Cosa ti ha spinto a creare arte e diventare un artista? (eventi, sensazioni, esperienze...)
Da piccolo, intorno ai 6 anni mi divertivo a modellare l'argilla presente vicino casa, inoltre con il nonno paterno costruivo piccoli giocattoli in legno.
Durante l'adolescenza ho cominciato a riprodurre dipinti dei macchiaioli, degli impressionisti e altri di fine Ottocento e inizio Novecento, su invito del professore di arte e disegno sono prima entrato al corso di Decorazione Pittorica dell'Istituto d'Arte di Macerata, poi
nel 1979 all'Accademia di Belle Arti di Macerata, dove ho concluso gli studi presso il corso di Pittura.
Qual è il tuo background artistico, le tecniche e le materie che hai sperimentato finora?
Ho iniziato a esporre da giovane, la prima esposizione in una vecchia tipografia all'età di 17 anni con un amico, successivamente ho esposto in 10 personali e circa 60 esposizioni collettive, in Italia e all'estero. Per circa 30 anni ho lavorato presso agenzie e studi di comunicazione visiva come direttore creativo, dal 2016 ho ripreso in mano gli attrezzi dell'incisore calcografico, iniziando una attenta produzione di lastre calcografiche a bassa tiratura. Non ho mai abbandonato l'interesse per la scultura, la fotografia e le tecniche di stampa. Le mie opere sono costruite con tecniche varie, dall'olio alla tempera grassa, dalle tecniche grafiche al frottage, dell'acquerello all'encausto, dalla modellazione alla scultura di legno e pietra...
Quali sono i 3 aspetti che ti differenziano dagli altri artisti, rendendo unico il tuo lavoro?
- Una attenta e direi maniacale attenzione della natura
- La sottrazione di elementi per arrivare alla forma più pura possibile
- Il lavoro costante di ricerca attraverso le tecniche e una continua riflessione con il passato
Da dove viene la tua ispirazione?
Dalla natura, dalla storia e da maestri del passato
Qual è il tuo approccio artistico? Quali visioni, sensazioni o sentimenti vuoi evocare nello spettatore?
Attesa, forse è questa la lettura oggettivamente più interessante; anche se in ogni suo lavoro, peraltro, mutano i modi di percepire il quadro: è aperto cioè a diverse “angolature” e si sperimentano formati inediti, reflusso del mondo della grafica. Ogni composizione è un semplice momento o episodio di un processo interiore di raccoglimento, di meditazione. Il carattere di frammento, le linee, le sospensioni, le lievi irregolarità o asimmetrie distribuite sulla superficie parlano di come interiormente l’esperienza della pittura viene vissuta, della necessità all’orientamento che è traducibile in ogni esperienza umana: l’uomo è solo, caduco e spaesato in un vasto campo “visivo”.
Qual è il processo di creazione delle tue opere? Spontaneo o con un lungo iter preparatorio (tecnico, ispirato ai classici dell'arte o altro)?
Il disegno è il principale alleato del mio lavoro ma non sempre però mi affido a disegni preparatori per iniziare un lavoro. Spesso mi trovo coinvolto in una nuova costruzione dell'opera per un fattore di riflesso o evolutivo, un supporto appena abbozzato, una forma incompiuta, una macchia di umidità sul muro ecc. possono inevitabilmente accendere il processo della creazione. Non posso escludere i cortocircuiti che spesso si manifestano durante le mie lezioni di Storia dell'Arte presso il Liceo, spesso immagini e frammenti di opere mi danno lo stimolo per nuovi possibili lavori.
Utilizzi una particolare tecnica di lavoro? se si, me lo puoi spiegare?
Preferisco spaziare, tra le tecniche più utilizzate c'è l'olio, la tempera grassa e il frottage.
Ci sono aspetti innovativi nel tuo lavoro? Puoi dirci quali?
I lavori si caratterizzano per un forte impatto formale, superfici materiche che non si impongono ma rivelano una discreta e sobria presenza, anche il colore vuole essere protagonista senza troppo fragore.
Hai un formato o un mezzo con cui ti senti più a tuo agio? se sì, perché?
Mi trovo bene con i formati medio grandi, dal 70x100 in su, ho comunque una numerosa produzione di lavori di piccole dimensioni, spesso risultano degli studi e dei bozzetti per un formato più importante.
Dove produci i tuoi lavori? A casa, in un laboratorio condiviso o nel tuo laboratorio? E in questo spazio, come organizzi il tuo lavoro creativo?
Lavoro nella mia casa studio, sempre di più studio e meno abitazione. Al piano terreno lavoro in quattro ambienti distinti, in una superficie di 20 mq mi occupo di scultura, modellazione, preparazione di telai, basi per sculture ed elementi per le esposizioni.
Altre due stanze sono utili per il lavoro pittorico la prima e la calcografia la seconda, compresa la presenza dell'archivio. Un'ultima superficie di passaggio tra le due stanze è anche lo spazio espositivo per i lavori.
Il tuo lavoro ti porta a viaggiare per incontrare nuovi collezionisti, per fiere o mostre? Se sì, cosa ti porta?
Per quanto è possibile mi muovo e incontro galleristi e collezionisti presso mostre e fiere, è fondamentale per la possibile vendita e per uno scambio di idee, ecc.
Come immagini l'evoluzione del tuo lavoro e della tua carriera di artista in futuro?
Non so! Spero di avere sempre la forza creatrice e il tempo necessario per sviluppare il mio lavoro
Qual è il tema, lo stile o la tecnica della tua ultima produzione artistica?
Nell'ultimo periodo mi sono concentrato sul concetto delle simmetrie, sulle crepe del tempo e sul binomio natura e artificio.
Ci racconti la tua esperienza espositiva più importante?
Ricordo con piacere l’esposizione personale del 2014 ad Amsterdam, in particolare la lettera inviatami da un collezionista dopo aver acquistato una mia opera. Una descrizione dal primo
contatto visivo con l’opera in galleria, al suo posizionamento sulla parete di casa e allo scatto fotografico, l’immagine allegata alla lettera è sedimentata nella mia memoria e mi dà l’idea di
averla ancora a casa.
Se potessi creare un'opera famosa nella storia dell'arte, quale sceglieresti? E perché ?
Ci sono diverse opere che mi piacerebbe riprodurre: la Flagellazione di Cristo di Piero della Francesca, realizzato nel 1450 circa e conservato nella Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, per l'aspetto geometrico e metafisico.
Un qualsiasi Cretto di Alberto Burri, per controllare attraverso una tecnica originale la frammentazione della materia.
Se potessi invitare a cena un artista famoso (vivo o morto), chi sarebbe? Come gli suggeriresti di trascorrere la serata?
Mi piace pensare a un incontro a cena con Osvaldo Licini, magari a Parigi durante uno dei suoi soggiorni negli anni 1916/1920, con la forte possibilità di incontrare anche Amedeo Modigliani e qualche altro artista della Scuola di Parigi.