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Daniele Leoni

Ritorna alla lista Aggiunto il 17 apr 2009

DICONO DI ME:

“Daniele Leoni affronta un confronto diretto fra la tradizione artistica – il linguaggio “alto” storico-artistico da cui coglie spunti e citazioni che possono andare fra gli altri da De Chirico a Dada – e un interessante sguardo “basso”, puntato alla realtà quotidiana, ad oggetti banali o usuali, stabilendo con ciò una pratica di collasso di senso di particolare intensità ironica.”
Serena Simoni

“Egli costruisce abilmente un modo diverso ed originale di fare arte.”
“In una società occidentale secolarizzata, dove il relativismo culturale e la perdita di valori sicuri ha portato l’arte a farsi una formidabile interprete di tendenze lontane dalla logica del quadro e dalla scultura tradizionale, Daniele Leoni, che si autodefinisce proprio pittore e non artista, cerca invece, in modo semplice ed essenziale, un contatto genuino con l’Assoluto.”
Filippo Trerè


“E' raro trovarsi di fronte ad un'arte che al primo istinto, sguardo appare del tutto confusa, quasi come se l'artista stesso fosse come inconsciamente prigioniero del suo potere verso la sua arte,
impossibilità a manifestare propriamente la sua corrente, mano ed invece attorniarsi di così tanti percorsi alcuni decisamente che si cozzano male con quello che poi Daniele Leoni è riuscito con caparbietà a far venire a galla. Da tutti questi aspetti si genera difatti alte personali capacità ironiche, scenografiche e finalmente anche dipinti che ci possono far quasi sorridere, ad esempio si vedano i lavori “Calendari vs calendari d'arte del mese di Gennaio dove si vedono il gruppetto primario che era in realtà presente nel famosissimo dipinto “le déjuner sur l'herbre” di Manet, qui per altro la donna è vestita,come pure anche un altro mese quello con la statua vicino all'asse da stiro, che cos'ì tenacemente rammenta la venere degli stracci di Pistoletto , l'apoteosi di questo tipo di fare analiticamente pittura si ritrova presso il dipinto “Wonderkammer” giocato anche qui non solo da un sapiente taglio incisivo e pre fumettistico, ma
superando il lavoro ed immettendo l'icona di wounder wowan, cercando così di fare una riuscita similitudine tra essi. Ma Daniele Leoni sconfina aulicamente regalandoci con estrema bravura
un'opera d'arte ovvero”Una sidrome, la sindrome di sthendhal” regalandoci aulici sensazioni,ma anche giurandoci di continuare a regalarci lavori simili, giocati sull'abilità tecnica artistica e sul lato ironico. Se Daniele Leoni realmente comprendesse di avere una via aperta all'arte e che è quindi ora tempo di darsi da fare con essa.!!!!!”
Valeria S.Lombardi

ArtMajeur

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