Aggiunto il 18 set 2007
Citazioni e note di critica
L’artista si sofferma sulla Dualità delle scelte della vita, a volte forzate, ed il suo lavoro compiuto con il dualismo, la contrapposizione, l’antagonismo e lo scontro cromatico del rosso e del blu ben evidenzia tale tendenza.
Silvia Bottaro ( Pigmenti 2006 )
...su ogni lido, i segni dei pastelli si stemperano intrecciandosi per creare cieli, sovrastanti o confinanti con le acque marine, senza soluzioni di continuità. Ti accorgi quanto si addice alla dolcezza del pastello l’esaltazione di un intenso lirismo. Ti accorgi che con la stessa dolcezza è tratteggiato un mare, questa volta d’erba, cinto da uno steccato legnoso. Uno steccato chiaro, quasi luminiscente che “isola” un mare verde, lo confina in una zona di assoluta solitudine. Ti accorgi ancora che, intriso di dolcezza, è anche quel lido dove le pietre si rincorrono a disegnare la prospettiva di una via calcinata, al culmine della quale appare una costruzione ad arcate che può evocare la struttura di uno stabilimento balneare stile art-decò, ma più, l’estatico castello di una fiaba …..
Franca Maria Ferraris
In molte opere di Paolo Ancarani individuiamo il vero raffigurato mediante una colta eliminazione del superfluo: viene così attuata una sintesi degli archetipi di rappresentazione per giungere a quella che potremmo definire una sorta di comunicazione percettiva al livello più profondo del “cuore”. La lettura degli elementi che costituiscono l’insieme pittorico ci suggerisce i canoni ed i tempi di una contemplazione appena sfiorata da lievi atmosfere di voluto e soddisfatto atteggiamento nostalgico .
Agostino Berta
Echi di luce come metafora, in qualche modo dell’infinito, luci come bagliori stellari, immagini flottanti dentro il pensiero e l’armonia che si vuole ricercare tra sé e gli altri nel contesto del quotidiano…….apparenze e sensazioni, poi, quasi inafferrabili nel luminoso loro essere che ci inducono, metafisicamente, a ripensare al nostro percorso terreno.
Silvia Bottaro
Paolo Ancarani, medico, con la passione della pittura è un savonese figlio d’arte; la madre, Rita Spirito, è un’apprezzata pittrice inserita nella linea di tradizione ligustica. Paolo Ancarani invece predilige un acquerello quasi informale, e ne ha fatto la sua peculiare forma di espressione artistica .
Simona Morando ( Agenda Savona Gennaio 2007)
Ancarani respira arte fin da bambino. Si occupa inizialmente di grafica e di fotografia. A metà degli anni ottanta è il fotografo di scena della compagnia teatrale Duetiesse. Poi si avvicina alla pittura, e all’acquerello in modo particolare. La sua arte guarda alla natura, ma lo fa in modo originale, persino drammatico. Le sue opere pur partendo da uno schema figurativo tradizionale, attraverso l’uso del colore approdano ad una sorta di informale di grande fascino.
Ferdinando Molteni ( secolo XIX 16/01/2007)
Paolo Ancarani ci insegna umilmente che illustrando cose, luoghi e memorie i nostri occhi con frequenza inesorabile lavorano specularmene con il nostro cuore, avendo scelto come specchio utile all’operazione il mondo che vive e pulsa tutto intorno a noi…e il ritmo globale, assoluto, ci viene offerto da una situazione di sospensione armonica, ove l’uomo appare, momentaneamente assente .
Agostino Berta
Ancarani è medico, e fare il medico - ovviamente se dentro al camice c’è una grande risorsa di umanità - vuol dire porsi all’ascolto dell’altro. Il linguaggio di Ancarani pittore è spalancato sugli altri. E, di rimando, invita al dialogo. Ciò che si percepisce immediatamente della sua pagina è un ritmo: il ritmo di parole disposte in equilibrio, in armonia, rispettate nel loro suono e nel loro significato. Ho detto “parole”. Ecco dunque riaffacciarsi la scrittura. In un certo senso Ancarani scrive, o meglio annota attraverso sciolti appunti coloristici sostanziati dalla verità dello sguardo. Poi ciò che lui vede, la natura ad esempio, perde i contorni definiti e si dilata: vorrei rimarcare ancora la preziosità che lo spazio assume sulla sua pagina. E di spazio positivo noi tutti abbiamo estremo bisogno.
Maria Teresa Castellana