Tutte le opere di Ademà
Limbo: Piano Oro • 3 opere
Guarda tuttoLimbo: Cromo • 4 opere
Guarda tuttoLimbo: Fairytale • 2 opere
Guarda tuttoLimbo: Noir • 5 opere
Guarda tuttoThe Disguise of the Spirit of the Lawn Grass • 2 opere
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Una parodia di due megalomani, in qualche modo connessi. Il primo è Socrate, un martire della filosofia.[...]
Una parodia di due megalomani, in qualche modo connessi. Il primo è Socrate, un martire della filosofia. E quindi della conoscenza. Vale la pena chiedersi cosa voglia dire conoscenza, e rispondersi con ciò che al mondo cercava di portare Socrate: libertà. E' stato paragonato a Cristo. La differenza, com'è stato detto, è che tutto ciò che sappiamo di Socrate è che è esistito. Brutto, inquietante, ficcanaso, con gli occhi sporgenti e lo sguardo indagatore. Socrate non ha scritto nulla, né ha creato una sorta di setta, come Freud, ma era un rivoluzionario, come si capisce anche dalla chiusura dell'Alcibiade di Platone "Ho paura [...] perché vedo la forza della città", quella di Atene, di cui ha accettato la condanna a morte. Le ultime parole ricordavano ad uno degli affezionati di pagare un debito. Io credo sia stato l'unico filosofo, perché ha lasciato non un sistema di squisite riflessioni, ma un comportamento, uno sguardo, intuito e sensibilità, un metodo per arrivare a qualcosa, che forse è la prima scienza di cui dovremmo occuparci. Ironicamente, credo che il Text to Image, l'arte che uso, si trovi in sintonia. Comunque parliamo della maieutica, Socrate andava in giro a "psicanalizzare" chiunque. Uno per uno, sotto al naso di tutti, pensava di rivoluzionare il mondo, da solo. Per questo, la parodia qui presente è un omaggio, a qualcosa di grande, ad un gesto, lo schiocco di dita del mago che ancora riverbera.
Il secondo megalomane è Freud. La psicanalisi ha ispirato molto nell'arte, si pensi al surrealismo. La psicologia del profondo di Jung ha ispirato, ad esempio, Fellini. Anche Freud, che poteva essersi visto come un profeta, assomiglia ad uno di quei solipsisti che si ergono più delle montagne per intascare pianeti, rubare stelle, e ricomporre l'universo a qualcosa che, più che piacere, assomiglia a quella possesione o mania greca, spartita fra Dioniso ed Apollo. Per quanto sia ammissibile una caricatura austera che riflette la sua personalità, qui si vuole anche, oltre che canzonarla, "sensibilizzare" sulla persona di un personaggio troppo spesso scambiato per tale.
Due persone che hanno dovuto combattere, e lo hanno fatto, a loro modo, si può dire da sole, con la propria altezza, di una statura, senz'altro, vertiginosa.
Spero di rendere con simpatia l'intento, certo misterioso, ma genuinamente filantropico di questi due collezionisti d'anime.
Il secondo megalomane è Freud. La psicanalisi ha ispirato molto nell'arte, si pensi al surrealismo. La psicologia del profondo di Jung ha ispirato, ad esempio, Fellini. Anche Freud, che poteva essersi visto come un profeta, assomiglia ad uno di quei solipsisti che si ergono più delle montagne per intascare pianeti, rubare stelle, e ricomporre l'universo a qualcosa che, più che piacere, assomiglia a quella possesione o mania greca, spartita fra Dioniso ed Apollo. Per quanto sia ammissibile una caricatura austera che riflette la sua personalità, qui si vuole anche, oltre che canzonarla, "sensibilizzare" sulla persona di un personaggio troppo spesso scambiato per tale.
Due persone che hanno dovuto combattere, e lo hanno fatto, a loro modo, si può dire da sole, con la propria altezza, di una statura, senz'altro, vertiginosa.
Spero di rendere con simpatia l'intento, certo misterioso, ma genuinamente filantropico di questi due collezionisti d'anime.
Kore: Jester's Eyes • 1 opera
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Acrobati, assassini, nobili caduti in disgrazia, cartomanti, chierici vaganti, truffatori, vagabondi,[...]
Acrobati, assassini, nobili caduti in disgrazia, cartomanti, chierici vaganti, truffatori, vagabondi, poeti, soldati, inventori di indovinelli, stregoni, divulgatori, briganti, artigiani, istrioni...
Solitari o per confraternite (scellerate)
Hanno tutto in un baule, con cassetti magici per sorprendere la gente, che si trasforma in un palco da cui esibirsi
in mercati, piazze, nel volgo e fra nobili e re
Come archetipo, volendo, Socrate, Woody Allen, Salvatore de Il nome della Rosa
E il conte di Saint-Germain, che ha conosciuto Cristo ed è sparito nel nulla, un giorno del XVIII secolo
Tutto e niente. Prima dei manicomi, era la nostra Legione Straniera
Solitari o per confraternite (scellerate)
Hanno tutto in un baule, con cassetti magici per sorprendere la gente, che si trasforma in un palco da cui esibirsi
in mercati, piazze, nel volgo e fra nobili e re
Come archetipo, volendo, Socrate, Woody Allen, Salvatore de Il nome della Rosa
E il conte di Saint-Germain, che ha conosciuto Cristo ed è sparito nel nulla, un giorno del XVIII secolo
Tutto e niente. Prima dei manicomi, era la nostra Legione Straniera
Museo: Frame's Guests • 2 opere
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Questo album nasce in parte per diletto, ma contiene anche parte della mia storia. Questo battesimo[...]
Questo album nasce in parte per diletto, ma contiene anche parte della mia storia. Questo battesimo tocca a tutti: sogno o realtà. Anzi, tendenzialmente sembra che si deve scegliere una delle due scuole di pensiero. Da che parte è l'uscita? Dove si evade? Il personaggio ritratto condivide la stessa opinione dello spettatore? Spero di procurare lo stesso diletto allo spettatore di queste operette virtuose, scherzose, che hanno però rappresentato anche un esercizio di studio sulla creatività dell'Ai, senza rimanere un semplice solfeggio di forme e colori.
Spicchio di Limone • 4 opere
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Breve serie di composizioni o ritratti. Soggetto della collezione è contrasto, tra il tenue e l'abbagliante,[...]
Breve serie di composizioni o ritratti. Soggetto della collezione è contrasto, tra il tenue e l'abbagliante, del giallo limone. Semplicemente, e anche in modo superficiale, ho provato a riprenderne la solare felicità. Ho cercato di astrarla non di molto, e di renderla assorta. Speravo così di avvicinarmi ad un significato creativo, che è virato verso l'introversione. Calmata la sua sfrontata tonalità, è diventato riposante.
Mi piace conservarne la delicatezza, per quanto sia radioso. La sua luce è fragile ed ingombrante. Personalmente riesco ad associarlo ad atmofere attutite, senza rumore, calme, dove allora è protagonista. Un piccolo album che è un gioco, anche cosmetico, ma spero che porti con sé il piacere di distrarsi ogni tanto in quel bagliore che può essere soffuso, all'odore verde della foglia, all'estate e all'ombra, a stomaco pieno, nella controra, cadendo lenti nel sonno.
Mi piace conservarne la delicatezza, per quanto sia radioso. La sua luce è fragile ed ingombrante. Personalmente riesco ad associarlo ad atmofere attutite, senza rumore, calme, dove allora è protagonista. Un piccolo album che è un gioco, anche cosmetico, ma spero che porti con sé il piacere di distrarsi ogni tanto in quel bagliore che può essere soffuso, all'odore verde della foglia, all'estate e all'ombra, a stomaco pieno, nella controra, cadendo lenti nel sonno.
Talking Colors: Silence • 9 opere
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Questo progetto è un esperimento sul dialogo con l’AI, la ricerca o l’archeologia di un mondo di immaginari,[...]
Questo progetto è un esperimento sul dialogo con l’AI, la ricerca o l’archeologia di un mondo di immaginari, motivato da un’idea tematica e una di metodo.
Il primo aspetto è una scelta estetica personale. Dormiveglia, sonnambulismo, ipnosi, distrazione, noia. Sono fra le sensazioni che limitano e orientano la ricerca. La domanda che mi faccio è: due persone desiderano abbracciarsi al punto che si spengono l’una nelle braccia dell’altra, come fanno a non cadere? La collezione risponde a questa domanda.
L’aspetto metodologico adatta al Text to Image la tecnica Jazz, che si traduce nella domanda: dove tira il vento? E’ un navigare a prima vista, lontano dal vagare. Abbandono, fortuna, riflessi, intesa. Consiste nel collaborare con l’AI ed osservare la sua idea di sviluppo dei prompt. A questo fine, si è evitato di suggerire lo stile grafico. Ottenerlo, ha significato una garanzia, una traccia da seguire.
Nel mondo presentato, due elementi sono determinanti come base per l’interpretazione dei prompt, ed entrambi spostano l'essenza di questo mondo, in una zona intermedia, limbica, contraddittoria ma in equilibrio. Il campo di girasoli, è l’ambiente dove scoprire abitanti, sentimenti, circostanze. I girasoli sono simbolo di entusiasmo, eppure si tratta della popolazione di individui più uniforme, indistinta, che segue con monotonia l'occhio che li fissa, automatici nell’ipnosi, assorti nel sogno collettivo. A questa contraddizione, del solare e del lunare, segue quella dei protagonisti. Manichini, marionette, personaggi impersonali, a loro volta contrapposti, che favoriscono le sensazioni cercate grazie alla loro inerzia, al distacco, al silenzio, al sogno cui possono sembrare partecipare.
Il primo aspetto è una scelta estetica personale. Dormiveglia, sonnambulismo, ipnosi, distrazione, noia. Sono fra le sensazioni che limitano e orientano la ricerca. La domanda che mi faccio è: due persone desiderano abbracciarsi al punto che si spengono l’una nelle braccia dell’altra, come fanno a non cadere? La collezione risponde a questa domanda.
L’aspetto metodologico adatta al Text to Image la tecnica Jazz, che si traduce nella domanda: dove tira il vento? E’ un navigare a prima vista, lontano dal vagare. Abbandono, fortuna, riflessi, intesa. Consiste nel collaborare con l’AI ed osservare la sua idea di sviluppo dei prompt. A questo fine, si è evitato di suggerire lo stile grafico. Ottenerlo, ha significato una garanzia, una traccia da seguire.
Nel mondo presentato, due elementi sono determinanti come base per l’interpretazione dei prompt, ed entrambi spostano l'essenza di questo mondo, in una zona intermedia, limbica, contraddittoria ma in equilibrio. Il campo di girasoli, è l’ambiente dove scoprire abitanti, sentimenti, circostanze. I girasoli sono simbolo di entusiasmo, eppure si tratta della popolazione di individui più uniforme, indistinta, che segue con monotonia l'occhio che li fissa, automatici nell’ipnosi, assorti nel sogno collettivo. A questa contraddizione, del solare e del lunare, segue quella dei protagonisti. Manichini, marionette, personaggi impersonali, a loro volta contrapposti, che favoriscono le sensazioni cercate grazie alla loro inerzia, al distacco, al silenzio, al sogno cui possono sembrare partecipare.
Anthropology of a Sunflower Field • 25 opere
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All'università, facoltà di Sociologia, un professore diceva: "Quando cammino per strada porto le cuffiette[...]
All'università, facoltà di Sociologia, un professore diceva: "Quando cammino per strada porto le cuffiette e tengo la musica spenta, così ascolto le conversazioni degli altri". Questa è l'antropologia, le cuffiette servono a non disturbare quella spontaneità o armonia che c'è nell'ovvio. Chiamare antropologia questa collezione vuole dire chiedere, allo spettatore, di farsi antropologo, e giudicare se questi mondi che vedere orbitare attorno a degli elementi costanti (il girasole, i giornali, i manichini) sono abbastanza ovvi, da poter continuare ad esistere anche se accendesse la musica, ignorandoli.
Questo sarebbe già un successo, la spontaneità.
Un'altra sfida, simbolica, tematica, personale, la riassumo in questa domanda: due persone vogliono così abbracciarsi l'un l'altra che, quando si abbracciano, si spengono nelle braccia l'una dell'altra. Come fanno a non cadere? Sì, c'è una, due risposte anche, che guidano la collezione.
Cerco di fare questo adattando, in ogni testo che scrivo per ogni immagine, la sensazione di dormiveglia, sonnambulismo, sogno o ipnosi, distrazione, noia, stanchezza da troppo o troppo poco riposo, ozio, abbandono, smarrimento, letargia, assenza, attessa, spensieratezza, soprappensiero. In una parola, il Limbo.
E' eccessivo dilungarsi su questo punto. Umorismo, solitudine, magari volare controvoglia, sbuffare leggeri, miglia sopra la terra, nel cielo azzurro.
In ultimo, due sfide di metodo. Lo spettatore, qui, rispetto all'antropologo "da veranda", che riceve in una casuccia lontano dal paese i nativi per intervistarli, ha un vantaggio: qualcosa di più di appunti, nastri, fotografie. Ha il mondo stesso. Lo svantaggio sta nel non conoscere le domande dell'intervista, i prompt, i testi da cui il Text to Image genera immagini. Sono convinto, entusiasta di pensare quest'arte come un'avanguardia, al momento, infatti, è caotica e troppo creativa. Per questo, ci tengo a dire che questa collezione è ottenuta da prompt "impliciti": diversi da quelli espliciti, limito spesso del tutto l'intervento su colore, luce, stile rappresentativo, ovvero, non comunico l'immagine che ho in mente, ma un gioco di sensazioni, a metà strada fra la composizione poetica e una vicenda da romanzo.
E' qualcosa su cui riflettere e da ricordare, infatti, che quest'arte è un dialogo, una collaborazione fra due Intelligenze e creatività (la mia, e quella dell'Intelligenza artificiale). Un prompt implicito permette non solo all'AI di esprimersi, il che è parte dell'avanguardia e della ricerca, ma anche di usarla come bussola, per scoprire, trovare, quei mondi, sensati, archetipici, che questa collezione cerca.
Idea, infatti, junghiana, felliniana, è che, l'Ai, sia l'archeologia del patrimonio collettivo, di generazioni, stereotipi, culture e controculture, e anche con questo spirito si muove questa ricerca. Cosa ironica, è che ci restituisce immagini, e non proprio scienza, ma arte, la solita beffa.
Questo sarebbe già un successo, la spontaneità.
Un'altra sfida, simbolica, tematica, personale, la riassumo in questa domanda: due persone vogliono così abbracciarsi l'un l'altra che, quando si abbracciano, si spengono nelle braccia l'una dell'altra. Come fanno a non cadere? Sì, c'è una, due risposte anche, che guidano la collezione.
Cerco di fare questo adattando, in ogni testo che scrivo per ogni immagine, la sensazione di dormiveglia, sonnambulismo, sogno o ipnosi, distrazione, noia, stanchezza da troppo o troppo poco riposo, ozio, abbandono, smarrimento, letargia, assenza, attessa, spensieratezza, soprappensiero. In una parola, il Limbo.
E' eccessivo dilungarsi su questo punto. Umorismo, solitudine, magari volare controvoglia, sbuffare leggeri, miglia sopra la terra, nel cielo azzurro.
In ultimo, due sfide di metodo. Lo spettatore, qui, rispetto all'antropologo "da veranda", che riceve in una casuccia lontano dal paese i nativi per intervistarli, ha un vantaggio: qualcosa di più di appunti, nastri, fotografie. Ha il mondo stesso. Lo svantaggio sta nel non conoscere le domande dell'intervista, i prompt, i testi da cui il Text to Image genera immagini. Sono convinto, entusiasta di pensare quest'arte come un'avanguardia, al momento, infatti, è caotica e troppo creativa. Per questo, ci tengo a dire che questa collezione è ottenuta da prompt "impliciti": diversi da quelli espliciti, limito spesso del tutto l'intervento su colore, luce, stile rappresentativo, ovvero, non comunico l'immagine che ho in mente, ma un gioco di sensazioni, a metà strada fra la composizione poetica e una vicenda da romanzo.
E' qualcosa su cui riflettere e da ricordare, infatti, che quest'arte è un dialogo, una collaborazione fra due Intelligenze e creatività (la mia, e quella dell'Intelligenza artificiale). Un prompt implicito permette non solo all'AI di esprimersi, il che è parte dell'avanguardia e della ricerca, ma anche di usarla come bussola, per scoprire, trovare, quei mondi, sensati, archetipici, che questa collezione cerca.
Idea, infatti, junghiana, felliniana, è che, l'Ai, sia l'archeologia del patrimonio collettivo, di generazioni, stereotipi, culture e controculture, e anche con questo spirito si muove questa ricerca. Cosa ironica, è che ci restituisce immagini, e non proprio scienza, ma arte, la solita beffa.
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