Aggiunto il 8 feb 2004
" La tensione cromatica esistente nelle opere di Guido Vian si ripercuote nello spettatore. Certi valori poetico-pittorici si esprimono con una intensità inconsueta e una verità non comune pervade i suoi risultati. Volti e paesaggi, testimonianze di una vita. Venezia è quasi sempre lo sfondo ‘psicologico’ di Vian. Una Venezia non ufficiale, ma dimessa si concretizza con amore sulla tela, prende forma ed evidenza, prende vita e significato. Vian desidera comunicare, parlare; la sua poesia non si esaurisce solo nello stimolo pittorico, ma vuole partecipare dell’emozione costante che è malgrado tutto, vivere. Accettiamo dunque questa lezione di dialogo ‘in progress’ sperando che ai giorni bui dei nostri anni, si giunga a una armonia diversa, dialogica, d’amore non teologico, piramidale, ma umanissimo, l’ecce homo, insomma. E il nostro tempo così avaro, ha bisogno di ‘pietas’ e di ridare anche dignità all’uomo."
Poeta Prof. Mario Stefani - 1976
" Le più recenti pitture di Guido Vian rivelano la maturità espressiva di questo artista veneziano. Sono in genere figure femminili, campite con gusto che capta certe seduzioni simboliste e liberty. Il colore vi è caldo e chiaro; elegante la modulazione lineare; tenere certe stesure di rosa e di gialli. Il ‘clima’ in cui queste composizioni vivono è - direi - vagamente francese, tra Matisse e Bonnard; ma la grazia acerba e seducente che la pervade rientra in una personale dimensione dell’esistere, cioè in una fantasia dolcemente modulata, flessuosa, elegante, venezianamente nostalgica. Piace proprio questa aurorale acerbità, tanto più che si contrappone alla troppe sofisticazioni della cultura d’oggi. Ecco il senso, a mio avviso, dell’operazione che Vian da qualche tempo va perseguendo: quella di ricondurre l’esperienza pittorica dalla storia alla natura, cioè dall’esterno (l’enorme repertorio culturale sul nostro tempo) all’interno (emozioni dell’animo, sensibilità individuale); se talora gli echi decorativi prevalgono e gli stilemi più raffinati si risentono chiaramente, il riscatto vien dato proprio dalla ‘verginità’ della visione. Piace proprio quel timbro genuino della pittura, quella ‘verve’ fresca e persino ingenua, quella felicità panica che promanano i dipinti. Pittura ‘bionda’ e flessuosa, quindi; sapiente e nel contempo spontanea. Lo scenario è quello della immaginazione, ma le figure sono tratte da un’osservazione diretta del mondo. La donna, la sua grazia un po’ maliziosa e sensuale, il gesto elegante, la veste colorata e trapunta d’oro, l’accenno di un paesaggio di sogno, le stesure ricche e squillanti di colore: tutto ciò Vian lo assimila con una sorta di goloso piacere. È il gusto della pittura- pittura gioco e seduzione."
Critico d’Arte Dott. Paolo Rizzi - 1983
" Il colore in Guido Vian non è un tramite, ma un assoluto, un valore con cui comunicare agli altri, donandosi completamente. Avverte il pittore la grazia dei gesti, degli sguardi, sa godere dei fiori, non solo come tali, ma come composizioni, come momenti lirici vivaldiani. La sua pittura è la miglior prova di questa sua sensibilità profonda e quotidiana, e la sua capacità di ricordare la vita si avverte spesso nelle sue tele, nei suoi momenti ‘poetici’, dove il tempo si colloca come stato d’animo sedimentato e concluso in brevi ed intensi spazi augurali. Augurio inteso come lo comprendevano e lo intendevano i latini, momento propiziatorio felice e continuo. Certi suoi volti stilizzati, fonemi di una nuova lingua compiuta, sono bizantinamente perfetti e piacevoli non solo alla vista ma quasi all’ascolto. Vian è innamorato dell’arte e della pittura e a volte la divina e cieca Musa si commuove e lo bacia, rendendo il suo prodotto più elegante e fine, più maturo, più degno, insomma, di essere ricordato!"
Poeta Prof. Mario Stefani - 1983
Galleria d’Arte Questarte - Dolo (VE)
"Le donne sono in questa mostra le figure simboliche in un mondo estatico e incorruttibile, misterioso ed affascinante, dove lo stesso paesaggio pare inclinarsi in un sogno che ha come radice comune l’assorto silenzio. Le figure femminili di questo artista hanno uno stile tutto diverso, per cui l’espressione vive di una promessa, di una enigmatica impassibilità che prelude ad eldoradi inesplorati."
Poeta Prof. Mario Stefani - Il Gazzettino 1985
Centro d’Arte San Vidal - Venezia
" Ecco la donna di fronte a noi: seducente e dolce, fresca e misteriosa. L’artista la coglie senza remore, delineandone le graziose movenze, magari mentre suona il violino o si distende languida senza veli. È una pittura di lontani echi neo-quattrocenteschi, gentile e nel contempo maliziosa. Tutto si trasfigura; e non sorprende che, ad un certo momento, il volto di una giovin donna diventi quello di un metafisico manichino."
Critico d’Arte Dott. Paolo Rizzi - 1994