Storia dell'arte ceca

Storia dell'arte ceca

Olimpia Gaia Martinelli | 25 nov 2023 8 minuti di lettura 0 commenti
 

Per storia dell'arte ceca intendiamo l'intero complesso delle arti visive che sono state concepite e successivamente hanno preso forma e vita sia nella stessa Repubblica Ceca che nei vari stati che ne fecero parte nei secoli precedenti, fungendo da patria per memorabili artisti che , negli esempi più famosi, verranno approfonditi in seguito.


Una breve storia dell'arte

Per storia dell’arte ceca si intende tutto quel complesso di arti visive che sono state ideate, e hanno successivamente preso forma e vita, sia nella stessa Repubblica Ceca, che nei vari stati che ne hanno fatto parte nei secoli precedenti, fungendo da casa ad artisti memorabili, che, negli esempi più celebri, saranno successivamente indagati. Il racconto comincia da tempi ormai dimenticati, poiché le terre ceche presentano notevoli reperti di arte preistorica, i quali potrebbero essere riassunti nella più celebre Venere di Dolní Věstonice, statuetta raffigurante l’omonima divinità nuda, databile tra il 29.000 e il 25.000 a.C. Se quest’ultima ha dato voce ad una distinta forma di arte celtica ceca, è bene mettere in luce come negli anni successivi, l’arte del paese in questione, abbia spesso emulato l’esempio austriaco e tedesco, riproponendone le correnti, i movimenti e le tendenze. Tra questi, è bene mettere in evidenza come in particolar modo alcuni presero fortemente piede nel territorio, generando capolavori di artisti di fama internazionale. Mi riferisco alla floridità con cui in Repubblica Ceca attecchirono il Gotico, l’Art Nouveau, il Cubismo e il Surrealismo, ormai eclissati da un nazionalismo ceco, che, a partire progressivamente dal XIX, ha avuto una forte influenza su tutte le arti. Nonostante quest’ultimo punto di vista, vorrei proseguire il racconto focalizzandomi sui sopra enunciati momenti chiave, o punti salienti, delle arti figurative cece, partendo, in ordine cronologico, dal Gotico, per terminare con il Surrealismo. 

Punti salienti

FOOL (2023)Dipinto di Pavel Filin

Gotico

Prima di arrivare al Gotico ceco è bene fare un breve ripasso di cosa sia questo periodo della storia dell’arte, volto a prendere forma dalle innovazioni architettoniche concepite a partire dalle idee dell’Abate di Suger, il quale, convinto che la luce terrena contenesse in sé anche quella divina, volle  creare edifici religiosi ricchi di vetrate. Detto in termini tecnici: le chiese si munirono di contrafforti volanti e di volte a crociera, inclusive di più vetrate colorate nella struttura architettonica. A proposito della scultura, invece, l’umanesimo tipico dell’epoca condusse ad un approccio più naturalistico e “quotidiano” della figura umana, intesa per decorare pricinpalmente le chiese. Lo stile in questione apparse nella Repubblica ceca nella prima metà del XIII, dove restò fino all’inizio del XVI secolo, svluppandosi in base alle richieste della dinastia regnante boema dell’epoca corrispondente. A proposito di opere d’arte note, invece, uno dei massimi esempi della scultura del periodo è la pietà di Křivák, opera di un’artista praghese o moravo, che la realizzò per per la Cattedrale di San Venceslao o per qualche monastero vicino 

RAGGIO DEL MATTINO. (2012)Dipinto di Igor Shulman

Art Nouveau

Torniamo ancora una volta alle definizioni: lo stile dell’Art Nouveau nacque per modernizzare il design, traendo innovativamente ispirazione, sia dalle forme organiche, che da quelle geometriche,  dando vita a realizzazioni di figure fluide e naturali, volte a rievocare le fattezze degli steli, dei fiori e delle piante. Il tutto aveva decisamente più rilevanza del colore, in quanto le linee vivaci si accostarono a cromie più dimesse, come il verde tenue, il marrone, il giallo e il blu. Lo stile, diffusosi tra il 1890 e il 1910, cadde in disuso per la maggior parte molto prima della Prima Guerra Mondiale, aprendo la strada allo sviluppo dell'Art Deco negli anni '20. A proposito della Repubblica Ceca, invece, l’Art Nouveau vi prese piede negli anni Novanta del Ottocento, epoca in cui il maggiore rappresentate divenne Alfons Mucha, il cui stile si contraddistinse per la creazione di uno schema per la decorazione degli oggetti, volto a consentire la ripetizione dello stesso modello stilistico, all’interno del quale variava il tema principale. Fondamentalmente le fantasie floreali da lui ideate restavano spesso invariate, mentre a mutare erano i soggetti femminili, splendide donne capaci di esprimere una visione ottimistica della vita.  

IL RITRATTO CON UCCELLO (2021)Dipinto di Muraz Martirosyan

Cubismo

Forse sono ancora pochi quelli che ignorano come il Cubismo nacque nel 1907, anno di creazione de Les Demoiselles d’Avignon di Pablo Picasso, capolavoro frutto delle sperimentazioni del maestro spagnolo, che, unitamente a Georges Braque, prese spunto dall’opera di Cézanne, utilizzando molti punti di vista per trattare un medesimo soggetto, frantumando le immagini in forme geometriche. Il movimento, uno dei più rivoluzionari del ‘900, in quanto ha messo in dubbio le più classiche rapresentazioni dello spazio, divenne a sua volta fondamentale nel contesto ceco, presentando un apice che va dal 1910 al 1919. Ad ogni modo, piuttosto che nell’arte pittorica, il cubismo ceco si palesò nell’architettura, nonostante l’esistenza di celebri e degni pittori del movimento, quali furono, ad esempio, Bohumil Kubišta e  František Kupka

MADONNE / MADONA (2022)Dipinto di Vincent Chignier

Surrealismo

Le immagini surrealiste nascono dettate dall’inconscio dell’artista, il quale disprezza la mente razionale, capace di reprimere il potere dell’immaginazione con i suoi innumerevoli tabù. Tali credenze furono profondamente influenzate anche dal pensiero di Sigmund Freud, il quale rivelò come nella dimensione del sogno fosse effettivamente possibile far palesare l’inconscio, ricco di preziosi ed autentiche rivelazioni delle emozioni e dei desideri umani. Di conseguenza, gli artisti surrealisti mettevano sul supporto pittorico i motivi che emergevano dai loro sogni e dalla loro mente inconscia, generando spesso immagini stravaganti e, talvolta, persino inquietanti, intese anche per risvegliare la coscienza del fruitore. Uno dei massimi esempi del Surrealismo ceco è From my diary (1933) di Jindřich Štyrský, capolavoro esseziale dell’artista, che, durante la sua carriera, sperimentò diversi stili, anche se fu proprio la tendenza surreale di posare oggetti in contesti stranianti ad impressionarlo maggiormente, cosa che appunto ripropose magistralmente nell’opera in questione. A proposito dei sogni, invece, l’artista, come da titolo, tenne effettivamente un diario volto a raccoglierli, per usarli quando, successivamente, era alla ricerca di soggetti da immortalare. Giunti a questo punto la storia dell’arte ceca continua nella contemporaneità, grazie all’operato degli artisti di Artmajeur Radek Skopec, Adam Votocek Art e Petr Johan Marek.

NATI DALLE CENERI (2018)Dipinto di Radek Skopec

NATI DALLE CENERI di Radek Skopec

Radek Skopec, artista della Repubblica Ceca classe 1967, definisce personalmente il suo stile come autodidatta e solitario, incentrato nello studio della più autentica comprensione della forma e della linea, che è poi approdato in una peculiare visione, spesso distinta dalle tonalità dell’arancione, del nero e del marrone. Il tutto è stato arricchito con una caratteristica fascinazione per le superfici danneggiate o rotte, capaci di generare una natura discontinua e interrotta della forma, che prende vita da un particolare studio figurativo di 3 fasi: quella della Mente Subconscia, quella della Nascita Sensuale e quella, appunto, della Distruzione. Con la prima fase l’artista intende il momento in cui egli concepisce l’opera, seguendo l’istinto, le emozioni e l’immaginazione, processo che lo porta a un confronto-scontro con il supporto pittorico. Nella parte della Nascita sensuale il pittore da vita a singoli strati e molteplici forme, che, finalmente, trovano spazio sulla tela. Infine, la Distruzione arriva nel momento in cui egli, mediante un processo di strappo, graffio e levigatura volontaria, si prodiga a modificare la superficie, sino a che non raggiunge il risultato sperato. Allora, proprio quanto appena descritto è alla base della creazione di Born from the ashes, dove i suddetti stilemi si uniscono per dar vita ad un intenso e “usurato” ritratto in primo piano, in cui gli occhi, diretti verso destra, rappresentano sicuramente il punto focale.

"SINGULARITY" (2022)Dipinto di Adam Votocek Arte

SINGOLARITÀ di Adam Votocek Arte

Adam, artista della Repubblica Ceca, persegue l’intento di dar forma alle sue emozioni, frutto di una vita piena di viaggi, in cui il pittore ha sempre cercato di raccogliere materiale, per poi riutilizzarlo, insieme anche a quello più quotidiano, nella sua ricerca astratta. In questo contesto un ruolo fondamentale è giocato dai colori, mezzo di trasmissione dei sentimenti per eccellenza, che viene scelto dall’artista in maniera a dir poco accurata, per dar vita a sensazioni autentiche, pronte a risvegliare e a mantenere in vita sé stesso, oltre a chi altro contempli il suo operato. Le sue più tipiche astrazioni di linee e di “grovigli” di colore sono a tutti gli effetti uno strumento volto a rivelare il suo stato interiore, esponendolo alla condivisione, e quindi mostrando, ogni volta, un eccitante intento narrativo differite. Nel caso di Singularity, ad esempio, egli semplicemente dichiara: “sviluppiamo la nostra unicità. Ognuno di noi è unico”. Allo stesso modo, pare che ogni linea che anima la composizione appaia unica e distinta, avente la sua propria ragion d’essere, ma, allo stesso tempo, anche capace di creare un tutto armonico con le altre forme presenti sul supporto, interpretabili come altre personalità ben diversificate tra loro, che, all’unisono, hanno sempre avuto il coraggio di mostrarsi.

ROSA E VIOLA (2021)Dipinto di Petr Johan Marek

ROSA E VIOLA di Petr Johan Marek

Petr Johan Marek, nato in Repubblica ceca nel 1978, si esprime principalmente mediante un linguaggio astratto, in cui, di sovente, si genera la compulsiva di ripetizione di pennellate, volte a formare delle righe orizzontali, che trovano spazio in una moltitudine di simili parallele. Questa modalità di operare, come ammette lo stesso pittore, rappresenta una nuova intepretazione dell’esempio tratto dallo studio dei colori accesi della Pop art, della frammentazione del Puntinismo, e dell’approccio a tutto campo dell’Espressionismo astratto. Il riferimento alla Pop art si realizza mediante la proposta di determinati colori squillanti, che sono in realtà anche quelli prediletti dal pittore stesso, che viene ispirato dai cambiamenti della vita e della natura. L’obbiettivo è comunque sempre lo stesso, trasmettere un senso di tranquillità e pace da condividere con il frutore, che, spesso, si perde a contemplare ogni singola forma presente nelle sue ricche composizione d’astrazione. Come anticipato, nel caso di Pink & Violet l’artista ha probabilmente dato vita ad una tela dipinta di viola, sulla quale ha costruito, con pazienza e con approssimativa precisione, una successione di linee rosa disposte su molteplici piani orizzontali. Il risultato è che, nei piccoli spazi in cui non appare il colore più chiaro, si vede quello scuro, pronto a creare un contrasto armonico di colori, che, piacevolmente alternati, danno una sensazione di calma a chi, indaffarato, trova il tempo di fermarvisi davanti, forse provando anche a contare ogni singolo elemento che vede. 



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