Teodolinda Varisco
«Teodolinda esprime il suo talento per l’espressione e la ricerca dell’Assoluto. I suoi quadri traducono personalissime cromie, brevi e decise unite a segniche marcate, brutali a tratti.
Sono tele vivificate dalla ricerca e ricche di aggressività distinta, ove il bidimensionale si sfonda alla ricerca di nuove mete e spazi: quello conoscitivo, dell’espressione e della mimica, quello irrazionale della mente e della passione.
A tratti timbrica, la sua pittura evoca primitivi ed arcani simboli. Mi riferisco anche alla sua ultima espressione tutta attenta alla sperimentazione ed all’inserimento di dati vitali del quotidiano: fili elettrici, fondi di scatole, conchiglie, foglie, fiori arbusti e ossi di seppie.
L’evocazione e la rispondenza letteraria è molteplice, mai paga e neppure retorica. Sottile e raffinata dalla forza del colore vivificata e vivificante esprime la sua ricerca del Verum.
A volte, le sue creazioni, è difficile chiamarle solo “tele”, poichè la matericità segna marcatamente la sua vocazione a tratti plastica e scultorea, quasi prestata alla pittura.
Tavole incisive e graffianti lacerano il substrato della visione per entrare in gorghi avvincenti, in cui bisogna leggere con attenzioni l’impianto, di non facile né veloce lettura, a primo sguardo, che interpellano; delle volte basterebbe porsi in ascolto di se stessi per trovare le risposte necessarie all’interpretazione dei numerosi quid posti da Teodolinda.
Tinte amalgamate e composte, quasi sempre primarie, espresse a campiture impastate con le dita, con forza, si fanno spazio sulla “dimensione tela” per esprimere in perfetto equilibrio luci e ombre, modulate in tonalità accese, mai soffuse. Perciò emozione ed emotività consentita nel fluire dell’opera e del fare un’arte mai fine a se stessa. La tavolozza non è mai precisamente inficiata da uno sguardo complesso, anzi è scarna. La scelta cromatica è comunque avvincente e mai casuale. La sintesi della Pittrice, la sua visione finale e l’accostamento tonale evocano i moti dell’animo, più che mere visioni impressionistiche, o visioni gangliche, ma mai pitture cerebrali.
Pittura di colloquio col mondo, sulla natura delle cose e della vita, inquietante a tratti per la fame di verità che esprime.
Notevole la caleidoscopicità di certe sue immagini, di scelte e/o abbinamenti azzardati, mai inintenzionali, sempre calcolati nonostante l’apparente caos della visione affiorante dall’anima. Si potrebbe dire persino che in certi azzardati “combinamenti” si può scorgere la sua lirica che nasce da accostamenti contraddittori, come per i sentimenti, croce e delizia, controversi mirabilmente espressi da tinte ove si manifesta la perfetta adesione dell’artista a questo “cielo stellato” dell’anima.
La sua pittura, mai totalmente astratta, si abbina ad una ricerca estetica funzionale all’espressione dell’esperienza del nous che affiora e diviene “icona” in un dipingere forme, volumi e colori, mai esponenzialmente complicati dall’inte...
Scopri opere d'arte contemporanea di Teodolinda Varisco, naviga tra le opere recenti e acquista online. Categorie: artisti italiani contemporanei (nato a data sconosciuta). Domini artistici: Pittura. Tipo di account: Artista , iscritto dal 2005 (Paese di origine Italia). Acquista gli ultimi lavori di Teodolinda Varisco su Artmajeur: Scopri le opere dell'artista contemporaneo Teodolinda Varisco. Sfoglia le sue opere d'arte, compra le opere originali o le stampe di alta qualità.
Valutazione dell'artista, Biografia, Studio dell'artista:
"Squarci di me" • 17 opere
Guarda tuttoRiconoscimento
Biografia
«Teodolinda esprime il suo talento per l’espressione e la ricerca dell’Assoluto. I suoi quadri traducono personalissime cromie, brevi e decise unite a segniche marcate, brutali a tratti.
Sono tele vivificate dalla ricerca e ricche di aggressività distinta, ove il bidimensionale si sfonda alla ricerca di nuove mete e spazi: quello conoscitivo, dell’espressione e della mimica, quello irrazionale della mente e della passione.
A tratti timbrica, la sua pittura evoca primitivi ed arcani simboli. Mi riferisco anche alla sua ultima espressione tutta attenta alla sperimentazione ed all’inserimento di dati vitali del quotidiano: fili elettrici, fondi di scatole, conchiglie, foglie, fiori arbusti e ossi di seppie.
L’evocazione e la rispondenza letteraria è molteplice, mai paga e neppure retorica. Sottile e raffinata dalla forza del colore vivificata e vivificante esprime la sua ricerca del Verum.
A volte, le sue creazioni, è difficile chiamarle solo “tele”, poichè la matericità segna marcatamente la sua vocazione a tratti plastica e scultorea, quasi prestata alla pittura.
Tavole incisive e graffianti lacerano il substrato della visione per entrare in gorghi avvincenti, in cui bisogna leggere con attenzioni l’impianto, di non facile né veloce lettura, a primo sguardo, che interpellano; delle volte basterebbe porsi in ascolto di se stessi per trovare le risposte necessarie all’interpretazione dei numerosi quid posti da Teodolinda.
Tinte amalgamate e composte, quasi sempre primarie, espresse a campiture impastate con le dita, con forza, si fanno spazio sulla “dimensione tela” per esprimere in perfetto equilibrio luci e ombre, modulate in tonalità accese, mai soffuse. Perciò emozione ed emotività consentita nel fluire dell’opera e del fare un’arte mai fine a se stessa. La tavolozza non è mai precisamente inficiata da uno sguardo complesso, anzi è scarna. La scelta cromatica è comunque avvincente e mai casuale. La sintesi della Pittrice, la sua visione finale e l’accostamento tonale evocano i moti dell’animo, più che mere visioni impressionistiche, o visioni gangliche, ma mai pitture cerebrali.
Pittura di colloquio col mondo, sulla natura delle cose e della vita, inquietante a tratti per la fame di verità che esprime.
Notevole la caleidoscopicità di certe sue immagini, di scelte e/o abbinamenti azzardati, mai inintenzionali, sempre calcolati nonostante l’apparente caos della visione affiorante dall’anima. Si potrebbe dire persino che in certi azzardati “combinamenti” si può scorgere la sua lirica che nasce da accostamenti contraddittori, come per i sentimenti, croce e delizia, controversi mirabilmente espressi da tinte ove si manifesta la perfetta adesione dell’artista a questo “cielo stellato” dell’anima.
La sua pittura, mai totalmente astratta, si abbina ad una ricerca estetica funzionale all’espressione dell’esperienza del nous che affiora e diviene “icona” in un dipingere forme, volumi e colori, mai esponenzialmente complicati dall’inte...
-
Nazionalità:
ITALIA (Artisti Italiani Contemporanei)
- Data di nascita : data sconosciuta
- Domini artistici: Pittura
Influenze
Formazione
Valore dell'artista certificato
Realizzazioni
Attività su Artmajeur
Ultime notizie
Tutte le ultime notizie dall'artista contemporaneo Teodolinda Varisco
Articolo
«Teodolinda esprime il suo talento per l’espressione e la ricerca dell’Assoluto. I suoi quadri traducono personalissime cromie, brevi e decise unite a segniche marcate, brutali a tratti.
Sono tele vivificate dalla ricerca e ricche di aggressività distinta, ove il bidimensionale si sfonda alla ricerca di nuove mete e spazi: quello conoscitivo, dell’espressione e della mimica, quello irrazionale della mente e della passione.
A tratti timbrica, la sua pittura evoca primitivi ed arcani simboli. Mi riferisco anche alla sua ultima espressione tutta attenta alla sperimentazione ed all’inserimento di dati vitali del quotidiano: fili elettrici, fondi di scatole, conchiglie, foglie, fiori arbusti e ossi di seppie.
L’evocazione e la rispondenza letteraria è molteplice, mai paga e neppure retorica. Sottile e raffinata dalla forza del colore vivificata e vivificante esprime la sua ricerca del Verum.
A volte, le sue creazioni, è difficile chiamarle solo “tele”, poichè la matericità segna marcatamente la sua vocazione a tratti plastica e scultorea, quasi prestata alla pittura.
Tavole incisive e graffianti lacerano il substrato della visione per entrare in gorghi avvincenti, in cui bisogna leggere con attenzioni l’impianto, di non facile né veloce lettura, a primo sguardo, che interpellano; delle volte basterebbe porsi in ascolto di se stessi per trovare le risposte necessarie all’interpretazione dei numerosi quid posti da Teodolinda.
Tinte amalgamate e composte, quasi sempre primarie, espresse a campiture impastate con le dita, con forza, si fanno spazio sulla “dimensione tela” per esprimere in perfetto equilibrio luci e ombre, modulate in tonalità accese, mai soffuse. Perciò emozione ed emotività consentita nel fluire dell’opera e del fare un’arte mai fine a se stessa. La tavolozza non è mai precisamente inficiata da uno sguardo complesso, anzi è scarna. La scelta cromatica è comunque avvincente e mai casuale. La sintesi della Pittrice, la sua visione finale e l’accostamento tonale evocano i moti dell’animo, più che mere visioni impressionistiche, o visioni gangliche, ma mai pitture cerebrali.
Pittura di colloquio col mondo, sulla natura delle cose e della vita, inquietante a tratti per la fame di verità che esprime.
Notevole la caleidoscopicità di certe sue immagini, di scelte e/o abbinamenti azzardati, mai inintenzionali, sempre calcolati nonostante l’apparente caos della visione affiorante dall’anima. Si potrebbe dire persino che in certi azzardati “combinamenti” si può scorgere la sua lirica che nasce da accostamenti contraddittori, come per i sentimenti, croce e delizia, controversi mirabilmente espressi da tinte ove si manifesta la perfetta adesione dell’artista a questo “cielo stellato” dell’anima.
La sua pittura, mai totalmente astratta, si abbina ad una ricerca estetica funzionale all’espressione dell’esperienza del nous che affiora e diviene “icona” in un dipingere forme, volumi e colori, mai esponenzialmente complicati dall’intelletto, esplorativi in cui l’attenzione gnoseologica e formale-plastica è affiorante sulle particelle materiche dell’universo-spazio delle sue opere.
Visione, quella di Teodolinda, complessa, non per tutti ad una prima vista, ma invece totalizzante ed universale in cui il “suo” particolare è di tutti.
Solarità dell’anima anche nella sofferenza e nell’abbandono della ricerca del Vero, che affascina da lontano, mai pago in L50 sempre alla ricerca».
[da "teodolinda/index.htm"]
Prof. ALESSIO VARISCO,
Designer - Art Director Técne Art Studio
Articolo
NOSTALGIA DELL’ORIGINE
«Nostalgia dell’origine. Questo mi sembra il fremito che attraversa l’opera di Teodolinda Varisco. Più chiaramente si dovrebbe dire nostalgia della verità, come “ri-velazione”. La verità si dà sempre nei segni e nei volti, nei gesti e negli avvenimenti, nella memoria e nel presente, negli assalti del tempo che sembra sfiorire nelle nostre mani. Essa ci appare ad un tempo maschera e invocazione, frammento e allusione del tutto, sempre presente, quasi ammiccante nelle sue forme cangianti, ma mai esauriantemente afferrabile nella piccola parte che a volta a volta si presenta a noi.
Mentre la verità si dis-vela e sembra annunciarsi radiosa e illuminante negli sprazzi di luce e di colore che attraversano soprattutto i “volti” e le “occasioni della vita” che formano la materia palpitante dell’opera della Varisco, contemporaneamente si ri-vela nel contrasto dei colori, nel tormento delle linee, nell’abbozzo degli sguardi. A questa ambivalenza della verità, che non si dà mai nella forma di un pacifico possesso, ma sempre nella forma di una custodia amorosa e sofferta, sembra dedicarsi con tenace ricerca il tratto che scava il colore e le forme sulle tele, i pannelli, i materiali utilizzati: mai tranquillo possesso, né facile cromatismo, né materia senza sfida per l’anima.
Così mentre guardi l’accavallarsi delle linee, lo scontrarsi dei ritocchi, mentre tu vedi raccogliersi l’emozione come un’impennata del colore, come un’istantanea del sentimento, ti domandi di che mano parlino, di che occhio siano rivelazione, di che ricerca siano quei paesaggi dell’anima e quei brandelli della memoria: personale e familiare, sacrale e disincantata ad un tempo. Il rincorrersi di motivi, di rimandi all’inconscio di una fanciullezza abitata da tanti volti, di una storia soccorsa da molte fatiche, di un presente attraversato dal dolore e dalla speranza ti fa pensare che la ricerca della verità sia lungo tragitto, sia tirocinio severo, sia inseguimento a caro prezzo della preda.
La verità appare dunque u-topica, letteralmente “senza luogo”. Essa si segnala più nel moto dell’anima che la cerca. E la consegna a sofferti percorsi di colore, agli occhi sbarrati e scavati dei volti, ai cromatismi non mai pacificati che vi attraversano il profilo, alle linee che li scompongono nel caleidoscopio senza fondo della vita. Lo sguardo che li fissa e la coscienza che li indaga deve attrezzarsi a ripercorrere vie non scontate, che trovino il tratto, il colore, la mano e il cuore dell’artista senza facili condiscendenze. La verità lì indicata dunque ti sfugge se la afferri, l’afferri se la lasci fuggire lievemente dietro la nostalgia di una patria che vi appare, che vi traluce, che quasi s’annuncia dentro le rughe forti che v’ha impresso l’opera dell’Autrice.
E’ nostalgia dell’origine, non d’un tempo perduto, non d’una età dell’oro, ma dell’originario, d’una patria che si possiede solo sacrificandovisi, solo nel gesto di saperla perdere per ritrovarla. E’ la patria della verità -in punta di voce si potrebbe dire persino di Dio - di quel Dio che non è facile possesso, che quando lo stringi tra mano ti sfugge, ma che quando ti abbandoni a lui si concede, forse anche nelle pieghe del dolore, ma che poi consola, rianima, risana... Per ripartire sempre di nuovo con l’avventura della vita, segnata dalla nostalgia dell’origine e della fine, della verità che sola si può possedere, lasciandoci possedere, lasciandoci custodire nel suo abbraccio benedicente».
Prof. FRANCO GIULIO BRAMBILLA
Docente di Antropologia Teologica presso la Facoltà di Teologia dell’Italia Settentrionale - Preside della Sezione Parallela