In questo periodo in cui tutti avanzano mascherati, Labaud dà una versione piuttosto giocosa del soggetto: l'artista ama le maschere, ma si gira, offre sguardi dietro la maschera, personaggi che si tolgono la maschera per non rivelare alcun volto, ecc. A volte la maschera ricorda una versione infantile dell'universo Barbapapà, a volte si trasforma in film horror o streetart in cui la maschera emerge dai graffiti. Insomma, l'artista non si astiene da nulla sul versante tecnico purché rinnovi la sua versione dell'uomo mascherato.
“Dipingo in modo molto spontaneo. Disegno molto poco. Comincio senza sapere dove sto andando e mi fermo quando mi pare. E spesso gli errori creano qualcosa di interessante”, spiega questo artista di Montpellier, che ora vive e lavora a Berlino. Questo pattinatore passato attraverso studi di arti applicate si ispira alle maschere etniche o alle maschere della Commedia dell' Arte, e ritrova, attraverso questo mezzo, l'universo della sua infanzia attraverso i suoi volti mascherati che possono far pensare ai personaggi dei cartoni animati.
“Il mio lavoro si riferisce alle apparenze e alle figure, al volto nascosto di ciascuno... La figura è qui, in ciò che voglio mostrare, iconografia sociale, simbolo sessuale, fantasia estetica. Che il personaggio sia solo o in mezzo alla folla, si tratta sempre di andare oltre le apparenze”.
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