e sai già che saranno dei perfetti soggetti, che riempiranno le tue foto con i drappeggi dei loro vestiti e le rughe della loro pelle, lasciata apposta al sole per anni, perchè la luce vi giochi al chiaroscuro. Un paese generoso l’Oman.
Non ci si abitua all’Oman, non ci si stanca dell’Oman, riesce sempre a sorprenderti, a sfuggirti.
All’inizio l’Oman è proprio come l’immagine tanto da sembrarti finto ma quando pensi di conoscerlo vedi cose che vanno oltre la tua fantasia e allora ti accorgi che ti ha preso in giro, proprio come il volto di una donna.
Il souq di Mascate non è un mercato per turisti, eppure sembra che tutti siano delle comparse, lì in posa apposta per te, per dare un senso alle tue foto, mentre sono tutte persone reali con una vita ed una storia, venditori ed acquirenti. Uomini come attori, li vedi da lontano e sai già che saranno dei perfetti soggetti, che riempiranno le tue foto con i drappeggi dei loro vestiti e le rughe della loro pelle, lasciata apposta al sole per anni, perchè la luce vi giochi al chiaroscuro. Un paese generoso l’Oman.
Fiori, frutta, persone, Città • 12 opere
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Roma,Tolone, Palermo, Amsterdam, Siracusa, Montreal, Barcellona, Londra, Amburgo, Kabul, Bergen, Singapore,[...]
Roma,Tolone, Palermo, Amsterdam, Siracusa, Montreal, Barcellona, Londra, Amburgo, Kabul, Bergen, Singapore, Mascate, La Valletta e i loro mercati
Egitto • 11 opere
Guarda tuttoMacedonia • 11 opere
Guarda tuttoOpere vendute • 7 opere
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