Cosa ti ha ispirato a creare arte e a diventare un artista? (eventi, sentimenti, esperienze...)
Sono stata ispirata dalla ricerca interiore di un linguaggio autentico per esprimere esperienze ed emozioni che le parole non potevano contenere. Fin dall'infanzia, ho percepito l'arte come uno spazio vivo per una profonda esplorazione emotiva e psicologica. Questo mi ha portato a creare una mia tecnica, combinando pittura a olio, doratura e bassorilievo. Il mio percorso artistico abbraccia oltre 15 anni di lavoro con la forma, il simbolismo e una profonda profondità emotiva. Per me, la creatività non è una professione: è un modo di essere al mondo e di toccare ciò che è veramente reale.
Qual è il tuo background artistico, le tecniche e i soggetti che hai sperimentato finora?
Il mio avvicinamento all'arte non è avvenuto attraverso una formazione accademica classica, ma attraverso un profondo percorso personale e una profonda conoscenza professionale. Ho conseguito una laurea in Pedagogia (NPU intitolata a MP Drahomanov), una laurea in Gestione del Personale (MAUP) e ho completato gli studi post-laurea presso il NUBiP in Ucraina. Ho inoltre completato diversi corsi individuali certificati in psicologia, terapia esistenziale e programmazione neurolinguistica (PNL), che sono diventati un fondamento importante della mia pratica creativa. Da oltre 15 anni sviluppo la mia tecnica artistica, combinando pittura a olio, doratura e bassorilievo in uno stile simbolico multistrato. Nel mio lavoro esploro temi di trasformazione interiore, emozioni profonde e forze invisibili che modificano gli spazi e influenzano la coscienza. Per me, l'arte non è solo una professione, è un modo di essere esattamente nel posto a cui appartengo in questo mondo.
Quali sono i tre aspetti che ti differenziano dagli altri artisti e rendono unico il tuo lavoro?
Ciò che distingue il mio lavoro è il profondo simbolismo e l'impatto emotivo olistico che ha sia sull'osservatore che sullo spazio. Nei miei dipinti non ci sono elementi casuali: ogni texture, ogni linea e ogni sfumatura ha un significato intenzionale. Lavoro sia con il livello conscio che con quello inconscio della percezione, creando spazi che risvegliano emozioni profonde e risonanze interiori. La mia tecnica è semplicemente uno strumento per trasmettere significati multistrato, dove luce, colore e forma diventano portatori viventi di simboli.
Da dove trae ispirazione?
L'ispirazione mi arriva attraverso una profonda pratica interiore: Kundalini yoga, preghiera, presenza e silenzio. Non si tratta di immagini che invento, ma di visioni complete che giungono come risposte. In quei momenti, non mi limito a vedere l'opera, ma sento chiaramente come dovrebbe essere creata, sia tecnicamente che energeticamente. La mia trasformazione personale apre uno spazio di conoscenza inaccessibile dall'esterno. Ogni mia opera è il risultato di un processo interiore, non solo di una decisione creativa.
Qual è il tuo approccio artistico? Quali visioni, sensazioni o sentimenti vuoi evocare nello spettatore?
Il mio approccio artistico si basa sulla trasformazione interiore. Ogni opera nasce da un profondo processo personale, frutto del confronto e dell'integrazione degli aspetti negativi dentro di me. Attraverso questa alchimia interiore, il dipinto diventa portatore di uno stato di purificazione: presenza, chiarezza ed equilibrio interiore. Cerco di trasmettere questo stato all'osservatore o al collezionista, in modo che l'opera d'arte non agisca solo come oggetto visivo, ma come un campo vitale che influenza lo spazio interiore. Il mio obiettivo non è rappresentare emozioni, ma evocare un cambiamento: verso la quiete, la forza e un ritorno all'essenziale.
Qual è il processo creativo delle tue opere? Spontaneo o con un lungo processo preparatorio (tecnico, ispirazione da classici dell'arte o altro)?
Il mio processo creativo unisce spontaneità e profonda logica interiore. Spesso lavoro su più dipinti contemporaneamente, ognuno dei quali è un oggetto d'arte indipendente, con una propria presenza e un proprio significato, non direttamente collegato da una trama. Tuttavia, a un livello più profondo, le mie opere sono energeticamente collegate: proseguono, completano o completano un determinato processo interiore. Questo mi permette di trasmettere stati d'animo complessi e stratificati che non possono essere catturati in un'unica opera.
Utilizzi una tecnica di lavoro particolare? Se sì, puoi spiegarla?
Ho esplorato diverse tecniche per trovare il modo più adatto a esprimere stati emotivi profondi. Di conseguenza, ho sviluppato un mio approccio basato sulla combinazione di bassorilievo, pittura a olio e doratura. Quando voglio trasmettere energia, potenza e forza espressiva, lavoro attraverso il bassorilievo e la texture. Quando l'attenzione è rivolta a una profonda immersione interiore, utilizzo la pittura a olio e delicate velature multistrato. Ogni scelta tecnica nelle mie opere ha lo scopo di trasmettere il preciso stato emotivo ed energetico che si intende trasmettere per ogni opera.
Ci sono aspetti innovativi nel tuo lavoro? Puoi indicarci quali?
L'aspetto innovativo del mio lavoro risiede principalmente nella costruzione stilistica della composizione. Creo le mie opere basandomi su un senso interiore dello spazio, sui simboli e sul focus emotivo, piuttosto che seguire le regole accademiche classiche. La tecnica – una combinazione di bassorilievo, pittura a olio e doratura – supporta e rafforza questo approccio. Tutte le idee per i miei dipinti provengono dal subconscio; non utilizzo riferimenti esterni, immagini prese in prestito o soluzioni preconfezionate. Ogni opera è una manifestazione diretta dell'esperienza e dello stato d'animo interiore.
C'è un formato o un mezzo con cui ti senti più a tuo agio? Se sì, perché?
Mi sento più a mio agio quando ho il mio spazio creativo e la libertà di gestire il mio tempo secondo il mio ritmo interiore. Questo è essenziale per me, perché il processo artistico richiede silenzio interiore, libertà e periodi di rinnovamento. Solo in queste condizioni posso lavorare in modo profondo e creare opere che portino con sé un significato e un'energia autentici.
Dove produci le tue opere? A casa, in un laboratorio condiviso o nel tuo laboratorio? E in questo spazio, come organizzi il tuo lavoro creativo?
Lavoro nel mio studio privato a casa. Per me è importante avere uno spazio personale dove concentrarmi e rimanere in contatto con il processo creativo interiore. Organizzo il mio tempo di lavoro in autonomia e creo quando sento forza, energia e prontezza interiore. Questo approccio mi permette di preservare la profondità e l'autenticità di ogni opera che realizzo.
Il tuo lavoro ti porta a viaggiare per incontrare nuovi collezionisti, per fiere o mostre? Se sì, cosa ti porta?
Prima della guerra, partecipavo regolarmente a eventi d'arte pubblica e a mostre e aste di beneficenza. In particolare, presentavo ogni anno le mie opere all'asta di beneficenza di Kamaliya. Incontrare collezionisti e partecipare a tali eventi mi ha permesso di ampliare la mia rete di contatti e di comprendere meglio l'impatto emotivo dell'arte sulle persone. Tuttavia, a causa dei continui attacchi e dei rischi per la sicurezza, questa opportunità è oggi notevolmente limitata.
Come immagini l'evoluzione futura del tuo lavoro e della tua carriera di artista?
Forse le mie parole possono sembrare audaci, ma credo sinceramente che i miei dipinti abbiano un loro destino e, col tempo, saranno presentati alle principali aste internazionali. Nella mia esperienza, le mie opere hanno spesso trovato la loro strada: sono apparse sulle copertine delle riviste, sono entrate nelle collezioni di personaggi noti e hanno raggiunto nuovi proprietari senza una promozione aggressiva. I miei dipinti vivono secondo le loro leggi intrinseche e le semplici strategie di marketing non si applicano a loro. Trovano chi è pronto ad ascoltare la loro vera storia.
Qual è il tema, lo stile o la tecnica della tua ultima produzione artistica?
Il tema delle mie ultime opere non è limitato da una forma specifica: per me, l'aspetto più importante è l'energia del simbolo, che può manifestarsi in qualsiasi immagine. Sono particolarmente attratto dagli esseri viventi: uccelli, pesci e persone. Attraverso il loro sguardo, emerge una presenza speciale: sembrano prendere vita sulla tela e continuare a guardare lo spazio circostante, creando un senso di silenziosa interazione. Anche i fiori occupano un posto speciale nelle mie opere: fanno parte del mio patrimonio genetico, poiché ho scoperto di recente che mia nonna dipingeva fiori ovunque le fosse possibile. Per me, ogni simbolo conta non per la sua forma, ma per l'energia e il significato che porta con sé.
Puoi raccontarci qual è stata la tua esperienza espositiva più importante?
La mia esperienza espositiva più importante è stata la mia prima mostra personale, "Rai" ("Paradiso"), che si è tenuta nel 2011 a Kiev con il supporto della Fondazione per la Promozione delle Arti dell'Ucraina. La mostra è stata promossa da un critico d'arte che, dopo aver visto le mie opere, mi ha proposto non solo di organizzare la mostra, ma anche di crearne un catalogo. Questa esperienza è avvenuta quasi senza la mia iniziativa diretta: è stato come se lo spazio stesso mi spingesse verso una realtà creativa. A quel tempo, non avevo intenzione di dedicare la mia vita all'arte: avevo alle spalle dieci anni di esperienza manageriale e molti anni di pratica psicologica. Tuttavia, la mostra "Rai" è diventata l'inizio di un capitolo completamente nuovo: un ritorno al mio vero io attraverso l'arte.
Se avessi potuto creare un'opera famosa nella storia dell'arte, quale avresti scelto? E perché?
Non aspirerei a creare un'opera famosa della storia dell'arte. Per me, ogni vera opera d'arte porta con sé l'energia, l'esperienza e il mondo interiore del suo creatore. Riprodurre l'energia di qualcun altro mi sembra innaturale. Come artista, il mio scopo non è ripetere la visione di un altro, ma creare il mio spazio e la mia presenza attraverso l'arte.
Se potessi invitare a cena un artista famoso (vivo o morto), chi sarebbe? Come gli consiglieresti di trascorrere la serata?
Sarebbe un incontro con Van Gogh, per prendere un caffè, per identificare i segnali subconsci che hanno innescato i suoi momenti di genio, visto che ho studiato PNL per due anni 🙂. Non mi interessa il mito; mi interessa il meccanismo. Quel limite dove l'immagine non si è ancora formata, ma qualcosa dentro ha già iniziato a muoversi: questo è ciò che vorrei capire.