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"L’artista futuro supererà l'idea deprimente dell'irreparabile divorzio tra Azione e Sogno" Critica [...]
"L’artista futuro supererà l'idea deprimente dell'irreparabile divorzio tra Azione e Sogno"
Critica d’Arte presentata
Sul Regista Artista pittore Michael M.Deeley)
dal Prof. Barsciglié Giuseppe Critico Scrittore e Poeta.
PREFAZIONE
La funzione della critica è sempre stata controversa, definita in modi diversi dalla modernità e revisionata a più riprese in passato parallelamente al mutare del concetto di arte: accusata di volta in volta di voler imporre una sua visione dell'opera, di fare della semplice storiografia, di svolgere un'attività di parte a favore di alcuni artisti, di involversi in intellettualismi indecifrabili per i destinatari, la critica moderna, nella generale confusione dei valori e nell'attuale carenza di parametri di riferimento, si è spesso assunta, a torto o a ragione, il compito di discriminare ciò che è arte da ciò che-non-lo-è. Parlare poi di un vero amico forse è cosa arduamente difficile se lo si conosce bene. Descrivere l’amico sotto la simbiosi in forma critica dell’essere esso anche un artista nonché scenografo e regista… allora è più arduo ancora!Discuterò con il mio “sacrosanto “EGO” dell’uomo artista Michael Manuel Deeley, presentando un non semplice pittore ma quel qualcuno che ha saputo dare di se a testa alta ma con modestia e senza mai chiedere se non il giusto.
…..Ecco la definitiva rottura dei rapporti culturali con i precedenti valori estetici dove la ricerca di nuove tecniche formali e la tendenza va verso l'abbandono del figurativismo e nascita di vari movimenti artistici nel segno di un rinnovato rapporto fra l'arte e la realtà.
In Michael Deeley Manuel,
"L'essenza della tecnica non è niente di tecnico è per questo che la riflessione essenziale sulla tecnica e la spiegazione decisiva con essa devono avere luogo in un dominio che da una parte sia assimilato all'essenza della tecnica e dall'altra non sia fondamentalmente diverso da esso. L'Arte è un simile dominio…..". (Martin Heidegger)
L'arte moderna, della quale oggi mi interesso discutere tratterà il conscio e la mnemosi di un grande regista-artista,figlio diretto di “Michael Deeley, produttore cinematografico di ben trentasei film tra i quali un Oscar vinto per il film Blade Runner e, Il Cacciatore interpretato dall’attore Robert De Niro”.Bene,il figlio Manuel Michael Deeley, trattato criticamente oggi,nel campo artistico dal Critico d’Arte Barsciglié Giuseppe il quale lo segue già dai suoi primi esordi quasi Fanciulleschi.
Oggi, tratterò il materialismo pittorico di Manuel Deeley, il cui ciclo si può convenzionalmente chiudere con gli anni '84/87 (il dopo può essere spiegato con più naturalezza dell’ arte sua contemporanea), è, per molti versi, una vicenda tuttora è talvolta estremamente difficile nel dare giudizi critici: oltre tutto, si tratta di un periodo, per quel che riguarda l'arte, ma in genere tutta la nostra vita.
L’artista Manuel Michael Deeley viene caratterizzato da una veloce evoluzione, da grande specializzazione e diffusione dei mezzi tecnici e dei mezzi di comunicazione, da una crescente industrializzazione cinematografica “paterna”, e, da una forte spinta consumistica oltre dalla commercializzazione di valori mercificati, spesso falsati ed impediti nel loro sviluppo autonomo Quel che appare evidente è che l'arte di Deeley Junior nei decenni susseguenti la Sua difficile vita a volte caratterizzata da una lacerazione nei confronti del passato e un po’ anche recente che, bene o male, propone ancora in un linguaggio intessuto di linee, colori e forme, riferibile, seppur tenuamente, ai valori plastici e pittorici dei movimenti avanguardistici.
E' difficile individuare, dagli anni ottanta e novanta in poi, correnti o movimenti omogenei e programmati, così come è difficile, se non impossibile, applicare alle arti visive, e non solo ad esse, gli stessi parametri di giudizio fino ad allora usati, tanto radicalmente, da quegli anni, sono cambiati i mezzi espressivi e spesso anche i materiali utilizzati: eterogenei, inusuali, non ortodossi, usati per la loro carica simbolica o demistificatoria, per opere che vogliono esprimere un nuovo modo di vedere il mondo anche un po’ troppo mistico. Non nutriamo essenze sentimentalistiche di un passato tra “Ippy e Figli dei Fiori” ma nutriamo in grembo del nostro stato d’animo forte di ricordi che a volte vengono guastati da questo troppo avanzato ardire nel confronto tra di essi. Ogni artista è dì per se un artista e l’arte nasce dal sentimento di ogni uomo e non da copisti e sentirsi artisti a tutti i costi e in tutti i modi.
Noi Siamo e restiamo artisti veri in innumerevoli varianti dei suoi atteggiamenti fondamentali e con un nuovo carattere di internazionalismo tutto nostro.
Posso comunque affermare e dire che tutta la produzione artistica dell'ultimo periodo dell'arte moderna del pittore Michael Deeley Manuel non ha dell’ abbandono del figurativismo postimpressionista a favore di un generale astrattismo e concettualismo che viene tradotto e adottato oggi in linguaggi diversi, dando poi origine, ad alcune correnti identificabili a grandi linee: noi viviamo quest'arte gestuale e segnica, informale, che comprende anche l'action painting e il tachisme, riconducibile agli studi su Hartung, Capogrossi, Pollok, Kline e lo stesso Barsciglié ed a molti altri, talvolta con caratteri calligrafici e riferimenti pittografici spesso di origine orientale danno vita all’essere Uomini di purezza artistica perché osannata dal cuore e da una mente eccentrica; un'arte materica, che si avvale di materiali diversi che finiscono per diventare essi stessi tema espressivo dell'opera, come ad esempio nelle opere di Burri, Tapies, Fontana, Rothko; la pop art, che innesta nel prodotto artistico.
Lo stesso materiale di rifiuto o l'oggetto d'uso comune, in nome di un connubio tra prodotto d'elite e prodotto di consumo,ad esempio rappresentata principalmente da Jim Dine e Andy Warhol; un'arte concettualista , che ha come fine l'espressione dell'idea (anche nei modi dell'art language, della land art, della body art italiana come nel ricordare il Maestro oltre che mio insegnante Prof.Giuseppe De Siato dell’ISA Palizzi di Napoli,(1968) dell'arte povera), privilegiando l'aspetto dell'attività creativa piuttosto che quello più propriamente estetico; il neo-concretismo, per un'arte quasi artigianale che utilizza effetti cromatici e formali fine a se stessi, in nome dell' arte per l'arte.
Parallelamente alla pittura di Michael Deeley Manuel, anche la scultura ha scoperto nuovi mezzi espressivi, inserendo nell'opera scultorea elementi nuovi, il colore, ad esempio, o elementi mobili (studiando anche le opere di Alexander Calder), utilizzando materiali insoliti, oggetti di recupero, sempre volta alla rappresentazione plastica di una spazialità intrinseca alla forma, per l'affermazione del rinnovato rapporto tra mezzo espressivo e spazio racchiuso in una materialità effimera.
Nella estrema varietà dei linguaggi artistici che egli esprime in questo periodo di assestamento e di passaggio per tutta la realtà sociale e culturale, è possibile individuare degli estremi, in opere di rigorosa purezza e opere di totale contaminazione, che tuttavia rappresentano la stessa risposta alla stessa situazione: l'incertezza davanti alla possibilità dell'arte di esprimere ancora, come sempre, lo spirito del tempo. Lo stesso Barsciglié esprime in questa sua critica,finanche la vita di se stesso a stretto contatto con personaggi del mondo sociale,culturale,politico compreso stralci di vita quotidiana di personaggi e amici dello spettacolo così definiti (vip) da dove ne trae fuori materia su materia parole e fatti eclatanti di nuove idee correnti proprio dove, come lui stesso afferma al di là dell’essere un eccellente critico d’arte e non meno artista poliedrico,consapevole delle molteplicità naturali che gli si sprigiona da un sensore multiplo e proprio in questo marchio indelebile e tangibile esprime il suo inestimabile sapere dell’arte pura di Michael Deeley Manuel. Artista Uomo quale nel solo essere unico a se rientra in quel che un modestissimo e reale artista può dare di se:La Vera Arte e il più delle volte dando di se e per gli altri la pura essenza della verità parlando della contemporaneità senza sottigliezze ambigue e di falso mercato.
Ecco che l'artista si trova così davanti a due scelte opposte, o rituffarsi nella realtà, ricercandone e migliorandone la materialità e la fisicità, o ritirarsi in una sorta di torre d'avorio estraniandosi dal mondo… ed ecco riconoscere l’Uomo Artista “Michael Manuel Deeley” nel rimanere alla prima scelta come me. Come pochi veri artisti
Barsciglié Giuseppe ©®
(firma registrata)
Critica d’Arte presentata
Sul Regista Artista pittore Michael M.Deeley)
dal Prof. Barsciglié Giuseppe Critico Scrittore e Poeta.
PREFAZIONE
La funzione della critica è sempre stata controversa, definita in modi diversi dalla modernità e revisionata a più riprese in passato parallelamente al mutare del concetto di arte: accusata di volta in volta di voler imporre una sua visione dell'opera, di fare della semplice storiografia, di svolgere un'attività di parte a favore di alcuni artisti, di involversi in intellettualismi indecifrabili per i destinatari, la critica moderna, nella generale confusione dei valori e nell'attuale carenza di parametri di riferimento, si è spesso assunta, a torto o a ragione, il compito di discriminare ciò che è arte da ciò che-non-lo-è. Parlare poi di un vero amico forse è cosa arduamente difficile se lo si conosce bene. Descrivere l’amico sotto la simbiosi in forma critica dell’essere esso anche un artista nonché scenografo e regista… allora è più arduo ancora!Discuterò con il mio “sacrosanto “EGO” dell’uomo artista Michael Manuel Deeley, presentando un non semplice pittore ma quel qualcuno che ha saputo dare di se a testa alta ma con modestia e senza mai chiedere se non il giusto.
…..Ecco la definitiva rottura dei rapporti culturali con i precedenti valori estetici dove la ricerca di nuove tecniche formali e la tendenza va verso l'abbandono del figurativismo e nascita di vari movimenti artistici nel segno di un rinnovato rapporto fra l'arte e la realtà.
In Michael Deeley Manuel,
"L'essenza della tecnica non è niente di tecnico è per questo che la riflessione essenziale sulla tecnica e la spiegazione decisiva con essa devono avere luogo in un dominio che da una parte sia assimilato all'essenza della tecnica e dall'altra non sia fondamentalmente diverso da esso. L'Arte è un simile dominio…..". (Martin Heidegger)
L'arte moderna, della quale oggi mi interesso discutere tratterà il conscio e la mnemosi di un grande regista-artista,figlio diretto di “Michael Deeley, produttore cinematografico di ben trentasei film tra i quali un Oscar vinto per il film Blade Runner e, Il Cacciatore interpretato dall’attore Robert De Niro”.Bene,il figlio Manuel Michael Deeley, trattato criticamente oggi,nel campo artistico dal Critico d’Arte Barsciglié Giuseppe il quale lo segue già dai suoi primi esordi quasi Fanciulleschi.
Oggi, tratterò il materialismo pittorico di Manuel Deeley, il cui ciclo si può convenzionalmente chiudere con gli anni '84/87 (il dopo può essere spiegato con più naturalezza dell’ arte sua contemporanea), è, per molti versi, una vicenda tuttora è talvolta estremamente difficile nel dare giudizi critici: oltre tutto, si tratta di un periodo, per quel che riguarda l'arte, ma in genere tutta la nostra vita.
L’artista Manuel Michael Deeley viene caratterizzato da una veloce evoluzione, da grande specializzazione e diffusione dei mezzi tecnici e dei mezzi di comunicazione, da una crescente industrializzazione cinematografica “paterna”, e, da una forte spinta consumistica oltre dalla commercializzazione di valori mercificati, spesso falsati ed impediti nel loro sviluppo autonomo Quel che appare evidente è che l'arte di Deeley Junior nei decenni susseguenti la Sua difficile vita a volte caratterizzata da una lacerazione nei confronti del passato e un po’ anche recente che, bene o male, propone ancora in un linguaggio intessuto di linee, colori e forme, riferibile, seppur tenuamente, ai valori plastici e pittorici dei movimenti avanguardistici.
E' difficile individuare, dagli anni ottanta e novanta in poi, correnti o movimenti omogenei e programmati, così come è difficile, se non impossibile, applicare alle arti visive, e non solo ad esse, gli stessi parametri di giudizio fino ad allora usati, tanto radicalmente, da quegli anni, sono cambiati i mezzi espressivi e spesso anche i materiali utilizzati: eterogenei, inusuali, non ortodossi, usati per la loro carica simbolica o demistificatoria, per opere che vogliono esprimere un nuovo modo di vedere il mondo anche un po’ troppo mistico. Non nutriamo essenze sentimentalistiche di un passato tra “Ippy e Figli dei Fiori” ma nutriamo in grembo del nostro stato d’animo forte di ricordi che a volte vengono guastati da questo troppo avanzato ardire nel confronto tra di essi. Ogni artista è dì per se un artista e l’arte nasce dal sentimento di ogni uomo e non da copisti e sentirsi artisti a tutti i costi e in tutti i modi.
Noi Siamo e restiamo artisti veri in innumerevoli varianti dei suoi atteggiamenti fondamentali e con un nuovo carattere di internazionalismo tutto nostro.
Posso comunque affermare e dire che tutta la produzione artistica dell'ultimo periodo dell'arte moderna del pittore Michael Deeley Manuel non ha dell’ abbandono del figurativismo postimpressionista a favore di un generale astrattismo e concettualismo che viene tradotto e adottato oggi in linguaggi diversi, dando poi origine, ad alcune correnti identificabili a grandi linee: noi viviamo quest'arte gestuale e segnica, informale, che comprende anche l'action painting e il tachisme, riconducibile agli studi su Hartung, Capogrossi, Pollok, Kline e lo stesso Barsciglié ed a molti altri, talvolta con caratteri calligrafici e riferimenti pittografici spesso di origine orientale danno vita all’essere Uomini di purezza artistica perché osannata dal cuore e da una mente eccentrica; un'arte materica, che si avvale di materiali diversi che finiscono per diventare essi stessi tema espressivo dell'opera, come ad esempio nelle opere di Burri, Tapies, Fontana, Rothko; la pop art, che innesta nel prodotto artistico.
Lo stesso materiale di rifiuto o l'oggetto d'uso comune, in nome di un connubio tra prodotto d'elite e prodotto di consumo,ad esempio rappresentata principalmente da Jim Dine e Andy Warhol; un'arte concettualista , che ha come fine l'espressione dell'idea (anche nei modi dell'art language, della land art, della body art italiana come nel ricordare il Maestro oltre che mio insegnante Prof.Giuseppe De Siato dell’ISA Palizzi di Napoli,(1968) dell'arte povera), privilegiando l'aspetto dell'attività creativa piuttosto che quello più propriamente estetico; il neo-concretismo, per un'arte quasi artigianale che utilizza effetti cromatici e formali fine a se stessi, in nome dell' arte per l'arte.
Parallelamente alla pittura di Michael Deeley Manuel, anche la scultura ha scoperto nuovi mezzi espressivi, inserendo nell'opera scultorea elementi nuovi, il colore, ad esempio, o elementi mobili (studiando anche le opere di Alexander Calder), utilizzando materiali insoliti, oggetti di recupero, sempre volta alla rappresentazione plastica di una spazialità intrinseca alla forma, per l'affermazione del rinnovato rapporto tra mezzo espressivo e spazio racchiuso in una materialità effimera.
Nella estrema varietà dei linguaggi artistici che egli esprime in questo periodo di assestamento e di passaggio per tutta la realtà sociale e culturale, è possibile individuare degli estremi, in opere di rigorosa purezza e opere di totale contaminazione, che tuttavia rappresentano la stessa risposta alla stessa situazione: l'incertezza davanti alla possibilità dell'arte di esprimere ancora, come sempre, lo spirito del tempo. Lo stesso Barsciglié esprime in questa sua critica,finanche la vita di se stesso a stretto contatto con personaggi del mondo sociale,culturale,politico compreso stralci di vita quotidiana di personaggi e amici dello spettacolo così definiti (vip) da dove ne trae fuori materia su materia parole e fatti eclatanti di nuove idee correnti proprio dove, come lui stesso afferma al di là dell’essere un eccellente critico d’arte e non meno artista poliedrico,consapevole delle molteplicità naturali che gli si sprigiona da un sensore multiplo e proprio in questo marchio indelebile e tangibile esprime il suo inestimabile sapere dell’arte pura di Michael Deeley Manuel. Artista Uomo quale nel solo essere unico a se rientra in quel che un modestissimo e reale artista può dare di se:La Vera Arte e il più delle volte dando di se e per gli altri la pura essenza della verità parlando della contemporaneità senza sottigliezze ambigue e di falso mercato.
Ecco che l'artista si trova così davanti a due scelte opposte, o rituffarsi nella realtà, ricercandone e migliorandone la materialità e la fisicità, o ritirarsi in una sorta di torre d'avorio estraniandosi dal mondo… ed ecco riconoscere l’Uomo Artista “Michael Manuel Deeley” nel rimanere alla prima scelta come me. Come pochi veri artisti
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