Mark Flood: il ribelle punk dell'arte contemporanea

Mark Flood: il ribelle punk dell'arte contemporanea

Selena Mattei | 13 set 2024 6 minuti di lettura 0 commenti
 

Mark Flood è un artista interdisciplinare americano di Houston, noto per le sue critiche irriverenti e ispirate al punk del mondo dell'arte, dei mass media e della cultura dei consumi. Il suo lavoro spazia dalla pittura alla scultura e all'arte digitale, con serie notevoli come i suoi Lace Paintings e slogan basati su testo che sfidano la superficialità e la commercializzazione dell'arte contemporanea.



Segna l'alluvione

Mark Flood, nato nel 1957 a Houston, Texas, è un artista interdisciplinare americano il cui lavoro riflette una sensibilità distopica e punk-informata. Nel corso di una carriera trentennale, Flood ha sviluppato una voce artistica distintiva che critica il mondo dell'arte, la cultura popolare e i mass media. Si è laureato in Arti alla Rice University nel 1981 e la sua prima arte è stata fortemente influenzata dal suo coinvolgimento nella scena punk locale di Houston, dove ha disegnato volantini per concerti e si è esibito nella band Culturcide.

Il percorso creativo di Flood ha preso una svolta significativa quando ha lavorato come assistente museale alla Menil Collection, una posizione che lo ha esposto alla storia dell'arte e gli ha permesso di incorporare riferimenti storici nel suo lavoro. La sua arte, che spazia tra pittura, scultura, collage e installazione, riflette l'ethos punk di ribellione e decostruzione, offrendo critiche ironiche alla cultura visiva contemporanea, al consumismo e all'istituzione artistica stessa.




Flood usa spesso simboli culturali nel suo lavoro per mettere in discussione il modo in cui le immagini vengono impiegate per la manipolazione e il controllo. I suoi assemblaggi e le sue opere criticano il mondo dell'arte spogliandolo delle sue pretese e prendendo in giro la sua presunzione. Negli anni '80 e '90, Flood ha trasformato le immagini aziendali, pornografiche e delle celebrità in miscele provocatorie di arte e cultura dei consumi, utilizzando materiali trovati come cartelli, pubblicità e riviste. I suoi pezzi più recenti si impegnano con la cultura contemporanea appropriandosi del suo linguaggio visivo, come sfocando la bandiera americana per mettere in discussione il sogno americano o utilizzando slogan pubblicitari distorti su tela. Invece di promuovere un programma politico, il lavoro di Flood evidenzia la bellezza e la complessità all'interno della società moderna reinterpretando i mass media.

L'influenza di Mark Flood sull'arte contemporanea si estende ben oltre le sue radici punk a Houston. Attraverso il suo approccio provocatorio e spesso umoristico, Flood sfida continuamente le convenzioni del mondo dell'arte, facendo sì che gli spettatori si interroghino su cosa definisca l'arte e il valore. La sua pratica interdisciplinare, che abbraccia pittura, scultura e media digitali, si impegna profondamente con temi di cultura di massa, appropriazione e consumismo.

Dai suoi Lace Paintings alle sue immagini virali e alle opere ispirate a Internet, la carriera di Mark Flood è una testimonianza del potere della satira e della sovversione nell'arte. Le sue opere servono non solo come critiche visive, ma anche come interventi giocosi e dirompenti nei sistemi di cultura e commercio che governano il mondo dell'arte oggi.





Un approccio satirico all'arte

Mark Flood è noto per il suo humor nero e irriverente, che spesso fonde immagini appropriate e loghi aziendali per criticare i mass media. La sua pratica interdisciplinare impiega immagini virali, infografiche finanziarie e ritratti distorti di celebrità, tutti finalizzati a prendere in giro le assurdità della cultura consumistica. Gli slogan di Flood, come "ANOTHER PAINTING" e "ART FAIR FEVER", sono tipici del suo uso di slogan dichiarativi e in maiuscolo per parodiare il gergo del mondo dell'arte. Trae ispirazione da artisti come Joseph Cornell, assemblando oggetti trovati ed effimeri in opere che confrontano lo spettatore con un commento tagliente sulla commercializzazione dell'arte.

Flood si appropria spesso di materiale da Internet, distorcendolo per esplorare il potere della rappresentazione nell'era digitale odierna. Il suo lavoro ridicolizza e mette in discussione gli stessi sistemi che elevano immagini e opere d'arte a oggetti di valore, indicando l'etica perversa del mondo dell'arte.





I dipinti di pizzo e l'astrazione delle zitelle

Uno dei contributi più notevoli di Flood all'arte contemporanea è la sua serie Lace Paintings, che ha creato fin dai primi anni '90. Questi dipinti sono realizzati immergendo il pizzo nella vernice, drappeggiandolo su una tela e rimuovendolo per lasciare motivi intricati e spettrali. Le opere risultanti sono belle ma consapevoli di sé, e richiamano l'attenzione sul loro metodo di creazione. Flood usa questa "astrazione da zitella" per sedurre gli spettatori con colori vividi e motivi delicati, criticando allo stesso tempo la natura superficiale della bellezza nell'arte. I Lace Paintings attraggono e respingono, offrendo una riflessione stratificata sulla capacità dell'arte di incantare e ingannare.

Oltre a questi pezzi di pizzo, Flood ha creato dipinti con testi stampati a stencil e dipinti a spruzzo come "Another Painting" e "25 More Paintings", che prendono in giro la natura ripetitiva della produzione artistica e la mercificazione della creatività. Queste opere, come gran parte della sua produzione, criticano l'ossessione del mondo dell'arte per il branding, il consumo e l'esclusività.




Le mostre satiriche e le critiche pubbliche di Flood

Flood ha organizzato diverse mostre non convenzionali nel corso della sua carriera, spesso sfidando le norme del sistema delle gallerie. Uno dei suoi progetti più notevoli è stata la mostra pop-up del 2012 Mark Flood Resents a Miami. Allestito come un manicomio punk rock, lo spazio era caotico, pieno di arte presentata casualmente, senza nulla in vendita. La mostra era una critica deliberata della commercializzazione delle fiere d'arte e delle gallerie, promuovendo il dialogo e la confusione, mentre metteva in discussione la nozione stessa di cosa sia l'arte.

Nel 2021, Flood ha collaborato con un'azienda di gioielli, Love For Both of Us, creando una serie di ciondoli che facevano riferimento alle sculture greche. Questo progetto, come molti dei suoi sforzi, ha attinto da una vasta gamma di riferimenti culturali, mescolando forme d'arte alte e basse.

Poiché la società è diventata sempre più dipendente dai media digitali, il lavoro successivo di Flood si è spostato verso gli scenari aziendali e tecnologici che dominano la vita contemporanea. In questi dipinti, si appropria e distorce loghi familiari del regno digitale, come quelli delle entità aziendali, per criticare il modo in cui questi simboli modellano la nostra esperienza quotidiana. Questa esplorazione della cultura digitale si allinea con la più ampia critica di Flood ai mass media e alla loro pervasiva influenza sulla società.




Mostre e collezioni

Il lavoro di Mark Flood è stato ampiamente esposto in mostre personali e collettive negli Stati Uniti e a livello internazionale. Le sue mostre personali includono Lace Paintings alla Marty Walker Gallery di Dallas (2006), American Fine Art a New York (2004) e Peres Projects a Berlino (2015). Ha anche esposto al Contemporary Arts Museum di Houston (2016) e al Karma di New York (2020). Le mostre collettive hanno incluso Pretty Ugly, co-ospitata da Gavin Brown's Enterprise e Maccarone a New York, così come numerose altre mostre nel corso della sua carriera.

Le opere di Flood sono conservate nelle collezioni permanenti di prestigiose istituzioni, tra cui il Modern Art Museum di Fort Worth, il Dallas Museum of Art, il Museum of Fine Arts di Houston e la Menil Collection. Le sue opere fanno anche parte della Rubell Family Collection di Miami e di collezioni internazionali come la Taguchi Art Collection di Tokyo.

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