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Ritorna alla lista Aggiunto il 3 gen 2008

L'afresco - Arte e Poesia

Un ampio muro in pietra accoglie le opere di Stefan Tomsa e Irina Poenaru presso il nuovo spazio espositivo della “Libreria del Teatro” a Viterbo. E si tratta di una collocazione ideale, dato che i lavori pittorici dei due artisti sono veri e propri affreschi su tavola eseguiti con assoluta maestria.
L’antica tecnica dell’affresco ha percorso i secoli per giungere fino a noi: nelle nostre zone praticata già ad alto livello dagli etruschi, ha raggiunto la perfezione tecnica fin dall’epoca degli antichi romani, come dimostrano, tra le altre, le pareti di Ercolano e Pompei, e successivamente le grandi opere bizantine. Questa modalità pittorica nell’antichità si è diffusa anche in oriente, fino all’India, dove veniva praticata su fondi diversi da quelli dell’area del Mediterraneo. Dal ‘300 in poi tutti i maggiori maestri della pittura si sono cimentati con questa tecnica. I nomi di grandi artisti come Cimabue, Giotto, il Lorenzetti, Beato Angelico, Andrea del Castagno, Piero della Francesca, il Correggio, Raffaello, Michelangelo, Giovambattista Tiepolo e molti altri, fino ai contemporanei, sono legati indissolubilmente alla “pittura a fresco”, che consiste nella stesura dei pigmenti colorati su un fondo murario di intonaco fresco, e pertanto bagnato, sul quale i colori (pigmenti di origine minerale) si fissano permanentemente.
È una tecnica scarsamente utilizzata proprio per le sue difficoltà esecutive: l’affresco non consente ripensamenti o correzioni: i pigmenti colorati, appena stesi col pennello, penetrano rapidamente nell’intonaco e ad esso si legano permanentemente, fissati dal carbonato di calcio prodotto dalla reazione di carbonatazione tra la calce e l’anidride carbonica presente nell’aria.
Per questo la mano dell’autore di un’opera ad affresco deve essere sicura e precisa, e ben chiaro deve essere alla sua mente l’obiettivo artistico da perseguire e le linee di sviluppo, estetico e temporale, della sua creazione. Una tecnica quindi che mette alla prova le capacità tecniche degli artisti, e che costituisce la migliore referenza della loro preparazione.
Le opere di Stefan Tomsa e di Irina Poenaru sono realizzate, invece che su muro, su tavole in legno, che ne permettono così il facile spostamento o il posizionamento nei vari ambienti della casa, come fossero quadri su tela. E sono opere che hanno la caratteristica di presentare valori estetici diversi in base alla distanza di osservazione, come se fossero costruite per livelli, o per moduli, e ad ogni livello o modulo corrispondesse una diversa ricerca artistica.
Sono riconoscibili almeno tre differenti livelli di osservazione e di godimento di queste opere: vi è una distanza dalla quale si apprezza la completezza del lavoro, i suoi valori formali ed estetici generali, la sua armonia. E’ la distanza classica di osservazione di un quadro di medie dimensioni, nell’ordine di pochi metri. Avvicinandosi, si raggiunge un’altra distanza che è quella che permette di scorgere dettagli e particolari, e di valutare ed apprezzare le grandi capacità tecniche di questi due artisti. La tecnica dell’affresco rivela la sua “matericità”, in base anche al tipo di luce che illumina le opere ed alla sua direzione. E’ la distanza alla quale si percepisce quel fenomeno visivo già noto per gli affreschi di qualità e per il quale la materia si fa luce e la luce diventa materia, costituendosi in spessori che rompono la perfetta planeità o la bidimensionalità tipiche dei lavori pittorici e rivendicano così la loro motivazione architettonica, tridimensionale. L’affresco non può prescindere dal luogo in cui è creato, dall’ambiente che arricchirà con la sua presenza, dalla luce da cui sarà raggiunto. Per questo motivo le opere di Tomsa e Poenaru sono presentate nude, senza cornici o vetri: le cornici sono gli elementi che hanno il compito di legare il quadro all’ambiente, e sarà cura dell’acquirente o dell’arredatore la loro delicata scelta, condizionata appunto dalle caratteristiche dei luoghi dove saranno esposti.
Ad una distanza ancora più vicina, più prossima alla superficie degli affreschi, si capisce che ogni centimetro quadrato di queste tavole può rivelare un mondo, un universo estetico e pittorico nel quale perdersi, opere che, così come i frattali in matematica, potrebbero essere ingrandite all’infinito e svelare sempre nuovi livelli di creatività ed invenzione. E’ questo, il più prossimo, il più vicino, l’ultimo, il livello nel quale queste pitture ad affresco dichiarano pienamente la loro astrattezza.
Stefan Tomsa e Irina Poenaru sono artisti che hanno alle spalle anni e anni di studi ufficiali in ambienti accademici e curriculum di grande rilievo. Ovviamente le differenze anagrafiche fanno sì che i trascorsi artistici di Tomsa abbiano spessore maggiore della più giovane Irina Poenaru, che però ha già ampiamente dimostrato l’alto livello delle sue capacità espressive e il grado di conoscenza delle tecniche esecutive.
L’affresco è opera che dura nel tempo, e che per le caratteristiche di stabilità e di fissazione dei colori rappresenta un autentico valore che può attraversare i secoli, e che è in grado da una parte di conferire interesse, prestigio, bellezza a qualunque ambiente e dall’altra di rappresentare un importante investimento.

(Alfredo Mariani)

Artmajeur

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