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Andrea Cardia

Ritorna alla lista Aggiunto il 1 mar 2005

Critica Francesca Sacerdoti

E’ l’essenza dell’essere umano il perno intorno al quale ruotano i lavori di Andrea Cardia; la centralità della figura umana è sintesi e nel contempo genesi di un discorso piu’ ampio che coinvolge tutto lo spazio circostante.
Corpi che fuoriescono dalle tele/tavole attraverso una sapiente manualità che lavora la materia,la modella,la sovrappone,l’interpreta e la genera di nuovo dando vita ad opere che raccontano intimi dolori e universali affanni.
Le schiene si curvano,le braccia coprono i volti o si protendono, il nudo riscopre la sua forma primordiale fatta di linee grezze e tratti decisi che si intrecciano tra di loro facendosi largo tra elementi “poveri” come lo stucco,la calce,pezzi di stoffa e giornale che assemblandosi tra di loro ricoprono come vesti membra e arti di uomini comuni.
I colori sono quelli della terra , quelli che sporcano e sfiancano,gli stessi che erigono quei confini netti che separano le nostre città dal blu del cielo,dal verde dei campi, gli stessi che giorno dopo giorno soffocano la nostra percezione del reale in cambio di false illusioni filtrate da schermi al plasma e da tubi catodici.
Passione intensa quasi come martirio;Ed ecco comparire , nella sequenzialità di questi lavori , l’essere Umano.
L’essere umano che cerca di rialzarsi ,aggrapparsi,lottare sotto il peso della materia/ materialità che finisce comunque per schiacciarlo,seppellirlo fino a costringerlo a chiudersi nuovamente in se stesso,a proteggersi come meglio puo’.
Cio’ che chiaramente colpisce in queste opere è la loro forte intensità,la loro”densità” emotiva che prepotentemente invade chi le osserva lasciando una sorta di retrogusto amaro che se da un lato disturba il “palato” con le sue fastidiose verita’, dall’altro sicuramente lascia in bocca quel sapore indistinguibile che solo cio’ che ci riguarda intimamente possiede.

Francesca Sacerdoti
Art Director e curatrice

“ Ci sarà sempre qualcuno che guarda le opere d’arte con la lente d’ingrandimento per cercare di vedere “COME” invece di usare il cervello ed immaginare “PERCHE’”.

Man Ray

Artmajeur

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