Il magnate russo Rybolovlev fa causa a Sotheby's per uno scandalo sul mercato dell'arte

Il magnate russo Rybolovlev fa causa a Sotheby's per uno scandalo sul mercato dell'arte

Jean Dubreil | 9 gen 2024 2 minuti di lettura 0 commenti
 

Il miliardario russo Dmitry Rybolovlev ha citato in giudizio Sotheby's e il mercante d'arte Yves Bouvier in un caso di alto profilo in un tribunale di New York, sostenendo costi eccessivi sugli acquisti d'arte per oltre 1 miliardo di dollari. Il processo potrebbe rivelare pratiche discutibili nel mercato segreto dell’arte.

Dmitry Rybolovlev, credito: Francknataf tramite Wikipedia

In un dramma legale ambientato a New York, il miliardario russo Dmitry Rybolovlev affronta la prestigiosa casa d'aste Sotheby's, insieme al mercante d'arte svizzero Yves Bouvier, in un processo che minaccia di mettere in luce i meccanismi interni, spesso opachi, del mondo dell'arte. Rybolovlev, che Forbes classifica come la 428esima persona più ricca del mondo, afferma di essere stato ingannato in acquisti d'arte per oltre 1 miliardo di dollari in sovrapprezzi.

L'origine della controversia ruota attorno ai rapporti di Rybolovlev con Bouvier, che secondo lui ha travisato il suo ruolo, agendo sia come consulente artistico che come venditore, portando a prezzi gonfiati e sostanziali perdite finanziarie per Rybolovlev. Un esempio degno di nota citato nella causa è l'acquisto della scultura "Testa" di Amedeo Modigliani, che Rybolovlev acquistò per 83 milioni di dollari credendo che Bouvier agisse come suo consigliere. Tuttavia, in seguito è emerso che Bouvier era il venditore, un duplice ruolo di cui Rybolovlev non era a conoscenza.


Il caso riguarda anche diverse altre opere d'arte di alto profilo, come "Le Domaine d'Arnheim" di René Magritte, "Wasserschlangen II" di Gustav Klimt e in particolare "Salvator Mundi" di Leonardo da Vinci. Quest’ultima opera è diventata famosa quando è stata venduta per l’incredibile cifra di 450,3 milioni di dollari nel 2017, stabilendo il record per l’opera d’arte più costosa mai venduta. Questa vendita è avvenuta anni dopo che Rybolovlev aveva preso in considerazione l'acquisto a un prezzo significativamente più basso, evidenziando la drammatica inflazione del valore dell'arte in queste transazioni.

Sotheby's è stata coinvolta nella causa, con il team legale di Rybolovlev che sostiene che la casa d'aste ha avuto un ruolo nel facilitare il presunto piano di Bouvier gonfiando le valutazioni e aiutando a nascondere la sopravvalutazione. Sotheby's, tuttavia, mantiene la propria innocenza, affermando di attenersi rigorosamente agli standard legali, finanziari ed etici in tutte le sue transazioni.

Questa causa, al di là delle sue parti immediate, è importante perché espone potenzialmente pratiche discutibili ed eticamente discutibili all’interno del mercato dell’arte, un’area spesso avvolta nella segretezza e nota per la sua mancanza di trasparenza. L’esito di questo caso potrebbe avere implicazioni durature sul modo in cui vengono condotti gli affari nel mondo dell’arte, in particolare nel mercato secondario. Si prevede che il processo, che sta attirando notevole attenzione, rivelerà dettagli sui meccanismi complessi e spesso nascosti della valutazione e della vendita di opere d'arte, portando potenzialmente a una rivalutazione delle pratiche del settore.

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