Angelo Casati nasce a Lurago d’Erba (Co) nel 1915. Brianzolo d’origine, sceglie la Toscana per i suoi studi in campo artistico, diplomandosi sia a Firenze che all’Accademia di Carrara. Per tutta la vita poi abbina la professione di insegnante ad una prolifica attività artistica che lo porta, attorno al 1940, a frequentare il gruppo La Rotonda, assieme al pittore Walter Pozzi e ad altri giovani emergenti.
Nel dopoguerra si impegna con opere complesse, spesso realizzate in pietra di Vicenza, come il Monumento a Don Carlo Gnocchi (Inverigo, Rotonda del Cagnola, 1959-1965), i monumenti ai Caduti di Mariano Comense (1966) e di Arosio (1984-1986), tutti costituiti da parallelepipedi di diverse dimensioni, i cui lati vengono istoriati con un personalissimo stile che al segno moderno unisce, nell’impaginazione spaziale, un richiamo all’arte medioevale.
Fra il 1955 e il 1965 si occupa in modo particolare di ceramica e si lascia tentare dalle soluzioni formali dell’astrattismo. Scompare nel 1997 a Inverigo (Co).
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Categorie: artisti italiani contemporanei.
Domini artistici:
Disegno.
Artista rappresentato da NovAtlantis FLAI.
Tipo di account:
Artista,
iscritto dal 2021 (Paese di origine Italia).
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Valutazione dell'artista, Biografia, Studio dell'artista:
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Biografia
Angelo Casati nasce a Lurago d’Erba (Co) nel 1915. Brianzolo d’origine, sceglie la Toscana per i suoi studi in campo artistico, diplomandosi sia a Firenze che all’Accademia di Carrara. Per tutta la vita poi abbina la professione di insegnante ad una prolifica attività artistica che lo porta, attorno al 1940, a frequentare il gruppo La Rotonda, assieme al pittore Walter Pozzi e ad altri giovani emergenti.
Nel dopoguerra si impegna con opere complesse, spesso realizzate in pietra di Vicenza, come il Monumento a Don Carlo Gnocchi (Inverigo, Rotonda del Cagnola, 1959-1965), i monumenti ai Caduti di Mariano Comense (1966) e di Arosio (1984-1986), tutti costituiti da parallelepipedi di diverse dimensioni, i cui lati vengono istoriati con un personalissimo stile che al segno moderno unisce, nell’impaginazione spaziale, un richiamo all’arte medioevale.
Fra il 1955 e il 1965 si occupa in modo particolare di ceramica e si lascia tentare dalle soluzioni formali dell’astrattismo. Scompare nel 1997 a Inverigo (Co).
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