Alesco

Alessandra ‘Alesco’ Scotucci è nata a Roma il 17 Aprile del 1966. Si è diplomata nel settore turistico, assecondando in questo modo la sua grande passione per i viaggi. Di maggiore ispirazione sono stati quelli che l’hanno portata nel nord dell’Europa e in Gran Bretagna dove le atmosfere misteriose, cupe, a tratti mistiche, sono diventate ingredienti fondamentali delle sue creazioni. Sono appese e in bilico tra i chiaroscuri di una nuvola, si allungano minacciose tra le ombre della sera, risiedono calme e pacifiche seppur sempre in agguato tra i flutti addormentati di un mare al tramonto.
Non ha mai frequentato scuole d’arte ed ha studiato unicamente da autodidatta, lasciandosi guidare dalle sensazioni e dall’istinto piuttosto che dalla tecnica vera e propria. Alessandra ama infatti rappresentare la realtà della natura per quello che è e per come le resta impressa negli occhi, che si tratti di un tralcio d’edera o del fondale di un oceano, di un gambo di rosa o di un immaginario viaggio nelle profondità dell’universo.
Per quanto concerne le scelte stilistiche, negli ultimi anni si è soffermata alla rappresentazione di paesaggi su trittici o polittici e dal 1990 dipinge unicamente con colori acrilici, a volte diluiti con colla vinilica e molto spesso utilizzati in maniera omogenea. Questo suo tendente monocromatismo salta all’occhio nel blu profondo degli abissi, nel rosa tenue di un crepuscolo, nel grigio acceso e furioso di un orizzonte in tempesta, mettendo all’apparenza in netto contrasto un’opera dall’altra. Concettualmente parlando, però, il filo conduttore del suo lavoro risiede in alcuni temi sempre presenti: il tempo, il mistero e l’ignoto come anche l’acquiescenza, il silenzio, la pace.
Il simbolo che l’affascina maggiormente e la spinge a continue rappresentazioni dei suoi significati è senza dubbio la spirale che, intesa come simbolo dell’infinito, è un punto cardine che ricorre nei suoi quadri, seppur in forma diversa e non sempre raffigurata nella sua iconografia più consueta, legandoli gli uni agli altri in maniera impercettibile.
Nei dipinti con soggetti come Stonehenge o le fasi solari, l’artista ha cercato di imprimere l’idea della ciclicità che sin dall’antichità veniva associata al Sole o al movimento continuo degli astri, mentre la sua riproduzione del vortice si delinea attraverso movimenti elicoidali, stringendo l’osservatore nelle volute di queste spire che nascono da un punto ben definito dello spazio ma vanno poi a tendere verso l’infinito, trasmettendo in chi le ammira un senso di smarrimento e l’anelito ancestrale di conoscenza che da sempre anima l’uomo.
Per Alessandra dipingere è e sarà sempre una fonte di energia perpetua dalla quale attingere per entrare in contatto con il suo vero io che riposa quieto e dolente in quelle stesse pennellate delicate e sfumate impresse per sempre sulla tela.

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