Adriano Pasquali
Nato in provincia di Verona, ho frequentato la Scuola di Grafica con Albe Steinar.
Il mio lavoro si sviluppa tra collages e pittura.
Dal 2002 organizzo e partecipo a progetti di Mail Art. Inizia nel frattempo un’attività espositiva presso lo spazio d’arte Piscina Comunale: spazio curato da me che intende avere un occhio di riguardo per i giovani artisti.
Adriano Pasquali è un artista milanese, parlando di sé dice: "…dico che non ho biografia, che forse ho 50 anni, anzi 52, che ho studiato grafica con Albe Steiner, che mi piace la birra con la Sambuca, che mi taglio i capelli da solo, che guido una macchina giapponese di 10 anni, che mi piace Paolo Conte, che lavoro 12 ore al giorno, (ma dove trovo il tempo di dipingere?), ma anche sogno 12 ore al giorno, che dico di non saper disegnare, di non saper leggere, che devo togliere il dente del giudizio e che sapere che i miei lavori saranno guardati mi emoziona sempre".
Adriano Pasquali è anche l’ideatore dell’azione di mail - art “La Copia” in cui hanno partecipato ottanta artisti provenienti da tutto il mondo. Sempre per la mail - art ha organizzato e curato, insieme a Paolo Barrile, “Messaggio terra 2003”, presenti centoventi artisti tra i quali Pierre Restany, venuto a mancare di recente, la mostra è andata in itinere in molte città italiane ed estere.
Scopri opere d'arte contemporanea di Adriano Pasquali, naviga tra le opere recenti e acquista online. Categorie: artisti italiani contemporanei. Domini artistici: Pittura. Tipo di account: Artista , iscritto dal 2005 (Paese di origine Italia). Acquista gli ultimi lavori di Adriano Pasquali su ArtMajeur: Scopri le opere dell'artista contemporaneo Adriano Pasquali. Sfoglia le sue opere d'arte, compra le opere originali o le stampe di alta qualità.
Valutazione dell'artista, Biografia, Studio dell'artista:
ADRIANO PASQUALI • 20 opere
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Biografia
Nato in provincia di Verona, ho frequentato la Scuola di Grafica con Albe Steinar.
Il mio lavoro si sviluppa tra collages e pittura.
Dal 2002 organizzo e partecipo a progetti di Mail Art. Inizia nel frattempo un’attività espositiva presso lo spazio d’arte Piscina Comunale: spazio curato da me che intende avere un occhio di riguardo per i giovani artisti.
Adriano Pasquali è un artista milanese, parlando di sé dice: "…dico che non ho biografia, che forse ho 50 anni, anzi 52, che ho studiato grafica con Albe Steiner, che mi piace la birra con la Sambuca, che mi taglio i capelli da solo, che guido una macchina giapponese di 10 anni, che mi piace Paolo Conte, che lavoro 12 ore al giorno, (ma dove trovo il tempo di dipingere?), ma anche sogno 12 ore al giorno, che dico di non saper disegnare, di non saper leggere, che devo togliere il dente del giudizio e che sapere che i miei lavori saranno guardati mi emoziona sempre".
Adriano Pasquali è anche l’ideatore dell’azione di mail - art “La Copia” in cui hanno partecipato ottanta artisti provenienti da tutto il mondo. Sempre per la mail - art ha organizzato e curato, insieme a Paolo Barrile, “Messaggio terra 2003”, presenti centoventi artisti tra i quali Pierre Restany, venuto a mancare di recente, la mostra è andata in itinere in molte città italiane ed estere.
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Nazionalità:
ITALIA
- Data di nascita : 1952
- Domini artistici:
- Gruppi: Artisti Italiani Contemporanei
Eventi d'arte in corso e a breve
Influenze
Formazione
Valore dell'artista certificato
Realizzazioni
Attività su ArtMajeur
Ultime notizie
Tutte le ultime notizie dall'artista contemporaneo Adriano Pasquali
MESSAGGIO TERRA 2003
VIA FED. D'ARAGONA, 4
ASSOCIAZIONE SOCIO ARTISTICO CULTURALE
RAGGIO VERDE
VIA FED. D’ARAGONA,4 – LECCE
Paolo Barrile e Adriano Pasquali
Presentano
Messaggio terra 2003
Cosa lasceremo?
Message earth 2003
What will we leave behind
114 artistis of 39 Countries
Arte amplificata
Dall’ 1 al 10 maggio
Nelle sale del Raggio Verde
L’OFFICINA DELLA PAROLA, IL LABORATORIO SPERIMENTALE DEL RAGGIO VERDE, ALLA PROTESTA DEL 1° MAGGIO OPPONE LA PROPOSTA CON L’AZIONE PERFORMATIVA: “ COSA LASCEREMO? UN GIOVEDÌ DI PASSIONE!”
TESTI E VOCI DI: MARTA AMPOLO, AMBRA BISCUSO, DANIELA CECERE, FRANCESCA CHIRONE, ROSANNA GESUALDO, ANDREA LAUDISA, MIMMO MARSEGLIA, LUCA NICOLI’, IVAN SERRA
PEDRO FIORI, 1999
A PAOLO BARRILE
3.1. “Messaggio terra” 7.10.3.
Sanguina di bestialmente
Si squartano il cuore.
Resuscita ensangrental
Di crocefiggono i sogni
E adesso è l’acqua il fuoco
E la parola non dirà mai
E di colpo la morte muore.
“Metafisiche scritture” 0.3.
Pedro Fiori
Milano 16 novembre 1999
A Paolo Barrile
l
COSA LASCEREMO? UN GIOVEDÌ DI PASSIONE.
Violino – Timbro i lombrichi ad uno ad uno nerandoli per il mio interesse. E mentre chi mi guarda sbava di lussuria, incollo francobolli per spedire lettere ad un mondo sbranato dai concetti. Il concetto gira ma non il silenzio che sfonda di rumore i muri visti nella storia e così dico amen e Gesù risorge il 3° giorno dopo il casino.
Cosa lasceremo? 8 aprile un giovedì di passione!
Guardando negativi e positivi di lastre delle mie ossa vomito pensando a cosa ho mangiato, salame di Milano, o Napoli? Giro l’Italia con in tasca il passaporto per l’Europa ho la carta d’identità per riconoscermi nel vuoto di nessuno. Un altro piatto di cavi elettrici e nel black out mi masturbo viaggiando nei seni di tv spente e cellulari ricaricati dai mattoni di the wall, allago di sperma le lenzuola della sconosciuta fantasia. Mi alzo bagnato, sudato e asciutto in bocca. Tra i denti un pelo… di gatto. Un vortice di spettacoli rossi come le lacrime di angurie bucate dai denti. Riappare la luce, il mio computer fa bip e il frigo si riaccende e mi ricordo del dito nascosto dietro il figlio di una grana sgranato da pixel giganti seduti davanti al cesso per pisciare di fuori. Attenzione fare centro e lasciare pulito dagli schizzi. Cazzo cazzo la doccia non funziona ma il carburatore si. Allora la moto canta la- ta-ta-ta-ta la-ta-ta-ta ed io scivolo nella notte dei bambini perversi che prima stuprano e poi uccidono le bambole piccole formose. Da non sottovalutare le bambole loro ti catturano e ti regalano momenti oscuri di cartoni finiti dai cinesi per il mondo di stivali a punta e dolce e gabbana nella sfilata della gente che entra ed esce dalla chiesa per nascere e morire….ancora
The black flower – Crocefiggo i sogni....
la parola che non dirò mai...
.è parola d’acqua....
è parola liquida....
che scivola dentro...
ino alle dita dei piedi....
è parola liquida...
he resta sul fondo delle scarpe..
.e le rende pesanti...
e non mi fa andare......
Andrea - ….volere, volare
sapere sparare
sperare….
….aspiro a spirali
verticali
menomate
meno matematiche
e grammatiche
di una fila inutile
che gravita gravida
tra le pietre cremose.
Ho saputo
Che ciò che è sparito
Era sparuto…
The black flower- tra le tue pietre cremose
Che non hanno bisogno di grammatiche
Le spirali verticali sono sparite
Gli spari lasciano
Gravide gravità che
Non mi accolgono
The black flower- le pietre cremose
Se me le lanci contro
Mi si spalmano sul viso come una carezza
Andrea - vendo buchi alle mani
Che fanno paura,
e sangue da pagina vuota….
Buchi e becchi di becchini
E una sete santa stenta
A farsi largo tra panni sudati
E penne-soldati…
Incidiamo i morti sulle pietre mobili,
attraverso il verso
madido e sadico…
e troppo rapido
La stregadeisassi - “Ho un’ala d’angelo ed una di pipistrello ed il mio corpo contiene lo spirito grave che si alza con il primo refolo della sera alla ricerca di demoni dal becco adunco ed occhi acuti. Volo, ma la fune che trattengo tra le mani mi riporta sulla terra. Ho visto becchini avvicinarsi alla mia tomba, capitano mio capitano, li ho visti scardinare la lapide del ricordo incisa con lettere d’oro, li ho visti spaccare l’intonaco e mettere fuori le pietre dietro cui nascondevo la bara del ricordo, li ho visti con il sacco bianco in mano, su cui era scritto “rifiuti da esumazione”, infilare frammenti decomposti delle mie radici, li ho visti aprire lo zinco che mi celava e mi hanno vista ….con le orbite vuote cercare la luce, li ho visti frugare nel mio ultimo letto e cercare le mie ossa tra i resti marciti del mio abito da sposa, li ho visti con i resti del mio corpo d’amore tra le mani e li ho visti posarli in uno scrigno di zinco, e mi sono vista toccata da un pallido raggio di sole mentre una nuova tenebra si apriva per richiudersi subito dopo su di me. Sono qui distesa nella mia fossa e sento la pressione della terra sul mio ventre, sento la zolla di terra aprirsi come roccia sulle mie cosce nude, sento la pala scandire il battito della mia angoscia mentre cerco di sotterrare amori e amanti colti e appassiti ed intanto intingo le mani nell’acqua e mi lavo della terra che ferisce i miei occhi e vedo un falco che rotea nel cielo e vedo un corvo che cerca i miei intestini, e vedo un capitano con i bottoni d’oro cercarmi tra il respiro dei sassi e mi vedo con la maschera della morte, allora non aspetto, la strappo e strappo il ricordo e grido la sua morte e giuro che proprio ora, in questo momento, cancello la sua esistenza. Mi aggrappo con le unghie e risalgo la fossa e con gli occhi aperti e la bocca chiusa afferro per la coda l’arcobaleno, mi tuffo nell’arancio e volo nel blu, afferro il verde e mi trucco di violetto, tingo di giallo i miei capelli e coloro di rosso la mia anima, mi siedo nel bianco di una nuvola e aspetto la notte seduta sulla luna. Legata da nuvole, con il capo reclinato guardo le rimanenze di umanità e le parole muoiono crocefisse sulla croce dei sogni, nell’attesa di dogmi che non accetto. Le farfalle che ho nel cuore vivono 24 ore, troppo a lungo sono stata larva allora vivo l’attimo e muoio colorata”
Demet(e)r(e)a – rinascerò uccello
E poi rosa
E poi farfalla e poi…
E poi ancora acqua
E poi fuoco
Sarò l’aria che lambisce le valli
E le colline.
Feconderò la terra con
Mille pollini
E solo allora
Il tutto
Comprenderà il tutto.
…e la morte dovrà andarsene
perché il suo inganno
sarà svelato….
Seven - Sono nata per me e per un magnifico alchimista che scatena tempeste di cose antiche...sono nata in una notte d'eclissi senza logica.
Audace e complessa apro le porte della mente...paradiso ed inferno oltre l'arco della mia presenza
Sono nata per me ricettacolo di bellezza inconscia al di là della materia, io sono le cose che possiedo e le cose che possiedono me.
Sanguina la bestia, nel cuore crocifissa dal fuoco e dall'acqua.
E di niente la morte crepa, svegliata nel mezzo della notte in un giorno troppo corto.
E di niente la morte è il nome che non so pronunciare in questa settimana di passione in cui proprio tutti viaggiano in prima classe verso una lenta agonia attorno ad una lastra di cristallo sotto il dominio di Mamma Cocaina.
Spara contro il finestrino mentre ognuno è perso nel proprio viaggio nella pietra molle delle mie caverne, spara contro il mio cranio e così nell'aria che muta, il mio cervello andrà ad ingrassare la terra dei vigneti e dei becchini, perchè non colgo più nulla tra le cosce chiuse e le chiappe serrate dei sepolcri imbiancati al di là dell’azzurro che mi cerchia lo sguardo avvolto tra spire di capelli e un amarezza di cielo blu.
La mia bocca è uno scarabocchio infranto sul sorriso smarrito perchè sto riesumando il cadavere delle mie parole lungo i solchi del mio corpo svuotato da una notte bella densa, incrostata dal sedimentarsi di cose passate, di menzogne di latte e miele diluite nel mio Campari e gin.
Io sono legata al cielo da un filo di paura perchè non conosco l'oceano però conosco te.
Ringrazia tu per me perchè sono in viaggio senza una partenza e un arrivo, perchè voglio smarrire chi ho lasciato entrare in stanze senza porte, tra i buchi larghi di pietre tombali in un pomeriggio di maggio in cui non ho voglia di piangere un sudore sadico, lento da eliminare, lento da assorbire, lento ristagno dei miei umori.
Mi copro i capelli con un triangolo di nero e annego vanesia tra nuvole di carne.
Aspiro un bacio cantilenante d'assenza, bevo il suo volto di pagliaccio trafitto al costato e percepisco l'inferno che l'agita e l'accarezzo, senza che se ne accorga, tra i viandanti al di là della porta.
Mi guardano, io guardo loro.
Io, voglio godermela dalla prima classe finché si può con quello che fa lo splendido.
Le sagome si avvicendano e nel loro scorrere mi rimane solo la voglia di godermela fino a quando si può, oltre la parete scrostata di un edificio polveroso e friabile, testimone di cose passate, di urla e passioni di carparo sotto un cielo scomodo, e risa e tumulti di resti che furono umani.
Io, voglio godermela alzando il minimo sino al massimo, finché si può, oltre le altezze dei sogni che possiedo e le stimmate di luci mattutine.
Io, voglio godermela finché a fine serata, riesco ancora a pagare il conto senza trattenute dalla busta paga della mia morte.
Articolo
Nato in provincia di Verona, ho frequentato la Scuola di Grafica con Albe Steinar.
Il mio lavoro si sviluppa tra collages e pittura.
Dal 2002 organizzo e partecipo a progetti di Mail Art. Inizia nel frattempo un’attività espositiva presso lo spazio d’arte Piscina Comunale: spazio curato da me che intende avere un occhio di riguardo per i giovani artisti.
Adriano Pasquali è un artista milanese, parlando di sé dice: "…dico che non ho biografia, che forse ho 50 anni, anzi 52, che ho studiato grafica con Albe Steiner, che mi piace la birra con la Sambuca, che mi taglio i capelli da solo, che guido una macchina giapponese di 10 anni, che mi piace Paolo Conte, che lavoro 12 ore al giorno, (ma dove trovo il tempo di dipingere?), ma anche sogno 12 ore al giorno, che dico di non saper disegnare, di non saper leggere, che devo togliere il dente del giudizio e che sapere che i miei lavori saranno guardati mi emoziona sempre".
Adriano Pasquali è anche l’ideatore dell’azione di mail - art “La Copia” in cui hanno partecipato ottanta artisti provenienti da tutto il mondo. Sempre per la mail - art ha organizzato e curato, insieme a Paolo Barrile, “Messaggio terra 2003”, presenti centoventi artisti tra i quali Pierre Restany, venuto a mancare di recente, la mostra è andata in itinere in molte città italiane ed estere.
Articolo
Collages di Adriano Pasquali
Tra i diversi tentativi di richiami all’ordine di ricostruzioni geometrizzanti, per tutto il ‘900 ( e oggi ancora) si è infiltrata subdola e resistente l’estetica degli avanzi. Collages cubisti, futuristi, dada, espressionisti. Maestro indiscusso Kurt Schwitters. Ma poi si sono viste ancora la pop-art e l’arte povera. Perché, quella che sembrava prima una dissacrante ricerca e poi una moda, è divenuta un modo dell’arte, perdurante e ancora coinvolgente?
Forse perché la nostra è una esasperata società di consumi e di scarti disastrosamente ingombranti.
Scarti che, infine, tuttavia ( bene o male) offrono un paesaggio, suggeriscono una metamorfosi.
Adriano Pasquali, grazie alla sua fervida fantasia analogica (anche onirica) e alla sottile manualità, sa superare un certo generale fastidio per lo scarto (destinato al cestino e alla discarica): è attratto dalla nascosta sensitiva poetica di quei paesaggi e di quelle metamorfosi. Sente, a suo modo, un desiderio d’ordine, anche nella memoria di ciò che si è perduto, e lo vuole ritrovare nella residua energia tanto espressiva degli stessi avanzi. Esalta quella dinamica anarchica componendo oggetti visivi e tattili di lirica tensione. Così, paradossalmente, rinasce alla vita, addirittura alla poesia, un universo tragicamente destinato al macero.
Gio Ferri
Effetti personali
Adriano Pasquali “Cerca di vedere ad occhi aperti”, così come recita un suo collage.
Difatti l’artista in questione non inventa nulla, si limita ad appuntare graficamente ciò che la sua mente ha registrato attraverso uno sguardo aperto appunto, utilizzando una tecnica tra le più comuni ma non tra le più semplici: il collage.
Raccoglie dati, registra eventi, quelli che quotidianamente attraversano i nostri occhi senza lasciare alcuna traccia di memoria, nella sovrabbondanza di informazioni che quotidianamente bombardano il nostro sistema nervoso centrale. Come ognuno di noi Adriano Pasquali è immerso in questa sorta di iperrealismo politico, sessuale e conseguentemente estetico del mondo in cui viviamo, ciò che lo differenzia dai tanti è la capacità di registrare il proprio incontro con il reale filtrandolo dal contesto in cui si esplica; dove per contesto s’intenda l’estetizzazione esasperata e esasperante dell’immagine attraverso ogni mezzo di comunicazione conosciuto – inutile elencarli – in grado di estetizzare persino la produzione più oscena caricandola di segni e significati.
Le operazioni di Pasquali sono essenziali, minime al punto da rimandarci a delle immagini, che se pur ci sono famigliari, private dall’amplificazione mediatica, epurata dall’artista ci appaiono come inedite.
Senz’altro mi sembra quasi di poter azzardare che la reale operazione culturale di Adriano Pasquali, consista nel creare immagini di sintesi che siano in un certo qual modo immuni e distanziate dalla globalizzazione estetica.
Rosanna Gesualdo
Passeggiata tra gli"Effetti personali" di Adriano Pasquali
Novembre 2003
Le opere di Adriano sono finestre da cui riesco a vedere il mondo a leggerlo anche se a volte mi sfugge il senso. Ne percepisco il sentimento su graffiti isolati: “Polemica illustrativa”, c'è scritto in una sua opera.
Si squarcia la tenebra e l'idea spinge tra il nero. Una nuova nascita:“La scrittura è sangue ed il campo è il sangue della scrittura”.
Si scrive in bianco la storia.
Manoscritti velati di bianco per sfuggire alla vista del passante distratto. Si serba il ricordo e si spedisce per pacco nel presente, così si afferma la memoria.
Bianco su bianco su cui è incisa una lettera in rosso…è la storia che cambia o non cambia e si cerca in una data il tessuto del fatto.
Scavo e inizio la ricostruzione, rilevo architetture da comprendere e studio impronte digitali dipinte di rosso, poi vago tra i numeri accatastati ed il mulino bianco…oltre l’apparenza, con la mano trattengo l’attimo.
Un bagliore, in questa notte di stelle cadenti dove lacrime tornano, glaciali, in uccelli di acciaio. Diffida di chi inneggia a pacifiche intolleranze imbrattate con il sangue di giovani eroi che non volevano esserlo e rimangono un cielo appeso nella memoria.
"Sottomesso al segretario alla difesa".
E muoio su bianche rotaie nel nero di un particolare.
"Gioca…coglione!"
Resetto scritture e mi aggrappo a “Stele di rosetta” che annunciano la nuova alba.
Da una porta sfondata entra lo spazio in cui si muovono il mare e le case, prende fuoco il passato, si siede il giovane con la testa di vecchio e penetra in rettangoli dell’essere.
Concetti forano il grigio.
Non basta.
"Per l’amicizia che ci lega nei cerchi dell’infinito".
Scivolano le dita su musiche di carta. Bassa, impetuosa, penetrante, in crescendo…mi afferra, come morsa, e mi batte il martello, arte, amore e fantasia, e forgia la mia anima così posso viaggiare verso universi dove incollo la mia esistenza alla tua. Colgo l’attimo e lacero il pensiero e annego nel blu. E mi prendi o mi prende e sono ruota senza carro al centro di un cielo dove sono appese immagini, collage di noi del nostro vissuto nelle mani dell’altro, e incolli e scrivo e la musica mi avvolge e prendo l’attimo per poi morire e assolvo il lutto dell’assenza mentre nel blu volano aquiloni legati a un faro, e il vento spinge e tutto si scioglie sotto l’impeto dell’acqua che invade la costa e cerchiamo darsene su cui approdare.
Mi accarezzo le corde vocali tese e ascolto chi si parla addosso, ebbro, e inciampa nei suoi piedi.
Ecco, esplode una supernova, ditemi è un chiaro esempio di violenza cosmica, o rivoluzione universale?
E lettere squarciano il buio annientando il "LIMIT".
Segmenti spiano e recitano: “Questione di stile” e vado nel vento della sera e cresco morti bianche da dimenticare.
Spaccatemi il cranio, voglio vedere se escono le stelle!
Ambra Biscuso
LA POESIA DI EVELINA
KONTEMPORANEA 2005
