Le opere della russa Maria Susarenko ti fanno viaggiare: primo perché porta i suoi soggetti in tutti i paesi: la cattedrale di Reims, la Sagrada Familia a Barcellona, il ponte di Brooklyn a New York, ecc.
Ma ancor di più perché ogni opera, con la sua quantità infinita di linee minuziose in inchiostro nero, con le sue prospettive spesso contorte, con i suoi numerosi dettagli, e la sua grafica assertiva, fa venire voglia di viaggiare nell'opera, di ficcarci il naso sopra per prendere vantaggio di tutta questa profusione.
Lo stesso quando sceglie come tema un volto o un volo di uccelli: l'artista non può accontentarsi di un contorno, riempie, arricchisce, precisa, in un lavoro di oreficeria tecnica e minuziosa. Se l'artista cita prontamente Sandro Botticelli o Egon Schiele tra coloro che la ispirano, si potrebbe anche invocare un'altra donna amante dei lineamenti, dell'architettura e delle prospettive oniriche, la portoghese Helena Vieira da Silva.
Nata in Kazakistan, membro dell'Unione degli artisti russi, Maria Susarenko si è laureata all'Accademia di arte e industria di San Pietroburgo e ha seguito corsi di grafica al St. Martin's College di Londra. Le sue opere sono già entrate in numerose collezioni private a Parigi, Praga, Sydney, Filadelfia, Mosca, Roma o Bogotà.